Dal periodo di prova al contratto indeterminato: come cambia rapporto di lavoro nel 2022

Arrivano delle importanti novità per quanto riguarda il rapporto di lavoro, a seguito della pubblicazione e dell’entrata in vigore del cosiddetto decreto Trasparenza. Si tratta, quindi, di un decreto legislativo che è andato non soltanto a determinare dei nuovi obblighi informativi che dovranno essere rispettati dai datori di lavoro, ma che ha modificato le disposizioni legate alla durata del periodo di prova e alla nuova gestione del rapporto di lavoro che dovrà essere applicata quando termina il periodo di prova lavorativo di un cittadino.

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Arrivano delle importanti novità per quanto riguarda il rapporto di lavoro, a seguito della pubblicazione e dell’entrata in vigore del cosiddetto decreto Trasparenza.

Si tratta, quindi, di un decreto legislativo che è andato non soltanto a determinare dei nuovi obblighi informativi che dovranno essere rispettati dai datori di lavoro, ma che ha modificato le disposizioni legate alla durata del periodo di prova e alla nuova gestione del rapporto di lavoro che dovrà essere applicata quando termina il periodo di prova lavorativo di un cittadino.

A questo proposito, la squadra dell’esecutivo guidata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha quindi previsto delle variazioni legate alla struttura e al funzionamento del contratto, sia per quanto riguarda il periodo di prova che anche in merito alla formazione obbligatoria che dovrà essere garantita nei confronti dei cittadini coinvolti da questo tipo di rapporto di lavoro.

Proprio per questo motivo, al fine di fornire tutte le informazioni utili a comprendere come cambierà il rapporto di lavoro nel corso dei prossimi mesi, sopratutto in materia di periodo di prova, all’interno del seguente articolo, saranno forniti ulteriori approfondimenti sulle modifiche apportate al contratto in seguito al Decreto Trasparenza.

Le novità sul rapporto di lavoro: come cambia il contratto e il periodo di prova 

Dunque, come annunciato anche all’interno dell’introduzione al seguente articolo, nel corso delle ultime settimane, sono state formulate delle nuove disposizioni per quanto riguarda il funzionamento alla base del periodo di prova che potrà essere riconosciuto nei confronti dei lavoratori.

A questo proposito, è il decreto legislativo numero 104 del 2022 a determinare non soltanto delle novità per quanto riguarda gli obblighi dal punto di vista comunicativo ed informativo che dovranno essere rispettati da parte dei datori di lavoro, ma anche altre modifiche al contratto individuale di lavoro.

In questo senso, un primo aspetto che sarà coinvolto da novità per quanto riguarda la gestione dei lavoratori concerne il periodo di prova, la cui durata quindi non potrà risultare essere superiore ai sei mesi. 

Ma non è finita qui, perché il Decreto Trasparenza ha portato con se delle novità importanti non soltanto in merito al periodo di prova, ma anche ai contratti a termine e alla reiterazione della prova oppure la sospensione del periodo di prova stesso.

Come cambiano i contratti a termine con il Decreto Trasparenza

Dunque, per quanto riguarda i contratti a termini, ovvero quei contratti che vanno a regolarizzare i rapporto di lavoro a tempo determinato, anche in questo caso il periodo di prova è stato interessato da variazioni.

Infatti, secondo quanto previsto dal Decreto Trasparenza, il periodo di prova in queste tipologie di contratto dovrà essere necessariamente proporzionale all’effettiva durata del contratto stesso di lavoro, ma anche alle attività che dovranno essere svolte da parte del soggetto.

Ciò significa, quindi, che non sarà possibile fare riferimento alle disposizioni in materia di contrattazione collettiva per quanto riguarda i periodi di prova per i contratti a termine.

Saranno gli stessi datori di lavoro che dovranno calcolare al meglio il periodo di prova, tenendo conto di tutti gli aspetti appena citati.

Nello specifico, il decreto legislativo recentemente approvato ed entrato in vigore, che ha preso il nome di Decreto Trasparenza, ha disposto che nei casi in cui il contratto a tempo determinato risulti essere di breve durata, anche il periodo di prova dovrà essere calibrato sulla base del periodo di lavoro previsto non superando mai la metà della durata del contratto a termine.

Quando non si può accedere al periodo di prova? Le indicazioni 

Il decreto Trasparenza è andato anche a prevedere delle situazioni in cui non sarà possibile riconoscere nei confronti dei lavoratori la possibilità di essere soggetto ad un nuovo periodo di prova per un lavoro.

Questo potrebbe capitare ad esempio in quei casi in cui il datore di lavoro decide di rinnovare un contratto di lavoro allo stesso soggetto, per cui vengono predisposte le stesse mansioni.

Inoltre, è importante anche chiarire che vi sono anche altri casi in cui si potrebbe andare a verificare delle eccezioni a questo meccanismo di reiterazione del periodo di prova. 

Ad esempio, quando risulta essere trascorso un periodo di tempo “apprezzabile” in confronto al precedente contratto di lavoro. Allo stesso tempo, rientrano anche quelle situazioni in cui tra un rapporto e l’altro siano emersi dei fattori di cambiamento che renderebbero utile il periodo di prova.

Quando viene sospeso il periodo di prova da lavoro 

È possibile evidenziare anche delle condizioni in cui il periodo di prova da lavoro risulta essere coinvolto da una fase di sospensione. Questo evento potrebbe verificarsi quando il cittadino risulta essere interessato da un infortunio, oppure essere in malattia o ancora quando il lavoratore si trova in congedo di maternità obbligatoria oppure di paternità obbligatorio. 

Infine, occorre sottolineare che nel momento in cui il lavoratore ha terminato il suo periodo di prova dovrà godere della possibilità di richiedere al datore di lavoro delle condizioni di lavoro più stabili e sicure, il quale sarà tenuto a fornire una risposta entro un mese a partire dalla data in cui è stata presentata la richiesta.