Reddito di cittadinanza: la svolta di Draghi. Le ultime 2022

Il reddito di cittadinanza parte nel 2022 con tante novità introdotte dalla legge di bilancio 2022 la prima di Draghi che cambia tutto.

Il 2022 si è aperto con tante novità sulle quali gli italiani dovranno misurarsi e tra queste c’è anche il reddito di cittadinanza. La misura, bandiera del Movimento cinque stelle, è stata al centro del dibattito subito dopo il rientro dalla pausa estiva, fino alla decisione da parte del presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, di rinnovarla nel 2022 ma con tante novità, tanto da poter affermare che cambia tutto.

Arriva la stretta per chi percepisce il reddito di cittadinanza nella legge di bilancio 2022 approvata  dal governo Draghi e che prevede una serie di novità per quanto riguarda il sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari, misura bandiera del Movimento Cinque Stelle. Il reddito di cittadinanza è stato rifinanziato anche per il 2022 con la legge di bilancio ormai approvata ed ufficiale. Sul piatto un miliardo di euro che consentirà di continuare a pagare le mensilità del reddito di cittadinanza, ma anche di sostenere le nuove domande che potrebbero emergere in questi mesi per effetto delle nuove limitazioni e regole che stanno influenzando l’andamento della crescita economica.

Ma il rinnovo del reddito di cittadinanza per il 2022 non è a costo zero per i beneficiari.

Infatti nel nuovo anno ci sono diverse novità che andranno a ridurre l’importo del reddito di cittadinanza, e nuove modalità per poter conservare il beneficio.

Ma ricordate anche il ruolo dei navigator che dovevano aiutare a mettere in contatto domanda ed offerta di lavoro? Ebbene, anche per loro buone notizie perchè permarranno nell’incarico fino a fine aprile 2022. A loro spetta ancora il compito di favorire l’occupazione dei beneficiari del reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: cosa cambia nel 2022

La legge di bilancio 2022 è ufficiale e con essa anche le nuove caratteristiche del reddito di cittadinanza. Interesseranno sia chi già percepisce la misura d’integrazione salariale che i nuovi beneficiari. 

Seppure i requisiti di accesso al reddito di cittadinanza non cambiano, per il mantenimento della misura, si deve invece rispettare una novità in merito alle possibilità di rifiuto di un’offerta di lavoro, nella speranza che l’occupabilità aumenti.

Partiamo dunque con la prima novità, quella più rilevante. L’abbattimento dell’importo del reddito di cittadinanza di 5 euro al mese, a partire dal mese successivo al rifiuto della prima offerta di lavoro. 

Cambia anche la definizione di congruità dell’offerta di lavoro. Per la prima offerta, la distanza dei chilometri per cui l’offerta è considerata congrua passa da 100 a 80 km. Nella versione del reddito di cittadinanza 2021, il rifiuto della prima offerta di lavoro non determinava alcun impatto sulla prestazione economica. Dal 1 gennaio 2022 invece, in occasione del rifiuto della prima offerta di lavoro, scatta la riduzione di 5 euro al mese

Altra novità che è scattata dal 1 gennaio 2022 è relativa alla procedura di accesso alla misura che richiede prima di poter ricevere il pagamento, di fornire la dichiarazione di immediata disponibilità e di firmare un patto del lavoro con il centro per l’impiego.

Infine, fino ad aprile 2022 sarà possibile aver il supporto dei navigator al fine di individuare una posizione lavorativa che sia conforme con il proprio percorso professionale.

Si ricorda che tutti i componenti del nucleo famigliare che riceve il reddito di cittadinanza, e che sia occupabile dovrà sottostare a queste novità.

Reddito di cittadinanza: come funziona la domanda nel 2022

Per chi deve presentare per la prima volta la domanda del reddito di cittadinanza nel 2022, oppure deve rinnovare la misura dopo lo stop di un mese, trascorsi i primi 18 pagamenti, i requisiti da rispettare sono sia di natura economica-reddituale che anagrafici.

Ma nell’iter di presentazione della domanda del 2022 si dovrà fare un passaggio presso il centro per l’impiego prima di poter ricevere il pagamento del reddito di cittadinanza. Infatti il rilascio della dichiarazione di immediata disponibilità non dovrà più essere presentata dopo l’accettazione della domanda da parte dell’Inps ma prima di questa fase, in quanto l’Inps solo in base alla presenza della DID metterà in pagamento il reddito di cittadinanza. 

Tutti i componenti del nucleo famigliare che risultano occupabili devono rilasciare la DID e firmare il patto per il lavoro.

Al termine di questi passaggi, e solo dopo che l’Inps avrà accettato la domanda, Poste Italiane comunicherà la data entro cui potersi recare nell’ufficio postale per poter ritirare la card su cui l’Inps tramite le Poste accrediterà l’importo.

Reddito di cittadinanza: tutti i requisiti da rispettare

Per il 2022 i requisiti richiesti per poter presentare la domanda del reddito di cittadinanza non cambiano. 

Dal punto di vista dei requisiti anagrafici, questi non sono variati. Ecco cosa bisogna rispettare:

  • cittadinanza italiana o di un paese dell’UE;
  • cittadino di paesi terzi in possesso di permesso di soggiorno;
  • soggetto con protezione internazionale.

Per tutte le tre categorie si deve risiedere in Italia da almeno 10 anni.

Per quanto riguarda invece i requisiti reddituali-patrimoniali, si deve fare attenzione perchè dal 1 gennaio 2022 si deve richiesta del nuovo ISEE, in quanto quello precedente è scaduto il 31 dicembre 2021. Per quanto riguarda gli importi di ISEE e reddito che danno diritto al reddito di cittadinanza, essi non sono variati. Di seguito i limiti:

  • ISEE non superiore a 9.360 euro, si fa riferimento all’ISEE minorenni;
  • un reddito familiare non superiore a 6.000 euro moltiplicato per la scala di equivalenza.

Per quanto riguarda invece il patrimonio, si riconfermano i paletti sia su quello mobiliare (conti correnti, deposito, ecc.) che immobiliari:

  • il patrimonio mobiliare non deve superare 30.000 euro;
  • non aver acquistato un auto nuova nei 6 mesi antecedenti la richiesta o se con cilindrata oltre 1.600 cc nei due anni precedenti, a meno che non sia destinata al trasporto di un disabile.

Reddito di cittadinanza: quando si perde o si riduce

Nel 2022, il reddito di cittadinanza funzionerà più come sostegno all’occupazione che non come misura assistenziale. Almeno questa l’intenzione, come dimostra il fatto che i rifiuti delle offerte di lavoro passano da tre a due e che in caso di rifiuto della prima offerta di lavoro, l’importo del reddito di cittadinanza si riduce di cinque euro al mese. Tale riduzione si applica anche se, trascorsi i primi sei mesi dal primo pagamento, i componenti occupabili del nucleo famigliare non abbiano trovato occupazione.

Questa decurtazione però non si applica se nel nucleo famigliare ci sono figli minorenni oppure componenti con disabilità.

Se invece il beneficiario del reddito di cittadinanza decide di avviare un’attività in proprio, la riduzione di cinque euro, cessa di essere applicata. Si ricorda anche che per favorire l’avvio dell’attività autonoma o partecipare ad un’impresa o cooperativa, l’Inps eroga sei mensilità per un massimo di 780 euro al mese, in un’unica soluzione.

Cosa succede invece al rifiuto della seconda offerta di lavoro? Prima di dare una risposta, va chiarito che la seconda offerta di lavoro può essere proposta sull’intero territorio nazionale, senza alcun vincolo di distanza.

Al secondo rifiuto, l’Inps revoca il pagamento del reddito di cittadinanza.

Infine i nuovi requisiti per il mantenimento del reddito di cittadinanza, prevedono anche un incontro mensile con i referenti del centro per l’impiego per aggiornare lo stato della ricerca del lavoro. Questi incontri sono obbligatori e richiesti a tutti i componenti occupabili del nucleo familiare. L’assenza ad uno dei colloqui non pregiudica il pagamento del RdC a condizione che si diano adeguate motivazioni. Un’assenza ingiustificata invece da input all’Inps per revocare il pagamento.

Reddito di cittadinanza: i controlli previsti

Al fine di rendere l’erogazione del reddito di cittadinanza il più giusto possibile, per evitare pagamenti non dovuti, nel 2022 si attueranno una serie di scambi di informazioni tra Inps, Comuni, Anagrafe nazionale della popolazione residente e Ministero della Giustizia.

Questi enti, incrociando i dati, avranno così la possibilità di poter “certificare” la bontà dei dati inseriti nella domanda del reddito di cittadinanza e quindi permettere all’Inps di effettuare i pagamenti. 

Il Ministero della Giustizia invece avrà un ruolo importante per la verifica delle persone che risultino già condannate con sentenza passata in giudicato da meno di dieci anno. In queste situazioni scatta la revoca del sostegno al RdC.

Lato Comuni, invece, questi sono chiamati ad impiegare almeno un terzo dei beneficiari del RdC che risiedono nel comune, in progetti di utilità sociale. L’attività dovrà essere svolta a titolo gratuito e senza alcuna instaurazione di rapporto di lavoro subordinato. 

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