Reddito di Emergenza 2022: il Governo potrebbe sostituirlo!

L'Inps ha bocciato la proroga del Reddito di Emergenza per il 2022. Sei curioso di scoprire qual è l'altra misura di sostegno economico in arrivo?

Benvenuto o benvenuta in questo nuovo articolo di Trend Online.

Il lavoro oggi è sempre più precario.

Questo è un dato di fatto, dal quale non si può assolutamente scappare.

Purtroppo il Paese italiano vive in una condizione di fragilità economica già da molti anni e nel corso di questo lungo periodo si è sempre trovata parecchio indietro rispetto ad altre nazioni europee.

Generalmente il metro di paragone per eccellenza in Europa è la Germania, considerata come il cuore dell’Europa, anche se di fatto la sede ufficiale dell’Unione Europea è a Bruxelles, in Belgio.

La Germania è una nazione più che stabile e questo è abbastanza chiaro, tant’è vero che quando si parla di spread si prende sempre come strumento di paragone il Bund tedesco col BTP italiano.

Per quanto l’Italia sia uno stato ricco di bellezze naturali, culturali e tradizionali che suscitano la gelosia degli Paesi europei (e persino mondiali), purtroppo dal punto di vista della vivibilità non c’è assolutamente nulla da invidiare.

Sfortunatamente questa condizione limitante ha parecchie cause e una di queste risiede proprio nel centro dell’organizzazione statale, che non è altro che la politica.

Dopo anni e anni di scandali, truffe, evasioni fiscali, corruzione e chi più ne ha più ne metta, oramai i cittadini rispettosi nei confronti della legge si sentono come se fossero dei pesci fuori dall’acqua, una vera e propria eccezione alla regola.

Questo è un segnale negativissimo, perché non fa altro che rafforzare l’idea secondo cui conviene di più rubacchiare qua e là, trascurando completamente il fabbisogno di benessere collettivo.

Questo comporta dei vantaggi al furbetto della situazione sul breve periodo, ma sul lungo termine questo contribuisce alla rovina di tutto il sistema.

Reddito di Emergenza: il peggioramento della precarietà a causa della pandemia

Dall’inizio del 2020 le cose sono ulteriormente peggiorate e in una maniera fortemente drastica.

Il fatto che col lockdown nazionale (anzi, mondiale) siano state chiuse quasi tutte le attività per circa 2 o 3 mesi, questo ha comportato delle conseguenze letteralmente disastrose per l’economia italiana.

Naturalmente il danno è stato mondiale, non bisogna avere la presunzione di pensare che si è gli unici ad aver passato dei guai, solo che al momento il discorso è indirizzato nello specifico al caso italiano.

Un sacco di lavoratori hanno perso il loro posto e un sacco d’imprenditori hanno dovuto chiudere le loro attività perché si sono sommersi in un campo di sabbie mobili, dal quale non è affatto semplice uscirne totalmente integri.

Questo, naturalmente, non è affatto passato inosservato agli occhi dello Stato.

Per quanto si possano mettere in discussione vari aspetti inerenti all’organizzazione e all’efficienza dei servizi, non si può assolutamente dire che il Governo sia rimasto con le mani in mano.

Anzi, ci sono state parecchie mosse a favore dei propri cittadini per dare un sostegno.

Alcuni di questi sussidi esistevano già da un po’ di tempo prima che scattasse la pandemia, come il Reddito di Cittadinanza, il bonus 18 app e via dicendo.

L’argomento su cui oggi mi focalizzerò riguarda il discorso inerente al Reddito di Emergenza.

Questa misura, invece, è stata introdotta proprio a maggio del 2020, nella fase iniziale della pandemia Covid, proprio per sostenere tutti i cittadini e i nuclei familiari che hanno dovuto attraversare momenti di grande difficoltà economica.

tasche vuote

Reddito di Emergenza: la fine della corsa è arrivata?

Nel corso di quest’anno il Reddito di Emergenza smetterà di essere operativo.

Questo lo si deduce dal fatto che nella Legge di Bilancio 2022 non è stata specificata nessuna proroga e nessun finanziamento in merito alla misura dell Reddito di Emergenza.

Bisogna tener conto anche del fatto che le ultime erogazioni mensili del suddetto sussidio sono inerenti ai mesi di giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre 2021.

Purtroppo, la crisi in Italia adesso è peggiorata ulteriormente.

Proprio nella fase in cui si stava tenendo conto in una prospettiva non molto lontana, che riguarda l’uscita vera e propria dalla pandemia, c’è stata una fortissima ricaduta, che questa volta non ha nulla a che vedere col Covid.

Si tratta della guerra tra Ucraina e Russia.

Oltre al grande timore che sta scuotendo il mondo intero in merito al pericolo reale di una possibile terza guerra mondiale, nel frattempo ci sono dei risvolti molto pesanti sul versante economico.

Questi riguardano le conseguenze delle sanzioni fatte contro la Russia ed è schizzato alle stelle il prezzo di gas, luce e materie prime (soprattutto quelle alimentari come il grano, che di fatto una grande quantità viene importata dall’Ucraina).

Dunque, se il Reddito di Emergenza viene tagliato fuori, allora sarà necessario rimpiazzarlo con un’altra tipologia di aiuto economico, che può essere il Reddito di Base.

Al momento, per quanto riguarda il Reddito di Base, il Governo è in una fase di studio e ci vuole un po’ di tempo affinché questa misura possa mettere piede nel mondo reale.

Nel frattempo si sta pensando di compensare questa mancanza rafforzando l’intervento economico attraverso il Reddito di Cittadinanza e l’Assegno Unico.

Reddito di Emergenza 2022: i tre settori che sono stati colpiti da Omicron

Al momento il Reddito di Emergenza 2022 è in vigore ancora, anche se in una modalità differente, nei confronti di tutti i soggetti che sono stati danneggiati dall’ultima ondata Covid, cioè quella inerente alla variante Omicron.

Questa variante del virus si è diffusa a macchia d’olio nel periodo che va da dicembre 2021 a gennaio 2022.

I settori che hanno subìto più danni a causa di quest’ondata sono stati il settore turistico, il settore alberghiero e il settore dell’intrattenimento notturno.

Questi tre macrosettori hanno dovuto far fronte a delle pesanti restrizioni da parte del Ministero della Salute, che ha obbligato la chiusura di tutte le discoteche, sale da ballo e night club fino al 10 febbraio 2022.

Reddito di Emergenza: il decreto sostegni ter

Per questi tre settori che sono rimasti bloccati in un periodo particolarmente fertile dal punto di vista economico, cioè quello natalizio, sono stati messi in campo degli aiuti.

Questi aiuti, nel concreto, corrispondo alla’accesso al fondo per il sostegno delle attività economiche chiuse, previsto dal decreto sostegni ter.

In questo caso sono stati stanziati €1,5 miliardi, di cui metà sono stati investiti nella pubblica amministrazione e la seconda metà a favore delle imprese.

Per quanto riguarda il sostegno del settore dell’intrattenimento notturno, sono stati messi in campo ben €20 milioni.

La quota versata a favore per ogni impresa ammonta a €8.661 e non i €25.000 previsti inizialmente, come dichiara informazionefiscale.it.

In aggiunta a questo sussidio economico, si può avere anche la possibilità di provvedere ai pagamenti delle cartelle esattoriali entro il 17 settembre 2022.

Queste cartelle riguardano i pagamenti sospesi dall’8 marzo 2020 fino a quelli d’inizio 2022.

In questa situazione, l’Agenzia delle Entrate ha dato la garanzia d’estensione della proroga del pagamento, da 60 a ben 180 giorni.

tasse

Reddito di Emergenza: l’Inps non proroga più il sussidio

Purtroppo ancora oggi molta gente ha strettamente bisogno di questo sussidio economico, dato che la situazione economica italiana è davvero in una condizione critica.

Oltre al discorso Omicron, si è aggiunta la guerra tra Ucraina e Russia, che ha scattato l’esplosione di una forte inflazione.

Uno dei risvolti più pesanti, oltre al costo della benzina, riguarda il caro bollette ed energia.

Diciamo che c’è stata una sorta di effetto domino, che col passare del tempo sta creando una situazione sempre più complicata da gestire e, allo stesso tempo, sempre più aggressiva in termini di dispendio di denaro.

Tutti questi fattori, tutti questi problemi, non avranno più come medicazione il Reddito di Emergenza, ma adesso entrerà in gioco il Reddito di Base.

Naturalmente non possiamo affatto pensare che un sussidio come il Reddito d’Emergenza possa cambiare le sorti dell’economia italiana.

Allo stesso tempo questo tipo di misure fanno da cuscinetto, da medicazione o comunque da qualcosa che faccia in modo che l’impatto sia il meno doloroso possibile.

Per poter ripartire verso l’alto, ci vuole innanzitutto un po’ di tempo e, soprattutto, c’è bisogno che si calmino le acque e che si ritrovi nuovamente un equilibrio mondiale.

Quest’equilibrio al momento non c’è, per via della pandemia e del conflitto armato.

Reddito di Emergenza: l’intervento del Reddito di Base

Il Reddito di Base, in una prospettiva sul lungo periodo, dovrebbe sostituire anche il Reddito di Cittadinanza.

Un altro scopo che questo reddito dovrebbe raggiungere consiste nel garantire a ogni cittadino un reddito minimo, senza fare alcuna distinzione a livello sociale o di reddito.

Ecco perché questo reddito viene definito “di base”, proprio perché costituisce una sorta di piano di rialzo e di sostegno per ogni cittadino italiano.

Chiaramente la paga non può essere alta, proprio per il fatto che è una misura di tipo completo, o meglio, universale (non nel senso scientifico, ma nel senso che abbraccia tutto il popolo italiano).

Al momento, come ho già dichiarato nel corso dell’articolo, questa misura è in una fase propositiva, cioè il Governo Draghi sta studiando come mettere in pratica questo nuovo sussidio economico per agevolare la vita alla gente italiana.

Nel periodo di giugno si avrà la conferma dell’indizione del referendum e il passaggio finale consisterà a noi cittadini di votare a favore o a sfavore.

Al momento è già possibile contribuire alla raccolta firme. 

Devi solamente accedre al sito eci.ec.europa.eu e lasciare la tua firma tramite il modulo fornito dal sito web.

Nel caso in cui lo sviluppo di questa questione sul Reddito di Base dovesse andare meglio del previsto, è possibile che già a partire da quest’anno potrebberso essere messi in vigore alcuni provvedimenti.

Speriamo che ciò diventi realtà, per garantire un aiuto pratico e concreto a tutte le famiglie italiane.

Antun Benvestito
Antun Benvestito
Redattore, classe 2001.Sono nato a Bari, ma ho origini croate da parte di mia madre. Sono uno studente di lingue straniere presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e ho sempre nutrito un certo interesse per il lavoro online. Le lingue che al momento sono alla mia portata sono l'inglese, il francese, lo spagnolo, il tedesco, il russo e il croato. Sono un ex giocatore di pallanuoto e non smetterò mai di amare il mondo acquatico. Il mio motto? Alzati dal letto con determinazione e vai a dormire con soddisfazione""
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