Riforma Pensioni al punto di svolta! Via a Quota 41 nel 2022

La Riforma Pensioni sembra lentamente delinearsi. Per ora l'ipotesi più plausibile è che Quota 100 sia sostituita con Quota 41, cioè alla classica pensione anticipata a 62 anni di età si sostituirebbe quella basata sul solo requisito contributivo di 41 anni. L’unico ostacolo a questa misura tanto voluta dai sindacati potrebbero essere i costi.

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In questi giorni si susseguono gli articoli e le informazioni riguardo la Riforma Pensioni, tema su cui c’è grande attesa poiché Draghi evita di pronunciarsi espressamente sull’argomento in prima persona.

Se facciamo il punto della situazione al momento il governo sta vagliando la proposta sindacale di Riforma delle Pensioni, che prevede l’introduzione di una Quota 41 e una Quota 62, a scelta del lavoratore. Cioè il lavoratore avrebbe la scelta se uscire dal lavoro con 41 anni di contributi oppure con 62 anni di età anagrafica.

Per quanto riguarda le modalità di uscita a 62 anni, c’è molto dibattito in merito poiché il governo non sembra intenzionato ad accollarsi una misura troppo simile a Quota 100.

Diversa la questione per Quota 41, che invece gode del plauso di molte forze politiche tra cui il leghista Claudio Durigon, sottosegretario al MEF. Tra gli altri anche il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha fatto sapere che è disponibile a valutare la possibile manovra.

Via Quota 100, dentro Quota 41 per tutti!

Come tutti sanno in Italia urge una Riforma Pensioni e al più presto, perché al momento ai lavoratori è data la possibilità di un pensionamento precoce a 62 anni e con 38 di contributi, attraverso la misura chiamata Quota 100. Ma Quota 100 finirà il 31 dicembre 2021 e non è nelle volontà di Draghi prolungarne l’esistenza.

Se non si trova una misura sostitutiva, di fatto nel 2022 sparirà il pensionamento anticipato e sarà possibile solo l’uscita ordinaria prevista dalla Legge Fornero a 67 anni. Si verrò a creare così quel buco di cinque anni a tutti noto come lo scalone dei cinque anni.

Proprio in sostituzione di Quota 100 e per evitare lo scalone dei cinque anni, fino adesso l’unica soluzione valida che mette tutti d’accordo è Quota 41, che esclude i requisiti anagrafici e considera al fine del pensionamento solo i requisiti contributivi.

L’unico ostacolo a questa misura potrebbe essere il suo costo elevato, poiché secondo le stime questa dovrebbe richiedere un finanziamento identico a Quota 100 e Draghi ha già ricevuto pressioni dalla Comunità Europea al fine di ridurre la spesa pensionistica in Italia.

Ape Sociale e Opzione donna rinnovati per il 2022

In questo caos che avvolge il mondo pensioni, una sola cosa è chiara e cioè che saranno rinnovate Opzione Donna e Ape Sociale.

La prima è una misura che coinvolge solo le lavoratrici e alle quali accorda la pensione anticipata raggiunti 58 o 59 anni di età, dipende se lavoratrici dipendenti o autonome, e 35 anni di contributi netti.

I sindacati chiedono che ad Opzione Donna si accompagni anche una Quota Mamma, cioè un sconto contributivo, pari a un anno per ogni figlio.

Ape Sociale invece è un anticipo pensionistico, per cui servono 63 anni di età e 30-36 di contribuzione, e viene usato da più categorie di lavori, tra i quali quelli impegnati nei lavori usuranti. Per questi infatti c’è la possibilità di ricevere l’Ape sociale e ritirarsi prima dal lavoro aspettando comodamente a casa i requisiti per la pensione ordinaria.

Il funzionamento dell’Ape Sociale è illustrato nei dettagli nel video YouTube degli Insindacabili: