Quanto si prende di pensione con 40 anni di contributi?

A quanto ammonta l'assegno pensionistico con 40 anni di contributi? Quanto si percepisce di pensione con 40 anni di contributi? Oggi come si va in pensione?

Sono un lavoratore con un’anzianità contributiva di 40 anni, quanto mi spetta di pensione? Una domanda semplice a cui cercheremo di dare una risposta altrettanto chiara ed esaustiva. 

Iniziamo nel comprendere che nelle ultimissime settimane complice la grave crisi energetica prodotta dalla crisi russo-ucraina, molti lettori hanno richiesto maggiori informazioni sulle misure attualmente operative che permettono un’uscita anticipata dal lavoro. 

Interessano maggiori dettagli sullo scivolo pensionistico di Stato o, ancora, sull’anticipo pensionistico Ape sociale 2022. Quest’ultima misura in particolare suscita l’interesse dei lavoratori, disoccupati, caregiver e invalidi civili.

Tanto che il Governo Draghi ha contribuito ad ampliare la platea degli aventi diritto adottando delle modifiche sulle condizioni legate al rilascio dell’assegno pensionistico Ape sociale. Nell’articolo recentemente aggiornato: Ape sociale 2022: proroga, requisiti e importo netto mensile”, sono disponibili tutte le novità in vigore sino al 31 dicembre 2022. In particolare, sulle disposizioni previste nel messaggio INPS n.  274 del 20-01-2022 per il rilascio dell’anticipo pensionistico. 

In ogni modo, non sono pochi i lettori che cercano di capire esattamente se l’assegno mensile sarà idoneo a coprire il fabbisogno della famiglia, mantenendo in un certo modo lo stesso tenore di vita. Se sarà possibile andare in pensione con un assegno che garantisca favorevoli condizioni di vita.

Insomma, dopo una carriera lavorativa ci si aspetta di potersi godere la pensione e non di ritrovarsi a contare gli spiccioli. Ecco, perché, appare abbastanza rilevante capire se si può anticipare l’uscita per andare in pensione, quindi collocarsi al riposo almeno con una pensione dignitosa, oppure, prendere in considerazione l’opzione di prepensionamento. 

Quanto si prende di pensione con 40 anni di contributi? 

Senza tralasciare il quesito posto da Mario che vuole sapere:

 “Quanto si prende di pensione con 40 anni di contributi?”

Gli elementi sono pochi per delineare un quadro preciso d’importo. Tuttavia, partiamo da una risposa che si accosti quanto più possibile alla realtà. In altre parole, possiamo solo formulare delle ipotesi sull’importo dell’assegno pensionistico rilasciato dall’INPS con almeno 40 anni di contributi. 

L’importo del rateo pensionistico può essere influenzato da diversi elementi che vanno a modificare la stima della pensione. Parliamo delle dinamiche legate all’attività lavorativa, ad esempio, se la carriera lavorativa è stata continua o discontinua e così via.  

Ricordiamo che la riforma Fornero è intervenuta sia apportando delle significative modifiche sui requisiti di accesso alla pensione, che sul calcolo dell’assegno pensionistico. Per meglio comprendere come l’INPS procede al calcolo dell’assegno pensionistico proponiamo alcuni esempi.

Va detto che, nella retribuzione viene accantonata una parte riservata ai contributi, questa quota per  i lavoratori dipendenti corrisponde alla misura del  33% della retribuzione lorda annuale.

Il primo esempio porta a considerare un lavoratore che ha raggiunto un’età anagrafica pari a 64 anni ed ha perfezionato un montante contributivo pari a 39 anni.

Come sottolineato da ProiezionidiBorsa, considerando che il lavoratore ha percepito uno stipendio medio annuo del valore di circa 35.000 euro, a cui segue una crescita retributiva nella misura media non più alta dell’2% annuo. 

Se è presente un’anzianità contributiva di almeno 39 anni, di questo minimo 17 anni calcolati secondo il sistema retributivo. In questo caso, l’assegno pensionistico spettante al lavoratore si aggirerebbe intorno a un importo che supera i mille euro.

Nello specifico, l’INPS dovrebbe rilasciare un assegno pensionistico del valore di circa 1.330 euro mensili. Un risultato ottenuto seguendo il metodo contributivo. 

In questo contesto, appare chiaro che il pensionato registrata una pensione in perdita rispetto alla carriera lavorativa. 

La seconda ipotesi ci porta a considerare un lavoratore in presenza dello stesso livello riferito sia per l’età anagrafica che per numero di anzianità contributiva. In questo caso, al lavoratore spetterebbe un assegno pensionistico del valore di circa 1.683 euro. Un conteggio eseguito con il sistema misto.

In altre parole, in presenza di modalità di calcolo diverse al lavoratore spetterebbe un rateo pensionistico del valore pari a circa 1.168 euro. 

Come varia l’importo dell’assegno pensionistico?

Sapere a quanto ammonta l’importo dell’assegno pensione dopo 40 anni di contributi, non è una domanda banale. Anzi, infondo si tratta di reperire maggiori informazioni sul quella che potrebbe essere la pensione con un’anzianità contributiva minima di 40 anni.

Tenendo conto del numero riferito agli anni di contribuzione, all’eventuale presenza del periodo contributivo antecedente il 1996, a quelli seguenti tale anno, all’età anagrafica riferita all’uscita dal mondo del lavoro, all’applicazione dei coefficienti di trasformazione e, infine, alla retribuzione ricevuta negli anni della carriera lavorativa. 

È importante comprendere che se l’assegno pensionistico viene calcolato con il sistema retributivo, tutto viene incrementato in rapporto agli anni di attività lavorativa svolti. In quanto, si considera la media della retribuzione percepita negli anni lavorati. In questo caso, al lavoratore spetta un assegno pensione con un riscontro nella misura del 2% della paga

Il discorso cambia se viene applicato il sistema contributivo, per il conteggio dell’assegno occorre il totale dei contributi versati, ovvero la somma del montante contributivo. L’importo dell’assegno pensionistico è il prodotto del montante contributivo moltiplicati i coefficienti di trasformazione. 

Per maggiori informazioni consigliamo di calcolare l’ammontare del proprio assegno pensionistico, avvalendosi dei servizi offerti dall’INPS. In particolare, sulla sezione “La mia pensione futura” è possibile eseguire una simulazione di quella che sarà la possibile pensione.  

Oggi come si va in pensione?

Le alternative non sono molte, scartando la pensione di vecchiaia il cui accesso scatta a 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione, resta una scelta abbastanza ristretta. 

Tuttavia, esistono delle condizioni che permettono ai lavoratori di poter andare in pensione con almeno 40 anni di contribuzione, ma volendo anche molto di meno. 

Il lavoratore può accedere al pensionamento anticipato, se in possesso di un minimo di sola anzianità contributiva che porta a 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici, mentre per gli uomini occorre almeno una contribuzione pari a 42 anni e 10 mesi.

Resta attiva la cristallizzazione del diritto all’uscita con Quota 100, per i lavoratori che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021. In questo caso, si può richiedere l’uscita con un’età anagrafica di almeno 62 anni e una contribuzione di 38 anni. 

C’è da dire che la misura Quota 100, nonostante le critiche è stata la misura più utilizzata dai lavoratori per uscire dal lavoro ritirandosi per la pensione con una contribuzione sotto i 40 anni. 

Sulla medesima linea Ape sociale, che consente al lavoratore di abbracciare un anticipo pensionistico a 62 anni con un’anzianità contributiva minima da 30, 32 o 36 anni a seconda della categoria di lavoro. In questo caso, l’INPS rilascia un anticipo pensionistico del valore di non oltre 1.500 euro. 

In realtà, sul fronte pensione pesa l’assenza di una vera riforma pensioni. Resta in attesa della ripresa del tavolo di discussione tra Governo e sindacati varie opzioni. 

Al momento, Quota 102 permette al lavoratore di andare in pensione con almeno 38 anni di contribuzione e un’età anagrafica minima di 64 anni. Una misura messa a regime solo fino al 31 dicembre 2022.

Molto probabilmente, dopo dovrebbe scattare Quota 103, che poterebbe a 40 anni di contribuzione e almeno 63 anni di età anagrafica.  

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