Riforma Pensioni, Draghi ha deciso! Sarà Quota 102 (64 anni)

Il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb) getta una vera è propria bomba sulla Riforma Pensioni 2022, che ormai sembra decisa. Il post Quota 100 prevede una pensione anticipata nel 2022 a 64 anni con Quota 102, poi a 66 anni nel 2023 con Quota 104, fino ad arrivare alla sola possibilità della pensione di vecchiaia a 67. Tutte queste misure dovrebbero peraltro essere accessibili solo agli statali. Ancora, il Dpb elimina Opzione Donna che termina a fine 2022, ma in compenso rinnova Ape Sociale. Vediamo tutte le ultimissime sulle pensioni!

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Il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb), approvato dal Consiglio dei Ministri nella serata del 19 ottobre, scompiglia ogni previsione fatta sulla Riforma Pensioni fino adesso.

Con la certezza che, non solo Quota 100 sarà cancellata e non ci sarà nessuna Quota 41 per tutti, con i sindacati messi da parte dall’esecutivo governativo, ma anche che la pensione anticipata sarà possibile solo per gli statali e che essa sarà nel 2022 attuabile con Quota 102.

Si partirà infatti con una Quota 102 l’anno prossimo al fine, più che altro, di rendere il post-Quota 100 meno traumatico e scongiurare lo scalone dei cinque anni, per poi passare nel 2023 ad una Quota 104, fino a dire addio alle pensioni anticipate.

Restano valide le opzioni di pensionamento anticipato per categorie specifiche come fragili, usuranti, gravosi e precoci.

Tuttavia, il Dpb porta un'altra brutta notizia! Perché l’OCSE aveva chiesto all’Italia la cancellazione di Opzione Donna e Draghi non ha fatto altro che obbedire, perciò la pensione anticipata per le sole lavoratrici femminili sparirà nel 2022.

Mentre ci sarà il rinnovo e l’ampliamento promesso di Ape Sociale, che resterà valido fino al 2026, a quanto si apprende.

La Riforma Pensioni è fatta! Quota 102 nel 2022 e Quota 104 nel 2023

Prima di scendere nel dettaglio della Riforma Pensioni, c’è una premessa da fare e cioè che il Documento Programmatico di Bilancio 2022, che per altro deve ancora essere pubblicato, è stato approvato dal CdM, ma deve passare per l’organo Europeo a cui spetta parola su di esso esso. Dopodiché da questo testo si passerà a costruire la Legge di Bilancio vera è propria.

Questa premessa ha lo scopo di far capire che, se il piano economico per il 2022 è completo, esso non è ancora definito in ogni suo aspetto e soprattutto le pensioni rappresentano un tema molto caldo, con la Lega che continua a non essere d’accordo sulla scelta di Quota 102 e Quota 104 e i sindacati che annunciano che la battaglia non è ancora chiusa.

Tornando alla Riforma Pensioni, stando al Dpb approvato dal CdM, si partirà, al fine di eliminare lo scalone dei cinque anni, con un aumento progressivo dell’età per accedere alla pensione anticipata. 

Scendendo nel dettaglio, Quota 100 ha un tempo di attivazione sperimentale che va dal 2019 al termine del 2021, periodo di tempo in cui si accede alla pensione anticipata avendo compiuto 62 anni e con un’anzianità contributiva di 38 anni. Un anticipo di cinque anni rispetto ai requisiti della pensione di vecchiaia con la Riforma Fornero che richiede un minimo di 67 anni di età e 20 di contributi.

Nel 2022 a Quota 100 si sostituirà Quota 102, cioè salirà di due anni il requisito anagrafico per la pensione anticipata che diventerà accessibile a 64 anni di età, mentre resterà invariato il requisito contributivo dei 38 anni di anzianità.

Nel 2023 nel piano del Dpb ci sarebbe il passaggio da Quota 102 a Quota 104, con la pensione anticipata possibile a 66 anni di età, così da lasciare nel 2024, salvo categorie specifiche di lavoratori, il pensionamento a 67 anni come prevede la Riforma Fornero.

La Riforma Pensioni così organizzata ha lo scopo sul breve periodo di allontanare lo scalone dei cinque anni, cioè il brusco passaggio da un pensionamento a 62 anni a quello a 67 della pensione di vecchiaia. Ma a lungo termine si prospetta come l’eliminazione di fatto della pensione anticipata. 

Tanto più che tale Riforma Pensioni riguarderà solo gli statali, cioè al pensionamento anticipato con Quota 102 e Quota 104 potranno accedere solo i dipendenti pubblici.

Aspetto che, se lasciato passare nella Legge di Bilancio 2022, ridurrebbe ancora i costi della spesa pensionistica.

Riforma Pensioni, l’ultima parola sul post-Quota 100 resta alla Legge di Bilancio 2022

Diciamo subito che l’ultima parola sulle pensioni non è ancora detta e resta lo scoglio rappresentato da alcune parti politiche, con la Lega che chiede una Riforma Pensioni con maggiore flessibilità in uscita e il centrosinistra che vorrebbe misure aggiuntive per fragili e gravosi. Il Carroccio alla fine ha votato comunque il Documento Programmatico seppur con riserva, proprio per i dubbi sulla Riforma Pensioni.

Insomma, la discussione sulla Legge di Bilancio vera e propria si prospetta accesa e uno dei temi più caldi sarà senza ombra di dubbio la Riforma Pensioni.

Anche se sembra difficile che siano apportate modifiche sostanziali, anche perché le altre proposte in ballo come Quota 41 per tutti sono inattuabili per via dei costi.

Per tutte le altre novità introdotte dal Dpb rimandiamo al video YouTube di EconomiaItalia:

 

La Riforma Pensioni cancella Opzione Donna dal 2022

Ma un'altra notizia scioccante, che arriva dall’approvazione del Dpb, è la cancellazione di Opzione Donna, anch’essa in scadenza a fine 2021 e per la quale non è stato previsto alcun rinnovo.

Con Opzione Donna fino al 31 dicembre 2021 alle lavoratrici è concessa la pensione anticipata con 35 anni di anzianità contributiva e al raggiungimento di 58 anni di età (dipendenti) o 59 anni (autonome).

A chiedere espressamente che Opzione Donna fosse eliminata è stata l’OCSE, organo internazionale che nell’ultimo rapporto sulla finanza italiana ha sottolineato la necessità della riduzione della spesa pensionistica attraverso il non rinnovo di alcune misure di pensione anticipata.

Dunque con il Documento Programmatico di Bilancio 2022 gli inviti dell’OCSE vengono accolti e salta Opzione Donna, il cui termine è previsto per il 31 dicembre 2021.

Dobbiamo immaginare che tale scelta, se accolta alla fine nella Legge di Bilancio 2022, avrà ripercussioni anche sull’iter di approvazione della proposta di legge C. 2904 (Disposizioni e deleghe al Governo in materia di accesso flessibile e graduale al trattamento pensionistico), presentata dalle deputate Cantone e Serracchiani e in fase di esame presso la Commissione dal 22 settembre, in cui tra le altre cose si chiede non solo il rinnovo di Opzione Donna, ma anche che diventi misura integrata e permanente nel sistema pensionistico.

Torna lo spettro di una Riforma Pensioni 2022 con Ape Contributivo

Anche se la misura pare non sia stata inserita nel Dpb, che in totale prospetta una manovra di bilancio da 23 miliardi di euro, sappiamo che l’esecutivo ha comunque ancora al vaglio la proposta di una Riforma Pensioni Tridico, da alcuni definita Ape Contributivo o pensione a doppia quota.

Questa proposta, riduttiva anche rispetto a Quota 102, ma dai costi bassi di attivazioni, pari a meno di 500 milioni di euro, consta di fatto in un anticipo pensionistico parziale e accessibile solo alle pensioni di tipo misto.

Cioè, consentire l’uscita dal lavoro a 62 o 63 anni, ma concedendo a questi lavoratori solo la parte dell'importo dell’assegno che spetta per la quota retributiva, in attesa di compiere 67, quando sarà finalmente corrisposta anche la parte contributiva e quindi l’importo intero della pensione.

Insomma un’altra strategia con cui difatti sparirebbe la pensione anticipata vera è propria.

Una buona notizia sulla Riforma Pensioni 2022, proroga e potenziamento di Ape Sociale

Per quanto riguarda Ape Sociale, abbiamo finalmente una buona notizia, con la certezza che nell’ambito della Riforma Pensioni esso sarà rinnovato fino al 2026.

Negli ultimi tempi al vaglio dell’esecutivo sono passate molte possibili modifiche da applicare ad Ape Sociale, allo scopo di potenziarlo ed aprirlo ad esempio anche ai lavori usuranti. Su questo versante non conosciamo ancora se e quali modifiche saranno attuate, per quanto sappiamo potrebbe essere almeno previsto un ampliamento della lista dei lavori gravosi, i quali hanno appunto accesso ad Ape Sociale.

Ape Sociale per ora prevede la pensione anticipata, o piuttosto l’anticipo pensionistico, a 63 anni e con un'anzianità contributiva di 36 anni per le attività gravose e di 30 anni per chi accede con la legge 104.

Chi andrà in pensione a 56 anni dopo la Riforma Pensioni?

In ogni caso, la Riforma Pensioni non toccherà misure specifiche e rivolte a particolari categorie lavorative.

In primo luogo, per tutti resterà valida la possibilità di un pensionamento anticipato su base contributiva qualora sia stata raggiunta un'anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi (uomini) o 41 anni e 10 mesi (donne).

Nel 2022 resterà poi attiva Quota 41 precoci, cioè l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori che hanno un anno di contributi alle spalle prima di aver compiuto 19 anni.

Ancora, resteranno valide con la Riforma Pensioni tutte le agevolazioni per titolari di Legge 104 e caregiver, che hanno accesso a misure specifiche di pensionamento anticipato. 

Quanto costa la Riforma Pensioni da attuare con la Legge di Bilancio 2022?

Obiettivo principale della Riforma Pensioni a marchio Draghi è ridurre la spesa pensionistica in Italia.

Nel rapporto annuale 2021 sulla spesa previdenziale, presentato dall’INPS qualche mese fa, si analizza una proposta di riforma alternativa a Quota 100, con la pensione a 64 anni di età e 36 di contributi, dal costo di 1.2 miliardi di euro di attivazione. 

Rispetto a questa la nuova Quota 102 rappresenterebbe un’alternativa dai costi ancora minori visto che il requisito contributivo (38 anni) è di due anni più alto.

Per quanto riguarda Ape Sociale invece con proroga e potenziamento sono richiesti una spesa relativa ad un triennio inferiore al miliardo di euro.

Nulla comunque in confronto ai quasi 5 miliardi di euro richiesti da Quota 100, con una Riforma Pensioni però che a discapito dei lavoratori farebbe risparmiare parecchio alle casse dello Stato.

Uscita a 57 anni anche senza Riforma Pensioni

Altra possibilità che resterà attiva, anche perché esula a dir la verità dalla Riforma Pensioni, è l’uscita anticipata con la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).

Alla RITA non si accede infatti sulla base della contribuzione obbligatoria versata all’INPS o ad altro ente, ma è necessario avere alle spalle anche cinque anni di contribuzione complementare.

Alla RITA, cioè al pensionamento anticipato, possono accedere a 57 anni coloro che in possesso del requisito dei cinque anni di previdenza complementare siano rimasti disoccupati per almeno due anni.

Oppure, coloro che abbiano un periodo inferiore ai 24 mesi di inocuppazione, ma abbiano allo stesso tempo 20 anni alle spalle di previdenza obbligatoria, soggett iper cui però il ritiro dall'attività lavorativa sarà possibile a 62 anni.