Quanto guadagna una badante in Italia: contratti e livelli di inquadramento

Per capire quanto guadagna una badante in Italia è fondamentale conoscerne il livello di inquadramento.

Quanto guadagna una badante in Italia? La risposta a questa domanda è utile tanto ai lavoratori quanto alle famiglie che, bisognose di una figura che si occupi di un proprio caro anziano o non autosufficiente, decidono di assumere una badante convivente o non convivente.

Sono diversi i fattori da considerare per avere un quadro generale della retribuzione di una badante in Italia.

Tra questi, il tipo di contratto proposto, il tipo di lavoro che dovrà svolgere e l’eventuale formazione posseduta.

Nel nostro Paese non è rara la scelta, da parte delle famiglie, ma anche degli stessi lavoratori, di assumere badanti in nero. In questo caso, non solo si abbassa la paga destinata al lavoratore, ma si rischiano anche multe molto salate.

Quanto guadagna una badante in Italia: da quali fattori dipende la retribuzione

In Italia, la retribuzione di una badante dipende da diversi fattori.

Per prima cosa, è importante sapere che le regole per l’assunzione sono stabilite dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico (CCNL) che stabilisce le norme per l’assunzione, nonché l’inquadramento retributivo minimo.

Di certo, a pesare sull’entità dello stipendio di una badante sono diversi fattori: dalla tipologia del contratto di assunzione, passando per le ore di lavoro richieste, fino alla formazione.

Sul primo punto, per esempio, si noteranno sostanziali differenze tra lo stipendio per una badante convivente e una badante non convivente, nonché sulla presenza di ore di lavoro notturne.

Per quanto riguarda la formazione, invece, anche se non tutti lo sanno, esistono degli specifici livelli di inquadramento in base ai quali la retribuzione sarà più o meno alta.

In particolare, i livelli di inquadramento dipendono dalla formazione, ma anche dalle condizioni dell’assistito (se si tratta di una persona autosufficiente o non autosufficiente).

A percepire uno stipendio più basso, per esempio, saranno i lavoratori rientranti nel livello BS (coloro che prestano assistenza a persone autosufficienti) e nel livello CS (coloro che si prendono cura di persone non autosufficienti, ma che non sono formate).

A guadagnare di più, dunque, sono le badanti del livello DS, cioè coloro che sono chiamate a prestare assistenza a persone non autosufficienti e che sono in possesso di particolari certificazioni. In questa categoria rientrano, per esempio, gli OSS (Operatori Socio Sanitari) o gli OSA (Operatori Socio Assistenziali).

Quanto guadagna una badante convivente e quanto una badante non convivente

La prima differenza da prendere in considerazione per capire quanto guadagna una badante è capire se il contratto prevede che quest’ultima conviva con l’assistito o meno.

Per una badante convivente, infatti, cambiano mansioni e, ovviamente, retribuzione. In questo caso, infatti, la badante vive con l’assistito e lavora full-time per un massimo di 54 ore a settimana.

Oltre al fatto che si tratti di un contratto full-time, a determinare la retribuzione è anche il livello di inquadramento. Per esempio, una badante convivente rientrante nel livello BS percepisce uno stipendio lordo di circa 880 euro al mese, mentre per il livello DS la retribuzione può arrivare fino a 1230 euro lordi al mese.

Lo stipendio subisce una variazione se, invece, si tratta di badanti non conviventi. In questo caso, il CCNL stabilisce un tetto massimo di 40 ore settimanali.

Così come per la badante convivente, anche in questo caso sono coloro che rientrano nel livello DS ad avere una tariffa oraria più alta che, prendendo in considerazione il tetto massimo di 40 ore settimanali, nell’arco del mese, arriva a guadagnare fino a 1.300 euro.

Guadagnano meno (circa 995 euro al mese) le badanti non conviventi di livello BS.

Quanto guadagna una badante con contratto e quanto una badante in nero

Il lavoro irregolare nel nostro Paese coinvolge diversi professionisti in molti settori diversi, compreso il lavoro domestico.

Talvolta, sono gli stessi lavoratori a non richiedere contratto, altre sono i datori di lavoro a rinunciare a questa possibilità nella speranza di risparmiare sulla retribuzione della badante.

Per prima cosa, va detto che il lavoro della badante è stato sempre più valorizzato nel nostro Paese. Come abbiamo visto, esistono anche badanti con un livello di formazione specifico che consente loro di prendersi cura nel migliore dei modi della persona assistita.

In secondo luogo, è bene considerare i diversi aspetti negativi di assumere una badante in nero. Benché spesso si pensi che si tratti dell’alternativa più economica, non è esattamente così se si considera l’entità delle multe in cui si rischia di incorrere.

Basti pensare che le multe nel nostro Paese vanno da un minimo di 1.000 a un massimo di 8.000 euro e che, inoltre, non assumendo il lavoratore in regola, non si abbia garanzia delle necessarie tutele per il lavoratore e per il datore di lavoro, né ai contributi e alle agevolazioni fiscali da richiedere in base ai contratti.

Leggi anche: Bonus colf e badanti 2023 per le famiglie che assumono

 

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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