RDC: nuove regole e sistema del décalage

RDC: nuove regole e sistema del décalage. Ha trovato accoglimento l’istanza che voleva la proroga di questa misura di sostegno anche per questo nuovo anno, per la quale sono stati messi sul tavolo un miliardo di euro. Importanti novità riguardano tanti aspetti della materia, quali il concetto di offerta congrua, il numero di offerte di lavoro, il funzionamento del sistema di décalage e la previsione di sgravi fiscali per chi assume soggetti che usufruiscono del RDC. Inasprito anche il sistema dei controlli. Leggi l'articolo e resta aggiornato!

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La legge di Bilancio per il 2022 ha portato novità anche per quel che riguarda il reddito di cittadinanza (RDC).

Ha trovato quindi accoglimento l’istanza che voleva la proroga di questa misura di sostegno anche per questo nuovo anno per la quale sono stati messi sul tavolo un miliardo di euro allo scopo di allargare la platea dei beneficiari, per una popolazione come quella italiana, in cui l’emergenza sanitaria da Covid sembra non finisca di pesare come un macigno sull’economia di tante famiglie.

È stata quindi prevista il rinnovo della misura ma si è intervenuti in maniera profonda su diversi aspetti del sussidio prima fra tutti sul tema dei controlli per evitare qualunque situazione che possa comportare un’indebita percezione di questo sostegno da parte di alcuno.

Inoltre importanti novità riguardano anche altri aspetti della materia, quali il concetto di offerta congrua, il numero di offerte di lavoro e il funzionamento del sistema di décalage e la previsione di sgravi fiscali per chi assume soggetti che usufruiscono del RDC.

RDC: il punto della situazione

Il governo Draghi nella nuova manovra di Bilancio per il 2022, ha dunque rifinanziato il sussidio del reddito di cittadinanza anche peer il 2022 ma ne ha previsto dei cambiamenti rispetto all’originaria configurazione.

Importante manovra di sostegno a favore delle famiglie, voluta fortemente dal M5S, bisogna dire che da quando è stata introdotta è risultata abbastanza espansiva per le casse dello Stato italiano, con un costo annuo di circa 9 miliardi di euro.

Solo nello scorso anno i dati ci dicono che stati quasi 4 milioni coloro che hanno beneficiato di questo sostegno, con un importo medio dell’assegno mensile di circa 578€ fruito per circa 18 mensilità. Di questi quasi 4 milioni di beneficiari, 1,7 milioni sono rappresentati da famiglie che hanno percepito il reddito per almeno un mese.

Attualmente alla luce anche delle ulteriori difficoltà che la crisi pandemica sta comportando, con sempre più persone che si trovano a vivere in condizioni di estremo disagio, si è deciso di prorogare tale sostegno anche per il 2022 visto l’allargarsi della platea dei beneficiari.

Ad oggi tale misura è stata rifinanziata mettendo sul tavolo un’integrazione addizionale di un altro miliardo di euro portando così a 8,8 miliardi di euro, lo stanziamento complessivo a disposizione per questo sostegno.

Ovviamente all’allargamento della platea dei beneficiari ha fatto da contraltare una serie di ridefinizione di alcuni aspetti di questo sussidio a cominciare da un inasprimento del meccanismo dei controlli proprio per scongiurare e porre un freno alle frodi che già si sono rilevate relativamente a soggetti che hanno indebitamente usufruito di questo sussidio a discapito di persone effettivamente bisognose.

Per chi fosse interessato un video tratto dal canale Mr LUL lepaghediale - YouTube, offre spunti interessanti sul tema.

RDC: che cosa è

Il RDC è stato introdotto nel nostro paese con la legge n. 4 del gennaio del 2018. Il suo scopo fondamentale era quello di fornire un sostegno ed un contrasto alla povertà, facilitando contemporaneamente il reinserimento del beneficiario della manovra, in ambito sia lavorativo che sociale.

Si sostanzia nel pagamento di un assegno mensile, il cui importo risulta essere variabile a seconda delle condizioni economiche del richiedente, valutate sulla base dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ovvero sulla base dell’Isee.

In dettaglio, l’importo di questo assegno varia da un minimo di 400 euro ad un massimo di 840 euro mensili da corrispondere a soggetti che siano disoccupati maggiorenni, in cambio dell’assunzione da parte di questi beneficiari, dell’impegno ad iniziare un percorso formativo che agevoli e favorisca il loro reinserimento all’interno del mondo del lavoro.

Se il nucleo familiare richiedente è composto poi da una o due persone che abbiano più di 67 anni, non si parla più di reddito di cittadinanza ma di pensione di cittadinanza, che può arrivare fino a 780 euro mensili dipendendo sempre dalle condizioni Isee del nucleo residente.

Bisogna dire che mentre la legge di Bilancio ha portato novità riguardo il reddito di cittadinanza, nessun cambiamento invece ha riguardato la pensione di cittadinanza.

RDC: le nuove regole

Le principali regole riguardano il numero ed il concetto di offerta congrua, il cosiddetto sistema di décalage, la previsione di sgravi fiscali per coloro che assumo soggetti che percepiscono il RDC e cosa molto importante, l’inasprimento di tutto il sistema dei controlli.

Per quanto riguarda il numero di offerte congrue, il precedente meccanismo prevedeva che il diritto al beneficio decadeva dopo che il percettore del reddito avesse rifiutato tre offerte di lavoro ritenute congrue.

La nuova legge di Bilancio ha invece stabilito che si decade dal diritto al beneficio quando si abbia il rifiuto del lavorator non più di tre ma di due offerte ritenute congrue.

La legge ha stabilito che la prima offerta si intende congrua se, in relazione ad un contratto a tempo di lavoro indeterminato, oppure determinato, part time, in somministrazione con una durata di almeno tre mesi, questa non disti più di 80 km dalla residenza del destinatario del reddito o in alternativa, sia raggiungibile in almeno 100 minuti utilizzando i mezzi pubblici.

Se poi questa è offerta è a tempo indeterminato, questa è considerata congrua a prescindere dal luogo di provenienza, quindi è ritenuta congrua da qualunque parte d’Italia dovesse arrivare.

In relazione alla seconda offerta, il concetto di limite territoriale viene meno completamente, ragion per cui è congrua un’offerta di lavoro da qualunque zona di provenienza del territorio italiano.

Oltre a queste condizioni relativamente alle offerte congrue, si decade dal beneficio se il precettore del RDC non si presenti “almeno ogni mese” presso un centro per l’impiego senza che per questo abbia un “giustificato motivo”, perché questo impedisce che si possano verificare che si stiano rispettando gli impegni che sono stati assunti all’interno del progetto personalizzato.

RDC 2022: sistema del décalage

Le altre novità relative al RDC per il nuovo anno, riguardano il cosiddetto meccanismo di décalage, ovvero quel meccanismo per cui si vada a ridurre periodicamente l’importo di un beneficio percepito in modo periodico.

La vecchia disciplina in materia di RDC stabiliva che il meccanismo di décalage scattava a partire dal sesto mese di percezione del sussidio.

Attualmente si è stabilito che il décalage, che comporta la riduzione di 5€ mensili, scatti per il beneficiario del reddito già a partire dal rifiuto della prima offerta considerata congrua.

È ovvio che un sistema di questo tipo possa essere diretto solo a quei lavoratori cosiddetti “occupabili” cioè idonei ad essere reintrodotti nel mondo del lavoro restandone dunque esclusi, tutti quei nuclei familiari all’interno dei quali ci siano minori al di sotto dei tre anni o comunque disabili gravi o persone non autosufficienti.

Va anche detto che il meccanismo del décalage si interrompe qualora si accetti un’offerta di lavoro la cui durata sia superiore al mese. Tale durata deve essere intesa in senso continuativo.

RDC 2022: incentivi fiscali per l’assunzione

La nuova legge di Bilancio, archiviata poi la figura dei navigator, prevede che all’inserimento dei beneficiari del reddito contribuiscano delle agenzie per il lavoro regolarmente iscritte all’albo e autorizzate dall’Anpal, il cui operato contribuirebbe a quello già svolto dai centri per l’impiego.

La stessa legge di Bilancio allo scopo poi di incentivare l’assunzione dei beneficiari del sussidio, prevede degli sgravi fiscali per gli imprenditori che assumano anche grazie all’intermediazione di queste agenzie, riconoscendo in capo a quest’ultime, il 20% dell’incentivo che riconosciuto in capo al datore di lavoro.

RDC 2022: il meccanismo dei controlli

La legge di Bilancio è intervenuta poi sulla ridefinizione del benefico prevedendo anche un inasprimento del sistema dei controlli.

Inizialmente era previsto che per richiedere il reddito fosse sufficiente un’autocertificazione che il richiedente doveva inviare direttamente all’Inps.

Era l’Inps che poi provvedeva al controllo dei requisiti Isee ed in seguito a quelli relativi più strettamente al soggetto come quelli anagrafici e relativi alla residenza, in quanto si procedeva per questo semplicemente con una verifica a campione dei casellari giudiziari.

Attualmente le nuove norme prevedono che sia lo stesso ente, ovvero l’Inps a dover controllare congiuntamente tutti i requisiti del soggetto prima di procedere ad erogare il RDC, stabilendo inoltre una serie di reati per i quali scatta la decadenza al beneficio.

Bisogna poi dire che la dichiarazione di Disponibilità immediata al lavoro deve essere consegnata dal richiedente in modo contestuale alla domanda e non più dopo che siano decorsi 30 gironi da quando si sia avuto riconosciuto il diritto al beneficio.

Quando si ravvedano poi situazioni controverse arriva anche la possibilità per l’Inps di reperire ulteriori informazioni dai comuni di residenza dei richiedenti, con relativa sospensione dell’erogazione del sussidio per tutto il periodo di incertezza.

RDC 2022: controlli da parte dell’Inps

Nel momento in cui l’Inps, procedendo alla verifica immediata di tutti i requisiti, ravvedesse delle situazioni poco chiare, può richiedere maggiori informazioni ai comuni di residenza dei soggetti richiedenti il beneficio utilizzando per questo il Sistema informativo del Reddito di cittadinanza.

Entro 120 giorni dalla richiesta inoltrata dall’Inps, i Comuni sono tenuti a fornire tutte le informazioni relative alla verifica. Durante il periodo oggetto di verifica, il pagamento del sussidio viene sospeso, ma se trascorrono 120 giorni senza che il Comune rilasci alcun tipo d’informazione, il pagamento del reddito riprende.

Tuttavia in questo caso, laddove si ravvisasse in seguito in favore del richiedente, il pagamento di somme non dovute, sarà l’ente territoriale a dover risarcire all’Inps il danno arrecato per aver corrisposto pagamenti indebiti.

RDC 2022: chi ne ha diritto

Attualmente la norma prevede che beneficiari del RDC possono essere i cittadini italiani, ovvero quelli europei ed extraeuropei che però risiedano da almeno 10 anni in Italia, di cui gli ultimi due siano stati continuativi.

Questo requisito deve essere rispettato solo da colui che richiede il sussidio e non anche da tutti gli altri componenti del suo nucleo familiare.

Questa verifica spetta al Comune che può anche collaborare con altri enti territoriali nell’ipotesi che il richiedente abbia abitato in Comuni differenti nell’ultimo periodo, se però non ci sono informazioni certe per ricostruire i requisiti di residenza, allora il Comune deve convocare personalmente l’interessato per avere tutte le notizie utili a tal fine.

Possono beneficiare del RDC anche i cittadini dei paesi terzi purché però abbiano un permesso di soggiorno di lungo periodo, ovvero abbiano sempre questo permesso ma siano al tempo stesso familiari di un cittadino italiano o comunitario. Anche in tale eventualità, i controlli sui requisiti anagrafici, vengono fatti dallo stesso Comune entro 30 gironi dall’avvenuto riconoscimento del reddito.