Reddito di cittadinanza, cosa significa offerta congrua e perché viene eliminata nel 2023

Chi beneficia del reddito di cittadinanza aveva, fino ad ora, l’obbligo di accettare un’offerta di lavoro congrua. Dal 2023 non sarà più così.

È l’ultimo attacco, durissimo, al reddito di cittadinanza da parte del governo Meloni: gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2023 hanno stravolto i principi cardine della misura in vigore nel nostro Paese dal 2019.

Tra le modifiche, la cancellazione della parola “congrua” accanto all’”offerta di lavoro”. Non si tratta, però, dell’eliminazione di un semplice aggettivo, bensì dell’ennesima stangata al sostegno la cui platea si restringerà sempre di più, in vista della definitiva abolizione nel 2024.

Giuseppe Conte ha criticato aspramente l’ultima decisione in merito al RdC del governo:

 Siamo alla follia pura, hanno fatto saltare il concetto di congruità, che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi.

Ma cosa significa offerta congrua e cosa intende Conte quando dice che si tratta di un concetto alla base della tutela della dignità del lavoro?

Reddito di cittadinanza, cosa significa offerta di lavoro congrua

Partiamo dal principio: il reddito di cittadinanza, tanto criticato e oggetto di modifiche durante gli anni, non è un semplice sussidio alla povertà. Obiettivo della misura, che, da questo punto di vista, purtroppo ha rappresentato un “flop”, è accompagnare i beneficiari verso un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro.

Per farlo, i percettori non godono solo della ricarica mensile, ma devono assolvere a una serie di obblighi, tra cui accettare un’offerta di lavoro congrua.

Ma cosa significa offerta congrua? In sostanza, a chi percepisce il reddito di cittadinanza ed è occupabile viene proposta un’offerta di lavoro che tenga conto di due fattori fondamentali:

  • l’offerta deve essere in linea con le conoscenze e le competenze maturate dal beneficiario;

  • l’offerta deve prevedere una determinata distanza del luogo di lavoro dal domicilio del beneficiario.

Nel dettaglio, in merito al primo punto si tengono in considerazione le competenze del beneficiario e si provvede a offrire un’offerta di lavoro che sia in linea con l’esperienza maturata in un dato settore.

Per quanto riguarda la distanza dal luogo di lavoro, si dice congrua un’offerta di lavoro “entro 80 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile in cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici”.

Ma non solo, perché oltre a queste condizioni, la legge prevede un’ulteriore tutela per il beneficiario: perché l’offerta di lavoro si possa dire congrua è necessario che la retribuzione sia superiore di almeno il 10% rispetto all’importo del sussidio percepito dal beneficiario.  

Reddito di cittadinanza, cosa significa la cancellazione dell’offerta congrua

Alla luce delle condizioni che rendono congrua o meno l’offerta di lavoro, diventa più chiaro comprendere il motivo per cui alcuni esponenti politici si siano schierati contro le modifiche previste dalla nuova Legge di Bilancio in tema di reddito di cittadinanza.

Eliminare la parola “congrua” significa andare a colpire direttamente non solo la ratio del sostegno introdotto nel 2019, ma anche chiedere ai beneficiari di RdC di fare a meno di alcune importanti tutele.

Per prima cosa, la coerenza tra la formazione e l’esperienza del beneficiario e l’offerta di lavoro che viene proposta che, come espresso da Conte:

Riguarda un ingegnere che ha lavorato per anni e deve andare a fare il lavapiatti da tutt’altra parte dell’Italia; riguarda chi ha studiato giurisprudenza e deve accettare un lavoro sotto pagato in qualunque parte del Paese.

Da questo punto di vista, la direzione presa dal governo Meloni sembra non considerare affatto uno dei molteplici obiettivi del RdC sin dalla sua nascita: non solo combattere la disoccupazione, ma tutelare i lavoratori evitando loro di essere sottopagati o di accettare un lavoro senza considerare le capacità e l’esperienza maturate.

Reddito di cittadinanza, non salta solo l’offerta di lavoro congrua

Ma il governo Meloni non ha soltanto eliminato quella (fondamentale) parola dalla norma RdC. Diversi sono stati gli emendamenti che hanno trasformato completamente il sostegno che, ricordiamo, potrà essere ancora chiesto nel 2023, anche se aprendo a una platea molto ridotta, per poi viaggiare verso l’abolizione nel 2024.

Al di là della riduzione del periodo di fruizione del beneficio, portato a 7 mesi, l’esecutivo ha accolto anche la proposta di Valditara per l’introduzione di un altro paletto: per chi ha tra i 18 e i 29 anni l’erogazione del sostegno sarà legata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo.

Su questo punto, Conte commenta così:

Quindi se tu sei cresciuto e nato in una famiglia che non ti ha mandato a scuola, tu sei punito […] Negli altri Paesi funziona che tu vieni pagato per andare a scuola, vieni finanziato per andare a scuola. Ho detto tutto.

Le modifiche al reddito di cittadinanza attuate dal governo Meloni vanno a distruggere il senso stesso del sostegno, ancor prima dell’effettiva abolizione nel 2024. Soprattutto, però, vanno a creare squilibri e perseguire obiettivi che tutto sembrano tranne che andare nella direzione di aiuto e sostegno ai cittadini che si trovano in condizioni di fragilità.

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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