Riforma Pensioni 2023: Fornero via? Sì del Governo. Ultime!

Riforma Pensioni 2023: confronto serrato tra Governo e sindacati. Il Governo apre al superamento della Legge Fornero. Scopri nell'articolo tutte le ultime novità sul discorso pensione.

Image

E' in pieno svolgimento il confronto tra il Governo guidato da Mario Draghi e i sindacati sul tema della Riforma delle Pensioni per il 2023. Come noto sul finire del 2021 non sono state prese decisioni definitive ma solamente delle decisioni transitorie in vigore per il 2022. Su tutte la Quota 100 che è andata in pensione a fine dicembre 2021 è stata sostituita con Quota 102.

Ed ora nel 2023 che cosa succederà? Si è tenuto nel pomeriggio del 15 febbraio il primo confronto di una lunga serie tra gli esponenti del Governo e dei sindacati.

Il Governo ha aperto ad una possibilità di superamento della Legge Fornero e della pensione a 67 anni per tutti che è la prospettiva che è all'orizzonte dopo il superamento di norme transitorie come ad esempio Quota 102. Vediamo come. Vediamo le ultime notizie.

Riforma Pensioni 2023: il Governo non dice no ad un superamento della Fornero

All'incontro gli esponenti del Governo avrebbero portato la loro non opposizione ad un sistema che preveda un superamento della Riforma Fornero.

Riforma che lo ricordiamo a pieno regime porterebbe il pensioniamento a 67 anni. Il paletto che, però, avrebbe messo il Governo sul tavolo con le forze sindacali è legato al fatto che la somma, l'importo da pagare, avverrebbe solo con il calcolo contributivo.

Un altro terreno di confronto. Anzi di scontro, verrebbe da dire, è legato al no secco del Governo ad una proposta formulata da tempo dai sindacati. Le forze sindacali vorrebbero anche che venisse introdotta nel nostro ordinamento la possibilità di ottenere la pensione con 41 anni di contributi senza dare importanza all'età anagrafica.

Tutti in pensione coloro che hanno 41 anni di contributi a prescindere dall'età. E' la proposta che sia lo scorso autunno che ora i sindacati hanno messo sul tavolo di confronto con il Governo.

Ma su questo il Governo non ci sente ed è arrivata una netta chiusura per il fatto che la misura comporterebbe costi che vengono ritenuti eccessivi per lo Stato in seno all'esecutivo Draghi.

Riforma Pensioni 2023: superare il requisito dei 67 anni si può

Se sul discorso dei 41 anni senza contributi il Governo non ci sente e sarà difficile per i sindacati portare a casa questo risultato, sembra invece più probabile che il Governo possa concedere qualcosa su quella che viene definita flessibilità in uscita. Ovvero che si possa essere messi nelle condizioni di lasciare il lavoro prima di avere compiuto 67 anni.

L'addio alla Fornero quindi potrebbe essere più nelle cose. Visto che il Governo non si è dichiarato ostile alla richiesta di Cgil, Cisl e Uil di superare la Riforma Fornero.

Ma, come detto, il Governo avrebbe messo sul tavolo la propria disponibilità su questa situazione ma con il calcolo degli assegni pensionistitici su base contributiva.

E' del tutto evidente che questa situazione legata al contributivo non è quello che i sindacati avrebbero voluto sentirsi dire.

La loro situazione di entusiasmo è stata leggermente raffreddata da questa controproposta del Governo. Ma Cgil, Cisl e Uil non hanno chiuso la porta a questa situazione prospettata dal Governo che ha dato questa disponibilità.

Riforma Pensioni 2023: tutele per i lavori gravosi

Le parti ovviamente si aggiorneranno spesso. Il fatto che sia ormai acqua passata l'elezione del nuovo presidente della Repubblica aiuta. Il fatto che Sergio Mattarella sia stato eletto nuovamente presidente della Repubblica e Mario Draghi rimanga premier a questo punto senza problemi di sorta quantomeno fino alle elezioni della primavera del 2023 stabilizza il quadro.

Le elezioni sono all'orizzonte, ci saranno tra poco più di un anno ma c'è tutto il tempo in questi mesi per potere lavorare ad una riforma organica delle pensioni che possa stabilizzare un quadro e una situazione magari anche per i prossimi anni. 

Nel corso del confronto tra il Governo e sindacati sono state analizzate anche altre questioni e non è esclusa la possibilità che il Governo possa mettere sul piatto anche altre formule per persone che hanno situazioni "complesse".

Sul tavolo ci sono anche proposte di riduzione dell'età pensionabile per persone che svolgono lavori  particolarmente gravosi, per invalidi e altre categorie di persone che si occupano dell'assistenza di persone disabili come ad esempio i caregivers.

Allo studio anche nuove formule per lavoratori che si trovano ora in stato di disoccupazione. 

Riforma Pensioni 2023: il confronto nelle prossime settimane con i ministri

Naturalmente ora con un quadro politico interno stabilizzato il Governo avrà modo di confrontarsi con le forze sindacali per potere decidere una Riforma delle Pensioni che possa avere un orizzonte temporale più lungo.

Naturalmente le tensioni in politica estera legate alla situazione tra Russia e Ucraina hanno inciso in queste settimane con l'attenzione del Governo rivolta principalmente su quel fronte.

Se la situazione dovesse evolvere in direzione contraria ad una escalation militare, sarà possibile anche calendarizzare nelle prossime settimane un momento di confronto nuovo anche con il premier Mario Draghi, il ministro dell'Economia Daniele Franco e il ministro del Lavoro Andrea Orlando con le forze sindacali. 

Riforma Pensioni 2023: le opinioni delle forze sindacali

Le reazioni delle forze sindacali a questo primo incontro con il Governo sono all'insegna della prudenza. Come evidente in ogni trattativa di questa portata. Dalla Cgil si mostra apprezzamento per l'apertura del Governo ma si attendono i prossimi incontri per capire meglio i dettagli.

Ovviamente il nodo è la non condivisione dei sindacati al fatto che in cambio dell'addio alla Fornero e ai 63 anni, il Governo vincoli questa disponibilità all'introduzione del calcolo contributivo dell'assegno pensionistico.

La stessa posizione della Cgil è condivisa anche dalla Cisl. Cisl che lo ricordiamo si era invece smarcata da Cgil e Uil in merito allo sciopero proclamato lo scorso mese di dicembre.

Anche fonti Cisl affermano di apprezzare l'apertura del Governo ma ovviamente il discorso del ricalcolo contributivo merita un approfondimento. E capire come si  potrà sostanziare questa misura.

Anche la Uil sostanzialmente è sulle stesse posizioni: bene la maggiore flessibilità di uscita dal lavoro ma legare questa flessibilità al sistema contributivo porterebbe ad una situazione estremamente penalizzante per i lavoratori per quel che riguarda l'assegno.

Si approfondirà anche questa situazione.

Riforma Pensioni 2023: le altre uscite anticipate dal lavoro del 2022 ci saranno ancora?

Il 31 dicembre 2021 è andata in pensione Quota 100. Il sistema che consentiva il pensionamento con 62 ani di età e 38 anni di contributi. Superata questa misura per quest'anno si è deciso di dare vita a Quota 102.

Ovvero si può andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Questa naturalmente è una misura transitoria e vale solo per il 2022 introdotta dalla Legge di Bilancio per il 2022.

Questa misura ovviamente non è nelle intenzioni del Governo che diventi organica e parte integrante di una riforma definitiva per i prossimi anni. 

Per il 2023 c'è anche molta incertezza su altre due misure che sono previste nell'ordinamento di quest'anno. La prima è Opzione Donna che consente un pensionamento anticipato per le donne a 58 o 59 anni con 35 di contributi.

Già nel mirino dell'Europa per i costi non è detto che ci sarà nel 2023. Anche questo sarà di certo un terreno di scontro tra Governo e sindacati.

Mentre dovrebbe ancora esserci anche nel 2023 Ape Sociale a vantaggio di persone con problematiche o con lavori gravosi. Ma anche qui sarà tutto da costruire nei prossimi incontri tra Governo e sindacati.