Reddito di cittadinanza cancellato? Arriva il nuovo GOL

GOL è il nuovo progetto del Governo per riformare le politiche attive per il lavoro: con la sua introduzione il Reddito di cittadinanza verrà cancellato? Ecco come funziona la Garanzia di Occupabilità ai Lavoratori, chi può accedervi e quali sono i cinque percorsi che il Governo propone ai cittadini per poter essere inseriti nel mondo del lavoro e per trovare un'occupazione.

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Il reddito di cittadinanza è stato preso di mira da alcune forze politiche che intendono cancellarlo con un referendum, ma ciò non significa che i beneficiari debbano iniziare a preoccuparsi. Il Governo, infatti, intende riformare il sussidio e introdurre nuove misure a sostegno dell’occupazione.

Tra queste anche il programma GOL, acronimo di Garanzia di Occupabilità ai Lavoratori, che intende incentivare l’inserimento delle categorie più fragili e svantaggiate nel mondo del lavoro attraverso uno dei cinque percorsi ad hoc previsti dall’iniziativa.

Cos’è e come funziona il nuovo progetto GOL? Dovremmo dire addio al reddito di cittadinanza dopo l’introduzione della Garanzia di Occupabilità ai Lavoratori? Ecco spiegato il piano del Governo per tagliare il reddito di cittadinanza e favorire l’occupazione con delle nuove misure per i lavoratori.

Addio al reddito di cittadinanza? Cosa sappiamo…

Le sorti del reddito di cittadinanza non sono ancora note: quel che è certo, nelle parole del Ministro del Lavoro, è che la misura va cambiata e migliorata. 

Il reddito è finito anche sotto la lente dell’OCSE, che ne ha indicato alcuni correttivi, mentre alcune forze politiche seguono con interesse la questione per valutare la cancellazione o il taglio della misura grillina.

Sullo sfondo ci sono poi gli oltre 2,5 milioni di beneficiari che assistono alla discussione senza poter esprimere il proprio parere e che temono di perdere il sussidio mensile che spetta alle famiglie in difficoltà economica. Ma c’è davvero da preoccuparsi?

Il vero problema del RdC è che non ha raggiunto gli obiettivi per il quale è stato introdotto, ovvero per favorire l’occupazione, nonostante l’analisi dell’OCSE abbia evidenziato come abbia centrato un altro degli obiettivi:

nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali.

Perciò, l’OCSE propone di tagliare il reddito di cittadinanza anziché cancellarlo in modo tale da incoraggiare i beneficiari a cercare un’occupazione.

Nel frattempo, però, il Governo sta intervenendo con la riforma delle politiche attive per il lavoro, con l’introduzione – da fine settembre – del nuovo programma GOL.

Reddito di cittadinanza o GOL? Cos’è e come funziona

Presentato dal Ministro Orlando alle parti sociali in videoconferenza lo scorso 8 settembre, GOL è il nuovo progetto del Governo per favorire l’occupazione dei giovani, delle donne e in generale dei soggetti che hanno perso il Lavoro. Un progetto ambizioso che ci accompagnerà per i prossimi cinque anni.

Sono infatti 4,9 milioni le risorse stanziate per finanziare la misura, che ha un orizzonte temporale che ricalca quello del PNRR, ovvero perimetrato su cinque anni, dal 2021 al 2025. L’obiettivo è raggiungere 3 milioni di lavoratori che hanno perso la propria occupazione.

GOL è l’acronimo di Garanzia di Occupabilità ai Lavoratori e consiste in un intervento di formazione e accompagnamento dei soggetti in vista della ricerca del lavoro e dell’inserimento nel mondo del lavoro. 

Grazie a questa nuova politica attiva per il lavoro, infatti, verranno offerti dei percorsi ad personam, ovvero diversi per ciascun soggetto sulla base delle proprie competente, conoscenze e pertinenze.

GOL: il target e gli obiettivi

Prima ancora di addentrarci nella spiegazione di come funziona il GOL, a chi si rivolge e quali sono i percorsi previsti dalla nuova politica attiva per il lavoro, è bene mettere in chiaro quali siano gli obiettivi che il Governo intende raggiungere, così come i risultati che chiede di raggiungere l’Unione Europea.

Lo stesso Ministro del Lavoro ha spiegato alle parti sociali:

Il target è molto ambizioso 3 milioni di persone da raggiungere con il programma entro il 2025, ad 800 mila delle quali dovrà essere erogata appropriata formazione, per il 40% dei casi con contenuti legati alle competenze digitali.

Si dovranno prediligere coloro che hanno difficoltà a trovare lavoro o a inserirsi nel mondo del lavoro. Per tale motivo, almeno il 75% dei beneficiari del GOL dovranno rientrare tra le categorie più svantaggiate, ovvero donne, disoccupati a lungo termine, soggetti con disabilità, giovani con meno di 30 anni oppure over 55.

GOL: a chi si rivolge il nuovo progetto del Governo?

Ma chi potrà prendere parte al nuovo progetto del Governo? GOL si rivolge anzitutto alle fasce più deboli della popolazione, quelle più svantaggiate e che riscontrano difficoltà evidenti nella ricerca del lavoro. La platea che si intende raggiungere comprende circa 3 milioni di soggetti entro il 2025.

Tralasciando per un momento i numeri, potranno accedere al programma Garanzia di Occupabilità ai Lavoratori coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza, ma anche chi percepisce la cassa integrazione, i beneficiari dell’indennità di disoccupazione Naspi e DIS COLL.

La nuova misura si rivolge anche ai lavoratori fragili o vulnerabili, ai disoccupati di lungo periodo, alle donne, ai giovani con meno di 30 anni e ai lavoratori over 55. GOL potrebbe raggiungere anche i cosiddetti “working poor” (lavoratori che sono occupati ma hanno alto rischio di perdere il lavoro e di ritrovarsi senza reddito).

GOL: i cinque percorsi per trovare lavoro

A seconda della categoria di soggetto beneficiario del GOL – Garanzia di Occupabilità ai Lavoratori – sono stati predisposti cinque percorsi diversi che permettono di ottenere skills, conoscenze e competenze differenti.

Sostanzialmente si è partiti dalla constatazione che non tutti i disoccupati sono uguali e non tutti hanno bisogno delle stesse soluzioni. Perciò, GOL si articola in cinque percorsi.

Il primo percorso è finalizzato al “reinserimento lavorativo” rapido ed è destinato a tutti coloro che sono facilmente occupabili. Questi soggetti vanno semplicemente ricollocati nel mondo del lavoro, senza fornire loro ulteriori competenze o conoscenze.

Il secondo percorso, invece, è finalizzato all’aggiornamento (detto “upskilling”) di tutti quei soggetti che hanno bisogno di seguire un percorso di formazione e professionalizzazione prima di essere inseriti nel contesto lavorativo. Per questi soggetti, quindi, è previsto lo svolgimento di un corso professionalizzante per acquisire nuove competenze.

Il terzo percorso è finalizzato alla riqualificazione (chiamata “reskilling”) e si rivolge a tutti coloro che risultano piuttosto distanti dal mondo del lavoro. Per poter trovare un’occupazione, quindi, questi lavoratori hanno bisogno di un’attività di formazione decisamente più ampia, che può raggiungere anche le 800 ore.

Il percorso di riqualificazione tende ad avvicinare i lavoratori alle competenze più richieste dal mercato e si rivolge, per esempio, a coloro che non sono riusciti a terminare il percorso scolastico ma che intendono trovare un lavoro e inserirsi nel mercato.

Il quarto percorso riguarda casi più complessi, che necessitano di strumenti necessari ed essenziali non solo per essere inseriti nel mondo del lavoro. Per questi soggetti sono stati pensati dei percorsi di “lavoro e inclusione” in collaborazione con i servizi sociali, educativi o sanitari.

Il quinto percorso è definito di “ricollocazione collettiva”, in quanto – a differenza dei primi quattro – non è un percorso individuale ma di gruppo. Questo percorso è ideali nei casi di crisi aziendale, dove non viene valutata soltanto la capacità di un singolo lavoratore, ma quella di un team di lavoratori che raggiungono un obiettivo lavorando tutti insieme in un’unica direzione.

GOL: quando parte?

Nelle parole del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, il nuovo progetto GOL dovrebbe essere messo in atto a partire dal prossimo autunno (indicativamente da fine settembre con anticipo rispetto alle indicazioni dell’UE), ma è ancora impossibile definire una data precisa. 

Quel che è certo, però, è l’orizzonte temporale della misura che intende favorire l’occupazione e al tempo stesso la formazione dei lavoratori con percorsi ad hoc per ciascun soggetto in base alle proprie inclinazioni e al proprio percorso di studi o professionale.

GOL è un progetto che ha il medesimo orizzonte temporale del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – e quindi viene perimetrato nel quinquennio 2021-25. Le risorse a disposizione sono superiori a 4 miliardi di euro e il target di riferimento incluse oltre 3 milioni di soggetti.

GOL e centri per l’impiego: qual è il nesso?

Per avere accesso a GOL, la Garanzia di Occupabilità ai Lavoratori, occorre passare per i centri per l’impiego, anche se – nelle prospettive di Andrea Orlando – va realizzata una stretta sinergia tra il settore pubblico e quello privato nell’ambito di riforma delle politiche attive per il lavoro.

La novità è che si passerà a una programmazione basata sul raggiungimento dei risultati: in altre parole, si potrà ottenere il rimborso soltanto dopo aver raggiunto l’obiettivo e non in base all’avanzamento della spesa come avvenuto sino ad oggi.

I beneficiari della nuova misura, infine, dovranno accedere ai servizi offerti dai centri per l’impiego entro 4 mesi dall’avvio della prestazione.

Reddito di cittadinanza: come potrebbe cambiare?

E mentre si attende l’avvio del nuovo progetto GOL, ci si interroga su come potrebbe cambiare il reddito di cittadinanza e quale sia il piano del Governo per modificare la misura senza cancellarla.

Da un lato c’è Fratelli d’Italia che invoca un referendum per la sua cancellazione, mentre dall’altro lato le forze politiche si stanno confrontando per raggiungere un compromesso che modifichi la misura rispetto a come è attualmente.

Dalle file della Lega, per esempio, il Ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha proposto il passaggio dal reddito di cittadinanza al “lavoro di cittadinanza”. Nel M5s, invece, si erge un muro: la misura introdotta nel 2016 non va toccata in alcun modo.

Pd e LeU condividono la necessità di salvaguardare il reddito, ma di modificarlo affinché possa essere più in linea con i suoi obiettivi, soprattutto per quanto riguarda le politiche attive per il lavoro (che insieme alla riforma degli ammortizzatori sociali sono i pilastri a sostegno dell’occupazione).