Bomba reddito di cittadinanza: cancellato con un voto!

Il reddito di cittadinanza è una misura che contrasta la povertà e garantisce l'erogazione di mensilità ad integrare la situazione di svantaggio economico di molte famiglie. Secondo le ultime proposte, la misura potrebbe presto essere eliminata, e basterebbe un voto tramite referendum. Le opinioni intorno al reddito di cittadinanza sono contrastanti, e danno origine a non poche controversie. Ecco di cosa si tratta.

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La novità shock arriva in questi giorni, il reddito di cittadinanza rischia di essere cancellato, e non sarà più disponibile per moltissimi cittadini italiani. La cancellazione potrebbe presto avvenire tramite un voto, un referendum che farebbe sparire la misura tanto richiesta nell’ultimo periodo.

Al governo sono arrivate alcune proposte per eliminare questo reddito a sostegno delle famiglie, a causa delle criticità di questa misura presa contro la disoccupazione. Negli ultimi anni, e in particolare con l’arrivo della pandemia, non sono stati pochi a richiedere l’accesso al reddito.

Una misura che, come spiega Quifinanza.it, è utile per arginare il problema della povertà:

“Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, ha dichiarato di vedere il Reddito di cittadinanza come uno strumento di lotta alla povertà e di non considerarlo una politica attiva.”

Il reddito di cittadinanza potrebbe presto sparire, e gli italiani non potranno più richiederlo. Verrà cancellato con un voto, un referendum proposto da alcune parti politiche. Indubbiamente si tratta di una notizia che potrebbe portare, se approvata, a non poche conseguenze per i cittadini. Vediamo nel dettaglio cosa può accadere nel prossimo periodo.

Reddito di cittadinanza: la misura contro la povertà

Il reddito di cittadinanza, e la pensione di cittadinanza, sono stati introdotti, con erogazione INPS, per contrastare la povertà in Italia, come spiega la pagina ufficiale dell’ente previdenziale, dedicata a questo tipo di misura. Si tratta di un sostegno introdotto nel 2019, contro la povertà e per l’inserimento nel mercato del lavoro.

Questo tipo di reddito è applicabile in tutti quei casi in cui i nuclei famigliari che lo richiedono si trovano in una situazione economica svantaggiata. L’accesso a questa erogazione mensile è allargato per un periodo di tempo piuttosto lungo.

Risulta possibile ricevere il reddito di cittadinanza per 18 mesi consecutivi, e inoltre, dopo aver lasciato passare un mese di stop, è consentito procedere con una seconda domanda. Per la pensione di cittadinanza non c'è periodo di sospensione.

Il reddito erogato dall’INPS, come è facile intuire, è uno dei sostegni più richiesti nell’ultimo periodo, perché sono moltissime le famiglie italiane che con l’arrivo della pandemia e lo scoppio della crisi economica, si sono trovate in difficoltà anche a provvedere economicamente al proprio sostentamento.

Di fatto, il reddito di cittadinanza è una iniziativa contro la povertà, applicata per un periodo di tempo molto lungo. L’obiettivo è comunque l’inserimento lavorativo, anche se su questo punto sono arrivate numerose contestazioni.

Reddito di cittadinanza: cancellato con un voto?

Il reddito di cittadinanza potrebbe presto venir cancellato con un voto, un referendum che metterebbe gli italiani di fronte alla possibilità di veder scomparire questo sostegno. Il reddito di cittadinanza potrebbe presto essere eliminato con un semplice voto, ma la questione non emerge solamente in questi giorni.

Le criticità e gli aspetti più contrastanti di questa forma di sostegno si sono manifestate già in questi mesi, e non sono pochi che premono per veder scomparire questa misura. Il problema principale, per cui alcune forze politiche vorrebbero abolire con un voto questo tipo di reddito, è appunto la mancata inclusione nel mercato del lavoro delle persone che lo ricevono.

Sicuramente il reddito di cittadinanza va a coprire le esigenze economiche di molte famiglie in difficoltà, garantendo delle mensilità per poter sopperire alle necessità primarie. Il problema è che questo strumento sarebbe, anche secondo lo stesso presidente INPS, uno strumento contro la povertà, ma non una politica attiva per l’inserimento lavorativo.

In questo contesto, il reddito di cittadinanza è visto come una prestazione unicamente a favore delle categorie svantaggiate della popolazione, non come metodo per incentivare l’inserimento dei cittadini presso un nuovo impiego.  Per questo motivo, la misura potrebbe presto scomparire con un voto.

Il reddito di cittadinanza incentiva il lavoro?

A stabilire la cifra che spetta come mensilità per chi percepisce questa forma di aiuto, è un calcolo, oltre ad una serie di criteri che il nucleo famigliare che lo richiede deve rispettare. La misura tuttavia, secondo le più aspre critiche, non incentiva il lavoro, anzi, potrebbe anche causare un effetto opposto.

Anche se ci sono delle situazioni di eccezione in cui è possibile ricevere il reddito di cittadinanza e nello stesso tempo lavorare, in linea generale la misura non va di pari passo con il lavoro. Inoltre, come spiega Ilgiornale.it molti cittadini che ricevono il reddito di cittadinanza, in realtà non ne avrebbero il diritto:

“I problemi veri e propri sono però insorti con l'arrivo delle prime notizie circa i cosiddetti furbetti del reddito, soggetti riusciti in qualche modo ad ottenere l'assegno senza averne alcun diritto.”

Tutte queste problematiche hanno messo alla luce gli aspetti critici di questo tipo di misura, che fino ad ora ha sostenuto il reddito di molti cittadini italiani, soprattutto in questo periodo storico. Le discussioni su questo tipo di sostegno non finiscono, e si arriva in questi giorni all’ipotesi di eliminazione tramite un voto.

Pensione di cittadinanza: cosa cambierà?

Con un voto potrebbe presto scomparire il reddito di cittadinanza, ma anche la pensione di cittadinanza. In questo caso, si tratta di un sostegno al reddito che viene attivato al compimento di 67 anni, destinato a chi vive stabilmente in Italia da 10 anni, con determinati requisiti reddituali ISEE.

Allo stesso modo che per il reddito, anche per la pensione di cittadinanza si può procedere alla richiesta tramite portale ufficiale INPS, e sono stabilite delle cifre massime che il cittadino può ricevere annualmente.

Con il reddito di cittadinanza potrebbe scomparire anche la pensione di cittadinanza? Il voto proposto come referendum potrebbe intaccare anche i soggetti che al momento stanno ricevendo la pensione di cittadinanza. Eppure, sono ancora molte le parti a favore della misura, e bisognerà vedere le prossime evoluzioni per sapere cosa accadrà a questa misura.

Indubbiamente una misura come la pensione di cittadinanza è utile anche in tutti quei casi in cui in famiglia sono presenti persone con grave disabilità, e lo stesso vale per il reddito di cittadinanza.

Quanti italiani hanno chiesto il reddito di cittadinanza

Negli ultimi anni, è aumentato il numero degli italiani che hanno richiesto il reddito di cittadinanza. Come documentava nel 2020 Ilsole24ore.com le persone che si sono dimostrate interessate a questo tipo di sostegno erano almeno 2,7 milioni.

L’Osservatorio INPS su Reddito e Pensione di Cittadinanza ha raccolto i dati aggiornati relativi a quante persone hanno avuto accesso a questo tipo di sostegno nell’ultimo anno. Secondo i dati, solo nel mese di marzo dell’anno in corso sono state 569.343 le persone a richiedere accesso a questa misura all’INPS. L’Osservatorio offre dati specifici:

“Hanno percepito il Reddito di Cittadinanza 1.343.624 nuclei familiari, con 3.238.931 persone coinvolte e un importo medio a nucleo pari a 582,53 euro.”

Numeri simili riguardano anche la misura pensionistica per chi supera i 67 anni. Numeri che si affiancano a tutti i cittadini che hanno percepito il REM, introdotto a causa dello scoppio della pandemia. Una buona fetta di popolazione ha richiesto l’accesso a sostegni economici dall’inizio del 2020, sia per la crisi in corso sia a causa dell’arrivo del virus.

Reddito di cittadinanza cancellato: cosa accadrà?

Anche se le voci girano già da qualche mese, ancora non è certo cosa accadrà alla misura INPS che al momento lotta per contrastare la povertà nel paese.

Secondo le ultime indiscrezioni ci potrà essere tuttavia un referendum, che tramite voto proporrà l’eliminazione del reddito di cittadinanza già per il 2022. La causa principale che ha dato il via alla proposta è legata all’aspetto più critico della misura, che potrebbe per molti essere un disincentivo al lavoro.

Sono state moltissime le voci in merito a questa problematica, anche nei primi periodi di ripresa delle attività. Molti proprietari di alberghi, strutture ricettive e attività legate al mondo del turismo, hanno ritenuto che i posti di lavoro rimangono vuoti perché molti italiani preferiscono continuare a ricevere il reddito aggiuntivo, e non rinunciare alla misura, invece di ricominciare a lavorare.

Indubbiamente su questa situazione esistono punti di vista differenti, ma sicuramente con l’arrivo del Covid-19 moltissime famiglie non hanno potuto fare a meno di chiedere l’accesso all’INPS a questa misura.

Probabilmente, complice anche la ripresa economica, il reddito di cittadinanza non sarà più indispensabile per limitare la povertà delle famiglie, ma questo per il momento non è ancora certo.

Confindustria: un parere sul reddito di cittadinanza

Oltre ad alcun forze politiche, anche Confindustria si è dimostrata nel tempo contraria alla misura a sostegno del reddito introdotta da qualche anno. La questione principale che genera disaccordo, non è relativa al contrasto alla povertà, ma sugli incentivi per poter accedere ad un nuovo lavoro, possibilità sperata per molti italiani.

Con la ripartenza, Confindustria si è dimostrata sfavorevole a questo tipo di reddito, perché di fatto non concorre a sostenere la ripresa delle attività, ma al contrario disincentiva la ricerca attiva del lavoro.

Secondo molti sarebbero necessarie alcune misure a sostegno dell’inclusione nel mercato del lavoro aggiuntive, iniziative nuove e politiche attive che garantiscano un accesso al mercato stesso del lavoro più facilitato.

Ricordiamo che il problema della disoccupazione si è aggravato nell’ultimo anno, specialmente per le fasce più deboli della popolazione. Inoltre, le disparità di genere nel mercato del lavoro sono ancora marcate, e secondo molti potrebbero essere necessarie nuove agevolazioni per l’inclusione di queste categorie in un mercato del lavoro sempre più complesso, e in cui le disparità sociali si iniziano a sentire.