Nel mese di luglio di quest’anno arriva purtroppo una grande batosta per tantissime famiglie italiane che fino ad ora hanno potuto beneficiare del Reddito di cittadinanza.
A seguito della pubblicazione ed entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023, infatti, la maggior parte dei nuclei familiari percettori del RdC dovranno salutare l’assegno mensile, fatta eccezione per quelle famiglie con un componente minorenne, over 60 oppure con disabilità.
Con la recente manovra finanziaria, infatti, il Governo Meloni ha stabilito che nel 2023 si potrà usufruire del reddito di cittadinanza per un massimo di sette mensilità.
Cosa significa? Vuol dire che per quei cittadini che ne hanno goduto in maniera continuativa, il mese di luglio rappresenta l’ultimo mese in cui potranno ricevere l’assegno del RdC. Dopo questa data non solo non riceveranno più l'assegno ma non potranno avere neanche la possibilità di presentare nuovamente la domanda, così come consentito lo scorso anno.
Sono quindi tantissime le famiglie che al momento sono alla ricerca di alternative per capire come evitare il taglio del reddito di cittadinanza. Tra queste, spunta anche la possibilità di fare ricorso al giudice contro la decisione dell’esecutivo di andare ad eliminare il RdC.
Ma ci sono davvero gli estremi per poter ottenere il ricorso? Ecco cosa c’è da sapere prima di incorrere nelle spese legali necessarie per fronteggiare un ricorso.
Addio al Reddito di cittadinanza: si parla di ricorso
Mentre molti cittadini percettori del RdC e tantissimi nuclei familiari stanno cercando una soluzione al fine di evitare la brusca eliminazione del reddito di cittadinanza a partire dal mese di luglio, spunta anche una nuova possibile soluzione: fare ricorso contro il Governo.
Sembrerebbe, infatti, che molte famiglie che beneficiano del reddito di cittadinanza stiano pensando di presentare ricorso al tribunale al fine di contestare la decisione dell’esecutivo della Meloni sul taglio del Reddito di cittadinanza.
Ma ci sono davvero i presupposti per poter presentare il ricorso contro il taglio del RdC? Vale la pena affrontare delle spese così elevate per l’avvocato ai fini di portare avanti un ricorso contro il Governo?
Chiaramente soltanto un giudice di competenza potrebbe realmente dare una risposta veritiera e attendibile, ma ciò che è certo è che, facendo riferimento alla normativa originaria e alle novità inserite nella Legge di Bilancio 2023, ad oggi non sembrano sussistere i presupposti per fare ricorso contro il taglio del Reddito di cittadinanza.
Taglio sul Reddito di cittadinanza: cos’è un diritto acquisito
Prendendo in considerazione le recenti novità che sono state introdotte con la manovra finanziaria del 2023, molte famiglie che finora hanno potuto accedere più volte all’assegno mensile del reddito di cittadinanza, ritengono che la decisione dell’esecutivo della Melone vada a contrastare con un principio fondamentale dell'ordinamento giuridico.
Si fa riferimento al concetto del principio del diritto acquisito. Si tratta di una serie di diritti immutabili che vengono riconosciuti verso un soggetto, anche nei casi in cui vengano approvate delle variazioni al quadro generale dell’ordinamento giuridico.
Basti pensare che tra i diritti acquisiti più importanti attualmente riconosciuti dalla legge vi è quello legato all'erogazione della pensione verso tutti i cittadini.
Ma ora la domanda più importante che bisogna porsi per comprendere se effettivamente ci sono i presupposti per fare ricorso alla decisione del Governo è: il Reddito di cittadinanza rientra nel principio di diritto acquisito?
La risposta è no. Si tratta di una misura elaborata dall’esecutivo che si pone alla pari di altre forme di lotta alla povertà, ma la decisione del Governo di interrompere l'erogazione del RdC verso alcuni cittadini è assolutamente legittima e costituzionale.
Cosa sapere sul ricorso per il Reddito di cittadinanza
Una volta chiarito che il principio del diritto acquisito non può essere assolutamente esteso anche al Reddito di cittadinanza, è ovvio che la decisione di alcune famiglie di andare contro l’eliminazione del RdC avviata dal Governo possa non essere una buona idea.
Infatti, prima di presentare il ricorso, vale la pena che le famiglie che potrebbero essere coinvolte già dal mese di luglio dallo stop dell’assegno mensile del RdC siano consapevoli che tale ricorso possa causare loro non soltanto una perdita di tempo ma anche dover affrontare delle elevate spese che potrebbero rivelarsi utili.
Ciò che è certo è che il Governo ha sicuramente rispettato la legge in merito alla sua decisione di eliminare il Reddito di cittadinanza per centinaia di migliaia di famiglie italiane.
Tuttavia, sarà il 2024 l'anno decisivo dal punto di vista del Reddito di cittadinanza, in quanto il Governo dovrà prendere delle decisioni importanti per assicurare un efficace sistema di forme di sostegno e di lotta alla povertà, nel rispetto dei principi costituzionali attualmente in vigore.