Si al Reddito di cittadinanza con il ponte al salario minimo: cambia tutto, ecco come

Reddito di cittadinanza e salario minimo, cambia tutto. L’Italia dirà presto addio alla busta paga sotto 1.000 euro, ecco come! Rdc e salario minimo, la coesione.

Il Reddito di cittadinanza e il salario minimo, saranno oggetto d’interventi decisi nel 2023? I temi trattati nelle varie proposte elettorali fanno ben sperare in una rivoluzione del sistema lavorativo del Paese. 

Le proposte elettorali sono tante e improntate su diverse tematiche, ma tra le tante iniziative interessa sapere se e quando scatterà l’aumento in busta paga per tutti. Si ridurrà o meno la distanza della busta paga sotto i mille euro? Il tetto minimo salariale sarà garantito ai lavoratori? Il salario minimo e il Reddito di cittadinanza sono la stessa faccia della medaglia?

Grazie all’ingresso delle nuove disposizioni Europee gli stipendi dovrebbero essere equiparati (quasi) in tutti i Paesi, per cui si comprende la necessità e l’urgenza d’introdurre in Italia il salario minimo.

Nonostante, il nostro Paese si prepara a dare il via al salario minimo o paga minima, le novità non sono poche, specie rapportate alle misure attive negli altri Paesi UE.

Non si tratta solo di ridurre i salari sottopagati, ma di garantire uno stipendio equo per tutti i cittadini. Resta da capire se e quando non ci saranno più stipendi sotto i mille euro, ma soprattutto, come cambierà il Reddito di cittadinanza e pensione. 

L’Italia dirà presto addio alla busta paga sotto i mille euro, per aprire al salario minimo affiancato al Reddito di cittadinanza? La risposta

Il vero problema, ruota sulla doppia faccia del tetto minimo salariale garantito, da un lato rappresenta una misura attiva per contrastare gli stipendi sottopagati. Nello stesso modo, non è detto che faccia bene a tutti.

È possibile, anzi non si esclude che l’immissione della misura nel sistema economico italiano, quindi una paga oraria minima diventi un ulteriore sussidio per chi si ritrova impegnato in un’attività lavorativa, ovvero un reddito di cittadinanza per i lavoratori. 

Nonostante, i buoni propositi il salario minimo in Italia non dovrebbe superare il valore di nove euro l’ora. Ecco, perché, tecnicamente si azzererebbero le buste paghe sotto i mille euro.

La paga oraria minima dovrebbe produrre uno stipendio mensile di circa 1.000 euro. Un intervento che andrebbe a vantaggio di circa cinque milioni di lavoratori, ovvero tutti coloro che si ritrovano con una paga orario sotto la fascia di nove euro l’ora. 

D’altra parte, non si può nascondere che mentre nel nostro Paese il salario minimo sembra inchiodato a un forse, in Germania con decorrenza dal 1° ottobre 2022, scatta la paga minima del valore di 12 euro l’ora

È, inutile, affermare che in un Paese normale non si dovrebbe ricorre alla regolarizzazione dei salari bassi, purtroppo si tratta di una misura necessaria per contrastare attivamente il lavoro nero. Un provvedimento che tenta di bloccare il perpetuo vizio della contrattazione collettiva sotto i limiti di legge. 

Intanto, non si può negare che il Reddito di cittadinanza ha posto in rilievo gli intoppi presenti in materia di lavoro. Non si può nascondere che il valore del sussidio risulta spesso più alto degli stipendi erogati a diverse categorie di lavoro.

Contemporaneamente, l’assenza e resistenza a un meccanismo inefficiente legato ai centri d’impiego ha peggiorato il quadro del sostegno al reddito. 

Salario minimo e Reddito di cittadinanza, una coesione necessaria

È, importante, capire che mentre il Reddito di cittadinanza è un ammortizzatore sociale che si attiva per riequilibrare il reddito delle persone disoccupate e famiglie in difficoltà economica.

I centri per l’impiego dovrebbero creare occupazione, ovvero incanalare i percettori del sussidio in un contesto lavorativo al fine di riequilibrare l’assetto economico individuale e familiare.

Ecco, spiegato il motivo, dell’introduzione del limite di un massimo di tre rifiuti, prima di far scattare la perdita del diritto al sussidio di Stato. A dire il vero, quella che doveva essere una prassi da consolidare nel tempo, non è mai partita. Non si registrano più di tre offerte di lavoro e, laddove, sono presenti esistono delle scappatoie capaci di bloccare la perdita del diritto all’ammortizzatore sociale. 

È mancato e manca tutt’ora l’organo di controllo per coloro che percepiscono attivamente il Reddito di cittadinanza e pensione. Nonostante, spuntino i casi di lavoro nero (emolumenti non dichiarati) e frodi allo Stato, si parla sempre di numeri irrisori, rispetto alla realtà.

Non sono pochi i lavoratori che percepiscono il sussidio illecitamente a danni di quanti sudano, sgobbando ogni giorno lavorativo pagando regolarmente le tasse.  

Alla fin fine, il Reddito di cittadinanza non ha mai rispecchiato la natura per cui è stato istituito, tant’è vero che esistono molti lavoratori intrappolati in contratti lavorativi full time, fuori anche dall’ordinario di un contratto lavorativo part – time. 

Nello stesso identico modo, l’introduzione del salario minimo garantito assicurerebbe al lavoratore uno stipendio non inferiore al valore base del Reddito di cittadinanza e pensione. In sostanza, l’importo di 780 euro mensili lega a un filo il salario minimo e il Reddito di cittadinanza.  

Busta paga, cosa potrebbe cambiare nel 2023 

Tra le proposte elettorali dei partiti c’è anche una novità diretta alla busta paga. Non a caso, Silvio Berlusconi ha in più occasioni spiegato la presenza di una misura ideata per aumentare gli stipendi di tutti i cittadini.  

Aumentando i salari si permette ai lavoratori di disporre di un maggiore potere d’acquisto, con un rilancio immediato dell’economia del Paese. In sostanza, bisognerebbe introdurre dei correttivi contrattuali, oltre a diminuire il costo del lavoro a carico delle aziende. 

Infine, sicuramente importanti novità saranno introdotte dal nuovo Esecutivo, si attende il miglioramento del Reddito di cittadinanza e pensione, oltre all’immissione immediata di un salario minimo più alto di nove euro l’ora. Creando equilibro tra salari e disparità sociale si può contrastare attivamente l’economia sommersa. 

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