In pensione con Quota 41: c’è un minimo di età da rispettare? Ecco come funzionerà

Pensione con Quota 41: c'è un limite minimo di età da rispettare? Ecco come dovrebbe funzionare questo strumento di accesso alle pensioni anticipate.

Il Governo Meloni è attualmente al lavoro per definire gli ultimi dettagli della Manovra 2023. E, proprio attualmente, si sta discutendo in merito alle modifiche alle pensioni con Opzione Donna. Per il resto, Quota 103 sembrerebbe ormai definitivamente confermata per un anno. Che fine ha fatto, dunque, Quota 41?

Il nuovo premier Giorgia Meloni non sembra avere dubbi, e dello stesso avviso sembra essere anche il Sottosegretario al Ministero del Lavoro Durigon. Superata la Quota 103, si spingerà per una Quota 41 “secca”.

Quota 103 sarà un intervento temporaneo, che fungerà da apripista alla futura Riforma Pensioni. Una riforma che potrebbe prevedere la già citata Quota 41 secca auspicata dalla premier Meloni.

Se e quando Quota 41 vedrà la luce, ci sarà un limite minimo di età da rispettare? Ecco in cosa consiste la proposta.

In pensione con Quota 41: c’è un minimo di età da rispettare? Ecco come funzionerà

Nelle intenzioni del Governo Meloni, la cosiddetta Quota 41 per tutti introdurrà una certa flessibilità: si potrà uscire dal lavoro con 41 anni di contributi versati.

Si potrà, grazie a questo prezioso strumento a disposizione dei lavoratori, accedere alla pensione anche in anticipo. Basta aver cumulato, entro il limite temporale previsto, 41 anni di contribuzione.

Dunque, non si parla assolutamente di requisiti anagrafici, ma solamente di requisiti contributivi.

Ne consegue che, mancando totalmente il requisito anagrafico, non è previsto un limite di età per accedere alla Quota 41 per tutti.

Non ci sarà quindi alcun limite di età da rispettare in caso di accesso alle pensioni con Quota 41.

Ricordiamo, tra l’altro, che la Quota 41 è già esistente, ma consente il solo accesso a determinate categorie di lavoratori precoci. Possono, cioè, accedere alle pensioni anticipate con tale strumento solo coloro che abbiano versato, entro i 19 anni di età, almeno dodici mesi di contributi.

Al momento, tra le altre cose, possono accedere a questa tipologia di pensionamento solo queste categorie:

  • disoccupati che abbiano terminato da tre mesi la fruizione della NASpI (e il cui stato di disoccupazione dipenda da un licenziamento);

  • caregiver che assistono un parente prossimo o un coniuge da almeno sei mesi;

    invalidi civili;

  • lavoratori che svolgono mansioni particolarmente gravose.

Nei piani del Governo Meloni, comunque, il requisito legato ai dodici mesi di contribuzione entro i 19 anni di età dovrebbe saltare: si auspica un possibile accesso alle pensioni anticipate per tutti, indipendentemente non solo dall’età anagrafica, ma anche dall’età di ingresso del richiedente nel mondo del lavoro.

Quota 41 senza minimo di età da rispettare: quanto costerebbe allo Stato?

Una delle motivazioni per cui la Quota 41 per tutti è stata abbandonata in favore di Quota 103 è il suo enorme costo.

Dato che non prevede alcun limite minimo di età da rispettare, ma consentirebbe a tutti i lavoratori l’accesso alle pensioni in anticipo con la sola maturazione del requisito contributivo, la misura si rivelerebbe molto costosa.

Ed è anche per questa ragione che, molto spesso, si è parlato di una possibile Quota 41, ma con requisito anagrafico. Si auspicava l’uscita dal mondo del lavoro non solo con 41 anni di contributi versati, ma con un requisito anagrafico di 61-62 anni di età.

Ma, pur prevedendo un limite anagrafico, una Quota 41 potrebbe arrivare a costare addirittura 65 miliardi di euro in soli dieci anni.

Quota 41 per tutti: nei piani del Governo, addio al requisito dell’età entro 3 anni

Nei piani del Governo Meloni, come accennavamo in apertura, l’esperienza di Quota 103 dovrebbe essere molto breve.

Si tratta di una soluzione ponte, che varrà solo per il 2023: di fatto, comunque, serviranno 41 anni di contribuzione per uscire dal mondo del lavoro, con requisito anagrafico fissato.

Altra alternativa disponibile per l’anno 2023 sarà rappresentata dalla pensione anticipata con Legge Fornero. Questa opzione consente l’accesso precoce alle pensioni con i seguenti requisiti:

  • 41 anni e 10 mesi di contribuzione nel caso delle donne;

  • 41 anni e 10 mesi di contribuzione nel caso degli uomini.

Anche in questo caso, proprio come accadrebbe con una probabile Quota 41 per tutti, non è previsto alcun limite di età anagrafica.

Secondo Il Sole 24 ore, il centrodestra sarebbe attualmente

‘in pressing per centrare entro il 2025-2026, e comunque prima della fine della legislatura, l’obiettivo di Quota 41 in forma “secca”.’

Entro 3 anni, dunque, l’esecutivo prevede il graduale ma progressivo superamento della controversa Legge Fornero.

Il tavolo di discussione relativo alla Riforma Pensioni dovrebbe prendere avvio nei prossimi mesi, dopo l’ufficializzazione della Legge di Bilancio 2023.

La Riforma conterà sul contributo non solo dell’esecutivo Meloni, ma anche delle associazioni di categoria e, soprattutto, dei sindacati. Alcuni di questi, come ad esempio CGIL, CISL e UIL, sembrano particolarmente propensi alla possibilità di introdurre una Quota 41 secca, senza limiti di età.

Leggi anche: In pensione a 60 anni solo per alcune categorie di donne: cambia Opzione Donna dal 2023

Alessia Seminara
Alessia Seminara
Copywriter, classe 1991. Versatile, multipotenziale, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l'Università degli Studi di Catania, con una seconda laurea in Logopedia, ho una passione per la scrittura e il web copywriting. Entrambe mi hanno portato a concludere la canonica formazione accademica e ad intraprendere un ulteriore percorso di formazione in Seo e Copy Persuasivo. Grazie a vari corsi di formazione ho approfondito le mie conoscenze in ambito Digital Martketing. Negli anni ho stretto diverse collaborazioni come copywriter freelance per seguire variegati progetti.
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