Reddito di Cittadinanza, errore nella Legge di Bilancio: lo perde anche chi cerca lavoro

Reddito di Cittadinanza, dubbi e perplessità nella bozza della Legge di Bilancio. Cambia il concetto di occupabilità. Ecco tutti gli aggiornamenti.

Reddito di Cittadinanza verso l’abrogazione definitiva dal 2024. **La bozza della Legge di Bilancio 2023 non tiene conto del concetto di occupabilità.

Il Reddito di Cittadinanza, misura introdotta dal governo cinquestelle con a capo Giuseppe Conte, è mal digerito dal nuovo governo di centro destra.

Dalle prime battute dalla campagna elettorale, i maggiori esponenti della coalizione guidata da Giorgia Meloni ha portato avanti la loro battaglia verso la definitiva abolizione.

Durante la conferenza stampa di presentazione della bozza della Legge di Bilancio 2023, la stessa Giorgia Meloni ha dichiarato che dal 2024 il Reddito di Cittadinanza verrà completamente abolito lasciando il posto a due misure, una rivolta a coloro che non sono in grado di lavorare l’altra a coloro che invece lo sono.

Cosi facendo si dovrebbero ristabilire gli obiettivi del Reddito di Cittadinanza: ossia quello di essere una misura di contrasto alla povertà ma nel contempo una misura di politica attiva del lavoro.

La bozza del testo della manovra presentata prevede che il Reddito di Cittadinanza verrà erogato a chi ne farà richiesta non più per 18 mensilità con possibilità di rinnovo ma per un massimo di 8.

Dal 1° Gennaio fino al 31 dicembre 2023, periodo nella quale verrà applicata la Legge di Bilancio, la misura verrà ridotta ad 8 mesi senza possibilità di rinnovo.

La premier ha ribadito che la riduzione dei tempi di erogazione vale esclusivamente per coloro che hanno maggiori probabilità di trovare un impiego, i cosiddetti occupabili.

La logica alla base della modifica è che il tempo di corresponsione del Reddito di Cittadinanza si riduca esclusivamente per coloro che potrebbero trovare lavoro.

Ma va detto subito, che cosi com’è il testo della bozza della Legge di Bilancio ha numerose falle che ne determinano molti dubbi di applicazione, soprattutto per i casi e le eccezioni a cui non si applica la riduzione delle mensilità.

Vediamo nel dettaglio perché si rischia di penalizzare chi ha cercato un lavoro fino ad oggi e tutti gli aggiornamenti a riguardo.

Reddito di Cittadinanza, errore nella Legge di Bilancio: lo perde anche chi cerca lavoro

Reddito di Cittadinanza senza pace. Nella conferenza stampa di presentazione della bozza della Legge di Bilancio 2023 sono state annunciate dalla premier Meloni le modifiche della misura a partire da gennaio 2023.

Come abbiamo detto, cosi com’è la Legge prevede la riduzione dei tempi di erogazione del sussidio, dagli attuali 18 mensilità a solo 8.

Secondo la bozza della Legge di Bilancio 2023, sono previste alcune eccezioni. Si tratta di minorenni, persone con almeno 60 anni di età, persone con disabilità.

Subiranno questo taglio coloro che non hanno nel proprio nucleo familiare un componente con le predette caratteristiche. Quello che si differenzia rispetto al passato è senza dubbio il concetto di occupabilità.

Secondo il decreto 4/2019, poi convertito in Legge n. 26/2019, sono da considerarsi occupabili i soggetti che hanno un’età compresa tra i 18 e i 64 anni e non sono considerati esonerati o esclusi.

A disattendere il concetto di occupabilità, la bozza della nuova Legge di Bilancio.

Si Legge infatti:

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, la misura del Reddito di Cittadinanza […] è riconosciuta nel limite massimo di 8 mensilità.

Tale taglio si applica a tutti, tranne:

[…] nuclei al cui interno vi siano persone con disabilità come definita ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 dicembre 2013, n. 159, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età.

Cosi com’è scritta si va verso una riduzione del Reddito di Cittadinanza anche per coloro che in questo periodo hanno svolto delle attività, paragonandoli a coloro che non hanno voglia di lavorare ma hanno nel nucleo familiare disabili, minorenni od over 60.

Reddito di Cittadinanza, un esempio pratico secondo la bozza della Legge di Bilancio

Prendiamo l’esempio di un nucleo familiare di 3 persone, con uno studente minorenne di 15 anni. Caio, capofamiglia negli anni in cui ha percepito il Reddito di Cittadinanza non si è attivato per la ricerca di lavoro.

Con l’attuale normativa, Caio, nonostante la riduzione del tempo di erogazione del Reddito di Cittadinanza continuerà a percepirlo per tutto il 2023, perché nel suo nucleo familiare risulta un figlio minorenne, anche se avrà l’obbligo di un corso di formazione o riqualifica professionale di 6  mesi.

Cosi com’è la Legge di Bilancio non riesce a punire i cosiddetti furbetti del reddito, che in questi anni non hanno fatto nulla per uscire dalla situazione di povertà, ma anzi, finisce per escludere coloro che durante questi anni si sono impegnati nella ricerca di lavoro.

Reddito di Cittadinanza, cosi cambia radicalmente il concetto di occupabilità

Con la nuova Legge di Bilancio cambia quindi il concetto di occupabilità legato al Reddito di Cittadinanza. Non verrà definito più su base individuale ma diventerà di natura familiare, perché si baserà sull’assenza di figli minori, over60 e disabili nel proprio nucleo familiare.

In base alla nuova Legge chi ha un figlio minore non è occupabile.

Paradossale quindi la scelta del nuovo concetto di occupabilità, perché non si coinvolge nella ricerca di lavoro coloro che hanno più probabilità di raggiungerlo.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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