Reddito di cittadinanza, si può migliorare. Ecco le modifiche che andrebbero apportate

Reddito di Cittadinanza verso lo stop dal 2024. Ma è opportuno sostituirlo e quali modifiche andrebbero apportate? Ecco le possibili soluzioni.

Il Reddito di Cittadinanza verso la chiusura dal 2024 dopo la conferma della premier Meloni. Ma è opportuno sostituirlo o bisognerebbe migliorarlo? Ecco alcune possibili soluzioni.

Reddito di Cittadinanza ormai è certo lo stop definitivo dal 2024 mentre già da gennaio 2023 sono intervenuti una serie di modifiche del sussidio introdotte dal governo di centro destra.

La misura introdotta dal governo Conte non è mai piaciuta al centro desta che ha da subito dichiarato guerra ai percettori.

Numerose le modifiche introdotte da gennaio 2023 come l’erogato soltanto per 7 mesi invece che 18 senza possibilità di rinnovo per coloro che hanno maggiori probabilità di trovare un impiego e lavorare, i cosiddetti occupabili.

Altre novità riguardano coloro di età compresa tra i 18-29 anni che non hanno finito la scuola dell’obbligo: l’erogazione del reddito è subordinata alla frequenza di corsi formativi.

Altra modifica è relativa alla definizione di offerta “congrua” che non può essere rifiutata.

Ma cosa succederà con la definitiva chiusura dal 2024? Chi perderà il sussidio e come si procederà per aiutare queste famiglie?

Ecco tutte le modifiche che andrebbero adottate a seguito del rapporto Caritas 2023.

Reddito di cittadinanza, si può migliorare. Ecco le modifiche che andrebbero apportate

Le conseguenze della chiusura del Reddito di cittadinanza si faranno sentire già da subito. Secondo alcune stime da luglio il 38.5% dei nuclei familiari, ossia circa 400.000 famiglie e il 23% delle persone, più di mezzo milione di individui perderanno il sussidio.

Nella realtà questo comporterà delle conseguenze sociali di non poco conto.

Basta soffermarsi su un capitolo del rapporto 2023 di Caritas Italiana “Adeguate ai tempi e ai bisogni” sulle politiche di contrasto alla povertà in Italia.

Nello specifico quello relativo all’intervento contro la povertà delle persone difficilmente occupabili.

Oggi è sempre più alta l’intensità della povertà, ossia la distanza media del reddito dei poveri dalla soglia di povertà.

Ed ecco che in tale contesto si inserisce il reddito di cittadinanza, che risulta attualmente in linea in termini di importo con i paesi europei, anche se non si riesce a capire se raggiunge tutti i poveri e li tratti tutti nello stesso modo.

Secondo i dati ISTAT le famiglie sotto la soglia di povertà assoluta sono circa 1,9 milioni, mentre i nuclei con Rdc nel mese di settembre 2022 sono stati 1,15 milioni.

Da ciò si evince come circa il 40% dei nuclei familiari in situazioni di povertà non lo riceva. Anzi va detto che la percentuale è destinata a salire perché alcuni beneficiari del reddito non sono in povertà, attestandosi cosi intorno al 50%.

Molte famiglie hanno una spesa bassa ma reddito e patrimoni sopra la soglia ISEE ed alcuni requisiti discriminano alcuni poveri rispetto agli altri.

Ma allora come dovrebbe essere modificato?

Secondo il governo Meloni il Reddito di Cittadinanza dovrebbe essere sostituito con misure concrete di contrasto alla povertà e altre che mirano a rafforzare le politiche attive del lavoro.

Uno dei parametri su cui si dovrebbe intervenire è la scala di equivalenza, cioè il fattore moltiplicativo che adatta la soglia al numero e all’età dei componenti della famiglia. Questa è avvantaggio dei nuclei mono familiari che percepiscono importi più alti rispetto alle famiglie povere con molti figli, che risultano pertanto penalizzate sia nella probabilità di ottenere il Rdc sia nel suo importo.

Reddito di Cittadinanza, ecco le eventuali altre modifiche

Altri fattori che andrebbero modificati sono  il requisito della residenza in Italia da almeno dieci anni. Questo limite esclude molte famiglie di immigrati, per le quali il rischio di povertà è già alto ma sta crescendo in maniera esponenziale negli ultimi anni.

Altra modifica dovrebbe interessare il concetto di costo della vita. L’Istat tiene conto delle differenze nel costo della vita, mentre l’accesso al Rdc sono le stesse per tutto il paese.

Ciò ne determina che il numero dei poveri in termini assoluti è simile tra Nord e Mezzogiorno, ma in realtà non è cosi il rapporto tra numero dei poveri e numero dei beneficiari del Rdc è molto maggiore al Sud.

Al nord le famiglie più povere hanno redditi più alti rispetto a quelle che vivono nel resto d’Italia e per tale motivo, a parità di tenore di vita, risultano esclusi dalla misura.

Reddito di Cittadinanza, verso il Reddito di Inclusione attiva

Il Reddito di Cittadinanza verrà abolita a partire dal 2024 e già si pensa a delle misure alternative., anche se resta ferma la tutela di chi non è in grado di lavorare.

Il governo è già a lavoro per nuove misure che andranno ad accentuare il concetto di inclusione attiva e miglioreranno le politiche attive del lavoro, anche alla luce della programmazione delle politiche di coesione 2021-2027.

Molti stanno spingendo per la creazione del nuovo Reddito di Inclusione Attiva che favorirebbe l’inserimento socio-lavorativo di chi si trova in condizione di povertà mentre contemporaneamente lo si aiuta economicamente.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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