Riforma Pensioni: la proposta Draghi! Tutti a casa a 62 anni

Manca sempre meno al 2022 e alla Riforma Pensioni! Ed ecco che arriva la proposta di Draghi: tutti a casa a 62 anni! Ma cosa succederà a partire dal prossimo anno? Tutti avranno lo stesso trattamento? Ci saranno delle sorprese? Vieni a scoprire tutto in questo articolo!

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Manca sempre meno al 2022 e se da un lato si accendono le speranze per il prossimo anno e tutti siamo felici di lasciarci alle spalle questo difficile 2021, dall’altra parte ancora non si hanno notizie certe per quanto riguarda il tema della riforma pensionistica del 2022. 

Cosa vivremo nel periodo successivo a Quota 100?

Infatti, come tutti noi sappiamo Quota 100 andrà anch’essa in pensione il 31 dicembre 2021. E di conseguenza sono molte le persone che si trovano prossime alla pensione a domandarsi quale sarà il loro destino.

Ebbene, dalle ultime indiscrezioni sembra proprio che nello scontro tra Governo e sindacati, sia stato proprio il primo ad averla vinta

Infatti, non sembra esserci alcuna menzione alla ormai super citata Quota 41 in quanto porterebbe a degli ingenti costi per le casse dello Stato.

Come ormai tutti noi sappiamo per creare una riforma pensionistica che funzioni, il Governo deve tenere in considerazione sia le proprie esigenze, ossia il non pesare ulteriormente sulle casse statali, sia le esigenze dei cittadini che vengono rappresentate per mezzo dei sindacati. Infatti, sono proprio questi ultimi a riportare la voce del popolo e questa volta, purtroppo, sembra che abbiano fallito il loro compito.

Quindi cosa accadrà da gennaio 2022 sul tema pensioni?

Sappiamo che da un lato vi è una corsa contro il tempo per scongiurare la possibilità di un ritorno alla legge Fornero. Infatti, si cerca di scongiurare il cosiddetto scalone dei cinque anni. 

Ma come si opererà tale scelta? Sappiamo da fonti attendibili che ci sarà una sorta di processo di accompagnamento dei lavoratori verso il ritorno alla Legge Fornero. Infatti, essa sarà nuovamente operativa a partire dal 2024.

Dunque niente paura per il salto che si temeva dal pensionamento a 62 anni a quello a 67. Infatti, il Governo Draghi ha deciso di optare per un graduale step by step. Ciò significa che assisteremo piano piano ad un innalzamento dell’età prevista per la pensione. 

In questo articolo andiamo a vedere come si sta muovendo il Governo in tema di riforma pensioni per il 2022 in modo da conoscere la proposta di Draghi e quello che ci aspetta nel giro di poche settimane. 

Draghi riforma le pensioni: un piccolo spoiler

Quale modo migliore per iniziare questo articolo se non con un piccolo spoiler?

Solitamente siamo contrari agli spoiler, ma in questo caso dopo tutta questa attesa ci sembra il minimo farvi conoscere in anteprima quali saranno le novità che andremo ad approfondire più nel dettaglio in seguito.

Innanzitutto, come abbiamo visto, non avremo il salto improvviso tra i 62 anni previsti da Quota 100 ed i 67 previsti per la pensione di vecchiaia. Infatti, il Governo ha comunicato che si tratterà di un graduale innalzamento dell’età pensionabile. 

Da quello che sappiamo nel 2022 il requisito dei contributi rimarrà invariato alla soglia dei 38 anni. Ma cosa cambierà?

Si passerà dall’attuale Quota 100 a Quota 102. Questo significa che non si potrà più andare in pensione a 62 anni, ma all’età di 64. Successivamente nel 2023 entrerà in vigore Quota 104. In questo modo l’età pensionabile si alzerà ulteriormente a 66 anni e nel 2024 avremo un effettivo ritorno alla Legge Fornero con un pensionamento all’età di 67 anni. 

Tutto ciò sarà, come abbiamo visto, molto graduale. 

Eppure la novità più importante e più acclamata dai futuri pensionati risiede nel fatto che nel 2022 si potrà ancora andare in pensione a 62 anni di età. 

Com’è possibile? Te lo spiego subito. 

Diciamo che con l’abolizione di Quota 100, la riforma pensioni progettata da Draghi ha come obiettivo quello di creare nuove forme per andare in pensione anticipatamente

Ovviamente, com’era facilmente intuibile, queste nuove modalità (o vecchie modalità rivisitate) non saranno valide per tutti i cittadini italiani prossimi alla pensione. 

Infatti, nel corso del nostro articolo vedremo nel dettaglio quali saranno i requisiti per accedere alla pensione anticipata. 

Intanto iniziamo a stilare un elenco delle modalità attraverso le quali i cittadini prossimi alla pensione potranno ottenere il loro anticipo.

La prima modalità è già molto conosciuta. Si tratta dell’Ape Sociale che però dal 2022 ammetterà nuove categorie di lavoratori. Inoltre, stiamo assistendo ad un rinnovo di Opzione Donna. Queste due modalità saranno principalmente rivolte a lavoratori precoci, gravosi o disabili.

Invece, per gli altri ricordiamo che rimane ancora attiva la RITA che consente il pensionamento anticipato all’età anagrafica di 57 anni. Infine, è bene ricordare anche la creazione di Quota 82 che consente a tutti i dipendenti privati il pensionamento anticipato all’età di 62 anni per il prossimo anno.

Adesso che abbiamo visto un po’ il contenuto di questa riforma pensioni elaborata dal Governo Draghi per il 2022, andiamo ad analizzare tutte le misure proposte più nel dettaglio.

Riforma pensioni Draghi: passiamo da Quota 100 a Quota 102!

Ancora non è stato trovato un accordo definitivo tra Governo e sindacati per quanto riguarda il tema della riforma delle pensioni per il prossimo anno.

Tuttavia, da quanto si evince il Governo sembra avere la meglio. Infatti, sono stati fissati alcuni punti sui quali il Governo sembra non voler cambiare le sue posizioni.

Ovviamente per avere delle certezze assolute dobbiamo attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della nuova Legge di Bilancio del 2022. 

Quando andiamo ad analizzare la riforma pensioni dobbiamo senza alcun dubbio partire dall’attuale Quota 100. Infatti, questa modalità di accesso al sistema pensionistico sta per terminare, più precisamente, Quota 100 andrà in pensione il 31 dicembre 2021.

Ma cosa succederà dopo?

Nel nostro piccolo spoiler iniziale abbiamo visto che non ci sarà il tanto temuto salto di cinque anni. 

Infatti, secondo le indiscrezioni del Governo passeremo a Quota 102. La misura è praticamente identica a Quota 100 con la differenza che l’età pensionabile sarà innalzata di due anni. Quindi passeremo da un pensionamento anticipato a 62 anni ad uno anticipato a 64.

Successivamente, nel 2023 si passerà a Quota 104 dove vedremo un pensionamento a 66 anni. Ovviamente, viene da sé che l’anno successivo, ossia nel 2024 si tornerà alla vecchia pensione, ossia quella a 67 anni.

Eppure, abbiamo viso che ci sarà anche la possibilità nel 2022 di accedere alla pensione all’età di 62 anni, come avviene oggi con Quota 100. Andiamo a scoprire tale modalità più nel dettaglio.

Riforma pensioni: Draghi dice sì all’uscita a 62 anni con Quota 82! Ma come?

L’abbiamo visto nel nostro spoiler e ora è il momento di approfondirlo meglio. 

Draghi ha affermato che si potrà uscire dal mondo del lavoro all’età di 62 anni anche nel 2022 sfruttando Quota 82.

Si tratta di una misura che può essere sfruttata solamente dai lavoratori dipendenti del settore privato. 

Ma come funziona? Lo scopriamo subito. 

Non si tratta di una misura ad hoc che è stata creata per il 2022, ma parliamo di una rivisitazione di una misura già esistente. Quale?

Stiamo parlando dello scivolo aziendale di cinque anni che viene finanziato attraverso il fondo dedicato alle attività in crisi

Ma come funziona? Innanzitutto devi sapere che è una misura che viene approvata autonomamente dalle aziende con almeno quindici dipendenti. Esse possono, infatti, scegliere di concedere a tali lavoratori la pensione anticipata. Tuttavia è bene considerare che sarà l’azienda a farsi carico di una parte dei costi. 

Ma quali sono i requisiti per poter accedere a Quota 82? Innanzitutto parliamo del requisito contributivo di 20 anni e l’età anagrafica dev’essere di almeno 62 anni.

La Riforma pensioni di Draghi modifica l’Ape Sociale nel 2022! Come?

Come abbiamo visto, un’altra grane novità che riguarderà la riforma pensioni per il prossimo anno è l’Ape Sociale. 

Anche in questo caso, stiamo parlando di una misura che, ad oggi, risulta essere già attiva. 

Infatti, si tratta di quella misura rivolta a disoccupati, caregiver e lavoratori che effettuano attività gravose. 

Eppure c’è una novità in tal senso. Dal prossimo anno i lavori considerati gravosi dovrebbero aumentare (e non di poco). Infatti, secondo le prime stime effettuate, si dovrebbe passare da un numero attuale di 65 lavori gravosi, ad 203 nel 2022.

Attualmente è il Ministro del Lavoro che si sta occupando di stilare tale lista, ma ricordiamo che per avere una definitiva sicurezza, la lista da lui stilata dovrà essere approvata dall’esecutivo. 

Tuttavia, anche se non siamo ancora in possesso dell’elenco completo, sapere che la platea di beneficiari si amplierà notevolmente, rende felici moltissimi lavoratori gravosi. 

I requisiti? Li ricordiamo subito. 

Per quanto riguarda l’età anagrafica essa dovrà essere di almeno 63 anni. Invece, quando si parla di contributi versati essi sono variabili e possono essere dai 30 ai 36 anni.

La Riforma pensioni di Draghi e Opzione Donna: cosa sta succedendo?

Altra immancabile misura della quale dobbiamo parlare è Opzione Donna che sarà prorogata anche per il prossimo anno senza alcuna modifica. 

Eppure si tratta di una misura che fino all’ultimo è stata messa in dubbio in quanto non sembrava dover proseguire anche per i prossimi anni.

Infatti, l’Europa era contraria ad Opzione Donna ed il parlamento nella prima bozza della Legge di Bilancio aveva fatto una modifica importante. Ossia aveva innalzato l’età pensionabile a 60 anni per le dipendenti e 61 per le autonome. 

Invece, il Governo ha deciso di tronare sui suoi passi e riconfermare Opzione Donna per come la conosciamo anche oggi, ossia 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome. Il requisito contributivo rimane anch’esso invariato: 35 anni.

Non dimentichiamo la RITA nella Riforma Pensioni 2022!

Ultima delle opzioni al vaglio del Governo per garantire un pensionamento anticipato anche nel corso del 2022 è rappresentata dalla RITA. 

Si tratta di una misura che è prevista per tutti coloro che oltre ai contributi versati obbligatoriamente hanno anche cinque anni di contributi complementari. Infatti, se questi lavoratori sono disoccupati da almeno due anni possono accedere alla pensione all’età di 57 anni con l’opzione RITA.  

Ricordiamo anche che questa misura è accessibile anche a coloro che sono disoccupati da almeno 24 mesi e che hanno anche loro i cinque anni di previdenza complementare. In questo caso, l’età anagrafica richiesta è di 62 anni ed i contributi richiesti sono di 20 anni.