Riforma Legge 104: Draghi amplia le agevolazioni!

Il Governo Draghi ha introdotto delle novità in merito alla legge 104 così da alleggerire la condizione dei cittadini disabili e dei loro caregivers in una situazione già aggravata e resa difficoltosa da gestire a causa dello Stato di Emergenza provocato dalla pandemia di Covid-19.

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In uno stato di crisi sia dal punto di vista sanitario che economico, sono molteplici le problematiche a cui il Governo Draghi è chiamato a far fronte per trovare delle soluzioni in grado di garantire la mobilizzazione e la crescita del Paese attraverso l’attuazione di misure urgenti.

La pandemia di Covid-19 ha influenzato la vita dei cittadini italiani sotto innumerevoli aspetti, i quali includono la realtà sociale, ma anche psicologica del singolo individuo.

Per tale motivo, si è deciso di varare una riforma della legge 104 introducendo delle novità a sostegno delle persone disabili e dei loro familiari e/o parenti.

Approfondiamo insieme l’importanza di tale legislazione, il parere dell’OMS al riguardo con particolare attenzione alle prospettive lavorative e pensionistiche.

Che cos’è la legge 104 considerata di vitale importanza dal Governo Italiano?

La legge 104 è una norma legislativa destinata ai cittadini disabili e ai loro caregiver che ha lo scopo di garantire alle persone in stato di handicap assistenza, supportando i loro diritti e favorendone l’integrazione sociale.

Per addentrarti al meglio nella lettura, ti invito prima a vedere il video e ad ascoltare le parole di “L’imprenditore in-formato” direttamente sul suo Canale YouTube.

La norma, nata nel 1992, è stata revisionata tramite il Decreto Cura Italia dall’ex Governo Conte in modo da premunirsi di misure che potessero tutelare le persone più fragili all’interno del nucleo familiare e dell’ambiente lavorativo in un contesto ancora fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria ed economica causata dalla diffusione del virus di Covid-19.

Inoltre, l’attuale Governo Draghi ha predisposto delle novità per quanto concerne la legge 104. Ma prima di andarle ad analizzare, vediamo assieme in cosa consiste il suddetto riferimento legislativo.

Partendo dai servizi, la legge 104 mette a disposizione i seguenti aiuti:

  • sostegno fornito alla persona in essere e alla sua famiglia
  • assistenza sotto il profilo psicologico e psicopedagogico, ma anche tecnico

Pertanto, la persona con disabilità per ottenere tali servizi è chiamata ad effettuare la richiesta di riconoscimento della legge 104 tramite domanda da presentare direttamente all’INPS, la quale dovrà essere accompagnata dal certificato del medico curante così da potersi successivamente sottoporre a una visita che attesti la presenza dell’handicap o meglio del tipo di disabilità.

Infatti, esiste una differenza tra il termine disabilità e handicap. Scopo essenziale della legge 104 è quello di far raggiungere al cittadino disabile piena autonomia all’interno della propria vita famigliare, scolastica, lavorativa, ma anche sociale.

Legge 104: lo stato di salute secondo la classifica dell’OMS

Come anticipato in precedenza, è stata sottolineata una differenza tra la definizione di disabilità e di handicap.

Ci si riferisce alla persona disabile come a colei che viene definita in quanto diversamente abile dal momento in cui viene privata dalla capacità di svolgere attività e comportamenti comuni a causa di una menomazione, ossia un malfunzionamento, il quale può riguardare la realtà fisiologica, anatomica o psicologica della persona in questione.

Dall’altro canto, si fa riferimento alla persona portatrice di handicap come a colei che è portata a svolgere un ruolo o un’attività in maniera dissonante rispetto alla norma e agli altri individui facenti parte del contesto sociale nel quale si trova, dunque viene denotata una condizione influenzata maggiormente da ostacoli esterni, ovvero fattori estranei alla persona in essere.

Nel 2001, per semplificare tale realtà, l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato la Classifica Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, effettuando una distinzione tra le diverse tipologie di disabilità e suddividendole in quattro categorie.

Le persone diversamente abili, di fatto, possono essere portatrici di disabilità sensoriale, motoria, intellettiva oppure psichica e, tra queste categorie, quelle reputate maggiormente complicate da gestire riguardano l’autismo, le malattie croniche, la perdita di memoria, la cecità e la sordità.

Tra i fattori scatenanti che possono provocare e causare una disabilità nell’individuo o nella persona, è possibile rintracciare tre diversi periodi determinanti:

  • periodo prenatale, ossia quello precedente alla nascita, dove entrano in gioco sia i fattori genetici ereditati dai genitori che dei fattori esogeni provenienti dall’esterno
  • periodo perinatale, quindi quello simultaneo/contemporaneo al parto, in cui possono verificarsi traumi e problemi a livello respiratorio nel neonato
  • periodo postnatale, cioè quello successivo al parto, durante il quale è possibile che insorgano infezioni, malfunzionamenti del cervello e traumi a livello fisico o psichico

In conclusione, è possibile affermare che la condizione di disabilità è risultante non solo dello stato di salute della persona, bensì anche dal fattore ambientale che può essere percepito più o meno accessibile dalla stessa.

Le agevolazioni e le novità previste dalla legge 104

La legge 104 è nata con lo scopo di fornire assistenza ai cittadini disabili garantendone sia i diritti che l’integrazione sociale. Tale disegno di legge, però, si estende anche ai loro caregivers, ovvero ai familiari che li assistono quotidianamente e in forma gratuita.

Le agevolazioni previste dalla norma legislativa interessano, pertanto, sia l’ambito lavorativo che fiscale e si estendono ai genitori e tutori che se ne prendono cura.

“Ai lavoratori dipendenti con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/92 e ai lavoratori dipendenti che prestano assistenza ai loro familiari con disabilità grave, vengono concessi, in presenza di determinate condizioni, permessi e periodi di congedo straordinario retribuiti.”

A causa della pandemia di Covid-19, sono stati effettuati dei cambiamenti per quanto riguarda i permessi e i congedi previsti dalla legge 104, sui quali l’INPS ha voluto fare chiarezza.

Attraverso una nuova circolare, l’INPS ha sottolineato che fino alla fine dell’emergenza Covid sono sospese tutte le visite di revisione, alle quali vengono sottoposti i beneficiari della legge 104 per verificarne periodicamente i requisiti di accesso. 

Quando cesserà lo Stato di Emergenza, le visite e i controlli verranno riattivati dalla prossima circolare.

Inoltre, il Decreto Green Pass ha prorogato le tutele già esistenti per i beneficiari della legge 104, tra di esse il diritto a tre giorni mensili di permesso retribuito che possono essere richiesti sia dalle persone con disabilità che dai loro caregivers a seconda della tipologia di contratto lavorativo di cui dispongono e del grado di gravità della disabilità riscontrata.

Fino alla fine dello Stato di Emergenza, è anche dato modo di avvalersi di dodici giorni mensiliin cui svolgere il proprio lavoro a distanza, cioè in smartworking.

In aggiunta, coloro che offrono assistenza a un familiare portatore di un grave handicap, hanno la possibilità di richiedere e usufruire di un congedo straordinario, il quale tendenzialmente viene coperto da dei contributi figurativi per evitare di avere delle conseguenze sulla quota pensionistica.

Il congedo straordinario previsto dalla legge 104

Per garantire assistenza familiare alle persone disabili, la legge 104 prevede il preannunciato congedo straordinario, ossia un periodo di tempo di cui i lavoratori dipendenti possono avvalersi in modo da assentarsi dall'attività lavorativa.

“Il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro retribuito concesso ai lavoratori dipendenti che assistano familiari con disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104.”

Il congedo straordinario è frazionabile e non può superare i due anni di assenza dalla realtà lavorativa, tale periodo di tempo è coperto da dei contributi figurativi e da una retribuzione pari a quella ricevuta nel mese precedente all’utilizzo del congedo straordinario fino a una quota limite calcolata di anno in anno a seconda delle variazioni ISTAT.

Il lavoratore dipendente che effettua la richiesta di congedo straordinario non perde nulla a livello pensionistico dal momento in cui i contributi figurativi dai quali è coperto sono idonei all’acquisizione dei requisiti e del calcolo dell'assegno pensionistico.

Al contrario, però, il congedo straordinario risulta penalizzante per quanto concerne i giorni di ferie e il TFS, Trattamento di Fine Servizio, i quali vengono maturati solo ed esclusivamente sulla base dell’attività lavorativa prestata a livello effettivo, indi per cui è escluso il diritto alla tredicesima.

Infine, è bene ricordare che se il richiedente dei congedi della legge 104 ne fa abuso rischia, non soltanto il licenziamento da parte dell’azienda presso la quale lavora, ma anche un processo d'ufficio dal momento in cui si ritrova a truffare l’ente che gli permette di usufruire di una retribuzione, vale a dire l’INPS.

Legge 104 e le aspettative pensionistiche 

Parlando del congedo straordinario abbiamo fatto riferimento alle ripercussioni che quest’ultimo potrebbe avere sulla pensione.

Ma quali sono le aspettative pensionistiche per i cittadini disabili e i loro caregivers?

Esiste una misura, la cui scadenza è prevista verso fine anno della quale il Governo Draghi sta valutando una proroga in vista dell’ufficializzazione della nuova Legge di Bilancio che entrerà in vigore nel 2022, cioè l’Ape Sociale.

L’Ape Sociale è una forma di anticipo pensionistico che permette ad alcune categorie di lavoratori di farne richiesta avendo raggiunto i 63 anni di età anagrafica e dai 30 ai 36 anni di contributi versati

La misura offre l'opportunità alle persone con disabilità certificata superiore al 74% e ai loro caregivers di richiedere la pensione anticipata.

Sulla Riforma Pensioni non vi è ancora nulla di certo, di fatto, si stanno discutendo e valutando ancora le misure considerate necessarie da prorogare o da rendere addirittura strutturali per evitare di andare incontro alla Legge Fornero che prevede, invece, l’uscita dal lavoro a 67 anni.

Chissà quali saranno effettivamente le scelte apportate dal premier Mario Draghi in prospettiva della realtà lavorativa e pensionistica, ma anche degli aiuti e benefici previsti per cittadini italiani in condizioni svantaggiose: diventeranno permanenti e verranno ampliate o si effettueranno dei tagli?

Si può solo attendere la fine dello Stato di Emergenza per scoprire le future mosse del Governo.