Reddito di cittadinanza, stop dal 2024. Ma quanti mesi dura ancora? Ecco la risposta

Stop definitivo per il reddito di cittadinanza a partire dal 2024. Ma per quanti mesi se ne può usufruire? Ecco tutti gli aggiornamenti.

Per il Reddito di Cittadinanza si conferma lo stop definitivo ormai da più parti a far data dal 1 gennaio 2024. Ma per quanti mesi se ne può ancora usufruire e fino a quando si potrà richiedere? Ecco tutti gli aggiornamenti.

Il Reddito di Cittadinanza ormai è destinato all’estinzione. Stavolta la conferma dell’abrogazione arriva dal ministro del Lavoro Marina Calderone.

Ormai tutti lo sanno ma il governo Meloni ha dai primi giorni della campagna elettorale annunciato di voler abolire la misura se fosse salito al governo.

Al momento e con la legge di bilancio 2023 ha soltanto apportato modifiche significative alla misura traghettandolo cosi verso la completa abolizione a partire dal 2024. Al suo posto, secondo alcuni annunci due distinte misure.

Ma quando verrà abrogato definitivamente il Reddito di cittadinanza? E cosa succederà dopo?

Tra poco più di 10 mesi il sussidio più amato dagli italiani e creato dal governo cinquestelle  darà il suo saluto definitivo. Ma se certa è la sua fine, incerte al momento le soluzioni che dovranno sostituire o assorbire il sussidio.

Ma vediamo nel dettaglio tempi e fino a quando ancora questo potrà essere richiesto.

Reddito di cittadinanza, stop dal 2024. Ma quanti mesi dura ancora? Ecco la risposta

Dal 1 gennaio 2024, il reddito di cittadinanza dirà addio all’ampia platea dei suoi percettori.

Al momento sono pochissime le certezze, tra le quali l’abrogazione della misura a partire dal 1° gennaio 2024, la presenza di nuovi obblighi da rispettare per non perdere il sussidio, la formazione obbligatoria e la drastica riduzione della sua durata per alcune categorie di percettori.

La modifica più rilevante è relativa infatti alla riduzione a 7 mesi del diritto a ricevere il sussidio rispetto ai 18 mesi previsti al momento della sua entrata in vigore, senza possibilità di rinnovo.

Si tratta di una riduzione drastica ma che non colpisce tutti i fruitori ma soltanto gli occupabili, ossia coloro che  hanno maggiori probabilità di trovare un impiego.

Non sono toccati dalla riduzione i soggetti fragili, le famiglie con minori disabili e over 60. Per questi soggetti viene garantito un accredito di 18 mensilità e, comunque, fino al 31 dicembre 2023.

Altra modifica riguarda i percettori del reddito di cittadinanza di età compresa tra i 18-29 anni che non hanno finito la scuola dell’obbligo e che sono definiti occupabili. Per loro l’erogazione del reddito è subordinata alla frequenza di corsi formativi.

La non partecipazione a tali corsi comporterà la decadenza del sussidio, ovvero dei restanti 4 mesi su 7 di erogazione.

Reddito di cittadinanza, ecco cosa succederà da Luglio

Ma cosa succederà da Luglio con il primo stop definitivo del reddito di cittadinanza per alcuni occupabili? Già a partire dall’estate il 38,5% dei nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza non vedranno più erogata la misura. Si tratta secondo i dati dell’ufficio parlamentare di bilancio di circa 400.000 famiglie.

Dati che preoccupano e non poco anche a causa del fatto che non ci sarebbero al momento misure sostitutive adatte.

Anche se il ministro del Lavoro Marina Calderone in un’intervista rilasciata al Sole 24ore ha annunciato che si sta lavorando ad un doppio percorso uno dedicato a coloro che si trovano in situazione di difficoltà, i cosiddetti non occupabili, che continueranno a ricevere il reddito per tutto il 2023 e l’altro rivolto a coloro che sono in grado di accedere al lavoro.

Doppio percorso per un doppio obiettivo, assistere i soggetti fragili e attivare politiche attive di lavoro.

Dopo l’abrogazione del reddito di cittadinanza l’assistenza toccherà ai Comuni ed il collocamento alle Regioni

Il ministro del Lavoro Marina Calderone ha annunciato che per l’assistenza delle persone non occupabili si coinvolgeranno Comuni, servizi sociali e terzo settore.

In sostanza, si tratta di aggiungere un ulteriore compito perché questi enti sono già attivi sul fronte assistenzialistico.

La parte relativa all’accompagnamento al lavoro verrà affidata alle regioni e a tutte le agenzie che si occupano di far incrociare la domanda e l’offerta di lavoro tra i quali i centri per l’impiego che dovrebbero essere potenziati in questo anno visto i numerosi concorsi banditi.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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