Nuovo reddito di cittadinanza: ecco le novità più importanti

Le nuove regole previste per il Reddito di Cittadinanza impongono più controlli nei confronti dei percettori del sussidio. Prevista la sospensione e la successiva perdita del beneficio in caso di rifiuto di due offerte di lavoro, anzichè tre. La stretta sui fannulloni prevede inoltre che i percettori possano essere impiegati per lavori utili alla collettività. Il nuovo Reddito di Cittadinanza entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022.

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Il Reddito di Cittadinanza cambia veste. Notizia di qualche giorno fa è che la misura di sostegno verrà certamente prorogata nel 2022 ma con alcuni cambiamenti che la renderanno meno vulnerabile agli sciacallaggi e alle condotte illecite di chi ne ha usufruito senza averne i requisiti.

2022: come cambia il reddito di cittadinanza

La misura assistenziale voluta dal partito politico del Movimento 5 Stelle, è prossima ad essere modificata per consentire a più persone di poterne beneficiare e, di contro, per permettere di stanare tutti coloro che pur non avendone diritto, riescono a farsi bonificare mensilmente gli importi corrispondenti.

Per il 2022 il Governo ha predisposto una serie di misure correttive che serviranno ad ampliare la platea di persone che potranno beneficiarne, riducendo, si spera, il numero di coloro che invece truffando lo Stato, intascano mensilmente i relativi importi.

Ma ora scopriamo più da vicino le novità in rampa di lancio.

Nuovo Reddito di Cittadinanza: arrivano i fondi per il 2022

Nella Legge di Bilancio che verrà votata entro dicembre 2021 al Parlamento, è previsto un nuovo finanziamento per la misura assistenziale corrispondente al Reddito di Cittadinanza.

Nella manovra che verrà presentata alle Camere a dicembre, si prevedono ulteriori finanziamenti per i Centri per l’Impiego, in maniera tale da garantire il corretto funzionamento di tutto quell’apparato burocratico che consente l’erogazione degli importi relativi al Reddito di Cittadinanza.

Si prevede che circa 70 milioni di euro verranno investiti a partire dal 2022.

Ulteriori fondi, stando alle prime indiscrezioni, verranno messi a disposizione dei Centri per l’Impiego per aiutare le fasce di età maggiormente in difficoltà, ovvero i giovani dai 16 ai 30 anni, spesso alle prese con l’inserimento nel mondo del lavoro.

In tal senso sono previste risorse per consentire loro di approcciarsi a corsi di formazione o di studio, necessari per poter creare figure professionali spendibili nel mercato del lavoro.

Aumentano le possibilità di trovare lavoro per i precettori del reddito di cittadinanza

Come detto le nuove misure previste per migliorare la misura di assistenza alle persone in difficoltà, prevedono che scendano in campo altri intermediari che possano aiutare le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza, nella ricerca del lavoro.

L’obiettivo è quello di scongiurare episodi legati alla criminalità organizzata che, come sappiamo, da tempo ha allungato i suoi tentacoli anche sui percettori del reddito, persone in difficoltà che vengono assoldate da gruppi criminali proprio in virtù delle precarie condizioni economiche in cui versano

In tal senso le Agenzie per il lavoro, preventivamente autorizzate, possono affiancarsi ai centri per l’impiego, coadiuvandoli nell’intento di  agevolare l’occupazione dei percettori di Reddito.

Il ruolo di queste Agenzie è quelle di fare da mediatrici tra la domanda e l’offerta di lavoro.

Aumentano i controlli sui percettori del Reddito di Cittadinanza

Con il nuovo anno sono in arrivo maggiori controlli su coloro che richiedono di poter beneficiare della misura assistenziale relativa al Reddito di Cittadinanza

Annualmente, si prevede che vengano effettuati controlli da parte dell’Autorità preposta, ovvero l’INPS, che procede ad una verifica dei requisiti dei richiedenti il reddito, per capire se ci sono o meno i presupposti affinchè quella persona continui a percepire il Reddito di Cittadinanza.

Altre autorità, tra cui la Guardia di Finanza e il Ministero degli Affari Esteri procederanno a portare avanti un piano di verifica su scala nazionale e internazionale.

Lo scopo è quello di  evitare che possano ripetersi episodi di soggetti che beneficiano del reddito stando all’estero o ancora di soggetti che beneficiano di importi riconosciuti a persone che non esistono.

Verranno effettuati controlli sui dati anagrafici che saranno sottoposti ad incroci con altri dati in modo tale da capire in maniera più approfondita se il richiedente ha tutti i requisiti in regola per poter beneficiare della misura assistenziale.

Decurtazione degli importi relativi al Reddito di cittadinanza

Probabilmente una delle misure che più farà storcere il naso ai percettori del Reddito di Cittadinanza è quella riguardante la decurtazione degli importi della misura assistenziale.

Si prevede infatti che, a partire dal 1° gennaio 2022, il Reddito di cittadinanza subirà una diminuzione di circa 5 euro al mese.

La decurtazione, stando a quando trapelato, entrerà in funzione soltanto a partire dal primo rifiuto di un’offerta di lavoro, o per meglio dire, a partire dalla prima offerta rifiutata.

Verranno azionate tutte quelle misure di contrasto al lassismo, per evitare che persone che percepiscono il reddito e sono ipoteticamente idonee a lavorare, preferiscano percepire il reddito senza muoversi dal divano di casa.

In effetti questa rappresenta la più grande critica mossa verso la misura assistenziale del Reddito di Cittadinanza laddove, da quanto è nata, è stata additata come una sorta di misura premio per i fannulloni e per coloro che non vogliono lavorare, preferendo rimanere in pantofole a guardare la televisione.

Reddito di cittadinanza: nuove misure a favore dell’occupazione

Come detto il Governo ha intenzione di porre un freno a quelle situazioni di lassismo in cui i percettori del reddito preferiscono rimanere a casa piuttosto che accettare offerte di lavoro, ben sapendo che a fine mese riceveranno comunque una sorta di stipendio dallo Stato, il Reddito di Cittadinanza appunto.

In questo partita, un ruolo fondamentale è svolto dai Centri per l’Impiego che, assieme alle Agenzie del Lavoro dovranno essere in grado di intercettare i bisogni del mercato e di far coincidere le domande con le offerte di lavoro.

La necessità è quella di reperire nuova forza lavoro tra le fila dei percettori del reddito, togliendo in questo modo anche manodopera alla criminalità organizzata che spesso assolda la propria manovalanza proprio tra queste persone.

La novità principale è data dal fatto che verrà previsto un limite temporale, piò o meno un anno e mezzo, entro cui bisogna accettare almeno un’offerta di lavoro, onde evitare di perdere il beneficio relativo alla riscossione del Reddito di Cittadinanza.

In caso di rifiuto, o meglio, qualora si giunga ad una seconda offerta di lavoro rifiutata, verrà sospesa l’erogazione del beneficio.

Il programma GOL (Garanzia per l’Occupabilità del Lavoratori)

In questo scenario s’inserisce il programma denominato GOL (garanzia per l’Occupabilità dei Lavoratori) che è stato pensato per consentire un miglioramento e uno snellimento delle pratiche burocratiche per la ricerca del lavoro.

Lo scopo è quello di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, incentivando i Centri per l’Impiego nella proposta di offerte congrue.

L’offerta congrua è quell’offerta di lavoro ritenuta idonea nei confronti di un determinato percettore del reddito di cittadinanza, avuto riguardo alle sue competenze, alla distanza da casa e alla tipologia di contratto offerto.

Qualora il percettore del reddito rifiuti una delle due offerte congrue ricevute in un determinato arco di tempo, perderà il diritto a poter beneficare del sussidio costituito dal Reddito di Cittadinanza.

Il limite sino al 31 dicembre 2021 è di tre offerte: a partire dal 1° gennaio 2022, il limite scenderà a due.

Altro tassello fondamentale è che nel nuovo modulo che dovrà essere compilato per avere diritto ad ottenere la misura assistenziale, bisognerà obbligatoriamente barrare la casella o compilare l’apposita sezione, in cui si dovrà dichiarare la disponibilità, con effetto immediato, al lavoro.

Nuove regole per il lavoro offerto

Come anticipato, il percettore del reddito che rifiuterà due offerte di lavoro, perderà il diritto al riconoscimento del beneficio preventivamente concesso.

Le offerte di lavoro dovranno essere corredate da particolari e specifici requisiti che dovranno essere inclusi e rispettati nella proposta che verrà fatta, altrimenti l’iter per poter sospendere il beneficio in questione, non potrà essere avviato.

In particolare, si specifica che la prima proposta di lavoro dovrà essere fatta tenendo conto di una distanza da casa che non potrà superare gli 80 chilometri.

In alternativa si calcola che la distanza dalla residenza del percettore del reddito cui l’offerta di lavoro viene presentata non potrà essere distante, da un punto di vista del tempo necessario a percorrere il tragitto casa-lavoro, più di un’ora e quaranta minuti (100 minuti)

Contrariamente alla prima offerta di lavoro, la seconda offerta che, gioco-forza verrà presentata una volta rifiutata la prima, potrà riguardare l’intero territorio nazionale senza limiti di distanza e di tempo dalla residenza del beneficiario del Reddito di Cittadinanza.

Alle Imprese che assumono i percettori del Reddito di Cittadinanza, verranno riconosciuti benefici fiscali sotto forma di sgravi che potranno arrivare sino al 20%.

I Comuni al centro del nuovo Reddito di Cittadinanza

Un ulteriore novità prevista nella Legge di Bilancio che aprirà la strada ad una riforma del Reddito di Cittadinanza, è caratterizzata dalla possibilità, riconosciuta alle Amministrazioni Locali (i Comuni), di poter utilizzare i percettori del Reddito di Cittadinanza per progetti utili alla collettività. Il rapporto di lavoro che si instaurerebbe sarebbe a titolo gratuito e dunque non si può parlare di un vero e proprio contratto di lavoro.

L’obiettivo, è quello di impiegare persone idonee a lavorare per progetti di utilità stabiliti dai Comuni di appartenenza, in maniera tale da evitare che i percettori del reddito, in attesa di trovare un lavoro vero e proprio, possano rendersi utili per la propria comunità.

Una misura che viene incontro a quanti, a torto o ragione, additavano come principale problema del reddito di cittadinanza quello di aver contribuito ad alimentare la disoccupazione volontaria, di quanti potevano beneficiare comunque di un reddito a fine mese.