Reddito di cittadinanza, nuova stretta in arrivo. Ecco chi lo perde

Reddito di cittadinanza addio, arriva Mia. Nuova stretta in arrivo, che va a interessare circa 400 mila percettori del reddito. Ecco chi lo perde.

Reddito di cittadinanza addio, arriva Mia. Si tratta della nuova misura di inclusione attiva voluta dal Governo Meloni, che prevede, per chi ha la possibilità di lavorare, un sussidio pari al massimo a 375 euro per i 12 mesi.

Una nuova stretta in arrivo dunque, che va a interessare circa 400 mila percettori del reddito. Questi beneficiari infatti, appurato che sono nelle condizioni di poter lavorare, percepiranno solo 375 euro al massimo ogni mese, tra l’altro per un periodo di 12 mesi, durante il quale saranno tenuti a seguire un corso di formazione per il reintegro nel mondo del lavoro.

Basti pensare che a oggi, al verificarsi di specifiche condizioni, il reddito di cittadinanza arriva anche fino a 780 euro mensili.

Ecco dunque tutte le novità.

Reddito di cittadinanza, nuova stretta in arrivo: ecco chi lo perde

A suo tempo, la Legge di Bilancio per il 2023 aveva previsto un giro di vita per i beneficiari del reddito di cittadinanza. Ora si viaggia verso una nuova stretta e proprio queste che riportiamo nell’articolo, sono alcune delle novità che trapelano in vista del prossimo decreto Lavoro.

Già in Manovra infatti si stringeva il cerchio intorno ai cosiddetti “occupabili”. In sostanza, percettori del reddito single o in coppia, a cui l’erogazione del sussidio è stata limitata al massimo a sette mesi, nell’arco dell’anno 2023 (da gennaio a dicembre, anche non consecutivamente).

Questo limite non riguarda invece le famiglie dei percettori di reddito, se nel nucleo familiare ci sono minorenni, disabili oppure conviventi con più di 60 anni.

Proprio questi occupabili, che per l’appunto si stima che siano circa 400 mila, oggi sono i protagonisti di questa ulteriore riforma. Al termine dell’erogazione dei sette mesi accordati per il 2023, potranno ricevere soltanto la “Mia” la nuova misura che prevede 375 euro al mese, al massimo per 12 mesi.

Solo dopo valutazioni del caso, si potrà decidere se prolungare il sussidio ancora per 6 mesi oppure no.

Questo perché si tratta di persone che non solo non hanno figli né anziani a carico o tantomeno disabili, ma che sono assolutamente nelle condizioni fisiche e mentali di poter lavorare.

Inoltre, l’eventuale riesame della domanda potrà avvenire soltanto dopo un anno e mezzo di stop.

Reddito di cittadinanza, ultime novità: ecco chi mantiene il diritto

Ci sono invece categorie di persone che non sono “occupabili” bensì intoccabili. Come abbiamo già avuto modo di evidenziare, si tratta di tutti coloro che vivono con bambini o minorenni, anziani a partire da 60 anni di età e persone disabili.

Anche i single, che però non sono in grado di lavorare, percepiscono e continuano a percepire 500 euro al mese di reddito di cittadinanza.

Per quanto riguarda invece il contributo per l’affitto, non si hanno ancora conferme riguardanti la sorte di tale aiuto economico. Di norma, l’erogazione della somma spettante va direttamente al locatore dlel’immobile, al massimo per 18 mesi ma ora si dovrebbe scendere a 12.

Hanno diritto a ricevere mensilmente l’accredito statale sulla carta gialla tutti i cittadini sia italiani che europei nonché extra UE ma con permesso di soggiorno.

È indispensabile una residenza di almeno 5 anni in Italia, di cui gli ultimi due in maniera continuativa.

Reddito di cittadinanza 2023: requisiti e condizioni

Il reddito si eroga dunque a tutte quelle persone che, per un motivo o l’altro non sono in grado di lavorare o che comunque hanno a carico delle persone, ma con un Isee familiare molto basso, per far fronte alle loro necessità vitali.

Proprio il livello economico della famiglia è uno dei requisiti richiesti per poter valutare l’eventuale erogazione del reddito a tali richiedenti.

Nella fattispecie, l’indicatore della situazione economica familiare non deve essere superiore ai 7.200€ annui.

Attenzione, perché tale documento deve essere sempre aggiornato e in corso di validità.

Come si legge nel testo relativo alla nuova misura MIA, questo contributo

è esente dal pagamento dell’Irpef,e si configura come sussidio di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri. Non può essere inferiore a 480 euro annui.

Inoltre, dal 2026 in poi, ci sarà un adeguamento degli importi, tenendo conto dell’aumento del costo della vita.

Se nel corso dell’erogazione, si trova un lavoro dipendente (e questo riguarda anche gli altri componenti della famiglia), non si va ad intaccare il beneficio, se comunque non si supera la soglia dei 3 mila euro lordi di reddito da lavoro all’anno.

Rientrano nel computo anche pensioni dirette e indirette.

Infine, ricordiamo che sussistono alcune condizioni particolari a cui attenersi, per quanto riguarda i giovani che hanno raggiunto l’obbligo scolastico.

Chi dunque ha compiuto i 16 anni, se decide di non mantenersi impegnato in un periodo di studio più prolungato, magari fino all’Università, ha obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro nel nuovo sussidio contro la povertà .

Ne risultano esonerati gli over 60 e i disabili.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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