Riforma pensioni, Draghi accorcia tutto? Ecco cosa cambia!

In vista della prossima riforma pensioni, le novità sembrano essere numerose all'orizzonte. Ma di certezze, ce ne sono ancora poche. Quello che sappiamo, infatti, non è ancora stato diramato a livello ufficiale, e attualmente le ipotesi sono molte di più rispetto alle certezze.

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La riforma pensioni di Mario Draghi, è senza ombra di dubbio una delle tematiche più scottanti dell'ultimo periodo. Le voci che circolano sul web a tal proposito sono numerose, e tutte quante vertono su un'unica tendenza: una forte incertezza.

Incertezza che per il momento non sembra volersi schiarire, per ovvie ragioni. Essendoci ancora poca chiarezza a riguardo, anche per via delle fonti ufficiali, le quali non hanno ancora rilasciato nulla che possa portare ad una conclusione sicura e allo stesso tempo affidabile.

Tuttavia, si può scorgere qualche piccolo e lieve spiraglio di ufficialità dalla maggior parte delle fonti citate. I contenuti più aggiornati, parlano infatti di una riforma che risulta essere in procinto di prospettare grossi cambiamenti in merito al discorso pensionistico.

Il sito web del Sussidiario, a tal proposito, descrive come la riforma precedente della Quota 100 non sia stata in grado di riscuotere il successo sperato. A conti fatti, si può addirittura parlare di aspettative deluse nel profondo. Citando quanto viene riportato nel contenuto apposito:

La Quota 100 non convince nessuno (tranne la Lega), mentre la Quota 41 con Carroccio, M5s e sindacati assai disponibili resta un’opzione importante per la prossima riforma pensioni.

Per il momento, come si legge poche righe dopo, chi di dovere non sembra essere intenzionato ad esporsi particolarmente ad un rischio così concreto. Facendo riferimento alla situazione attuale, sappiamo infatti che la Quota 41 sarebbe tutto fuorché una garanzia, e i governi coinvolti non sembrano voler agire per incentivare il suo passaggio.

Alla base del no temporaneo all'accesso pensionistico all'età di 41 anni, ci potrebbero essere delle scelte che sono state erroneamente (oppure no) compiute in passato. Per esempio, la spesa ingente che è stata accumulata nel corso degli scorsi anni. I report ufficiali, evidenziano una spesa ingente corrispondente a diversi miliardi di euro.

Nel corso del 2022, addirittura, ci si potrebbe avvicinare alla spaventosa cifra di circa 5 miliardi di euro. Numeri che fanno desistere prontamente dall'approvazione della cosiddetta Quota 41, considerando che significherebbe spendere cifre ben più ingenti di quelle riportate sopra. Per avere maggiore chiarezza a riguardo, consigliamo la visione di un video apposito pubblicato sul canale di Mondo Pensioni.

Riforma pensioni, ritorna la figura della Fornero?

Un'altra notizia riportata da numerose fonti di differente portata, è quella del condizionamento da parte della Fornero nei confronti della riforma pensioni. Ovviamente, questo condizionamento viene inteso in maniera figurativa, se così si può dire.

Il futuro della Quota 100, la quale attualmente è in vigore, potrebbe infatti vedersi scavalcato proprio da quanto venne dettato in precedenza dalla Fornero. Infatti, in un articolo preso in considerazione dal sito delle Formiche, sembra essere piuttosto calda l'ipotesi dell'Ape sociale.

Per farla breve, la parte di riforma in questione consiste in una modula pensionistica che consiste in un indennizzo destinato a determinate categorie di soggetti percettori. Tra questi beneficiari, rientrano infatti:

  • Soggetti che vivono in contesti poco agevoli
  • Soggetti di precario stato occupazionale
  • Soggetti di precario stato sociale

A differenza della pensione anticipata e della Quota 100, questa parte di riforma è più destinata a quello che sembra essere un sostegno effettivo, anziché ad una formula di agevolazione come in molti potrebbero pensare erroneamente.

Questa tipologia di anticipo pensionistico, riguarda infatti coloro che esigono di uscire dal proprio posto di lavoro per via anticipata, e di conseguenza con carattere di urgenza. Inoltre, della sua erogazione se ne prende totalmente cura lo Stato.

La Quota 100, per come viene intesa, è più una scelta che una necessità. Di conseguenza, per accontentare tutte quelle che sono le categorie coinvolte, è risultato senza ombra di dubbio molto più saggio badare prima di tutto alla necessità. Sia sociale che economica, ovviamente.

Al ridosso della scadenza della Quota 100, dulcis in fundo, ci potrebbe essere una concreta ipotesi di inserimento dell'anticipo pensionistico. Ad averne parlato in modo approfondito, è stato anche un contenuto proveniente dal sito di Trend Online focalizzato in maniera attenta su questo argomento ben preciso.

Riforma pensioni, valida anche l'Opzione Donna

Per quanto concerne l'argomento inerente alla riforma pensioni, oltre all'elemento dell'anticipo pensionistico, ce n'è anche un altro di cui bisogna tenere conto per forza di cose. Si parla infatti dell'Opzione Donna, stando a quanto viene riportato dal sito ufficiale di Tiscali. Citando quanto segue:

Si punta inoltre a rafforzare Opzione donna, ovvero la possibilità di lasciare anticipatamente il lavoro per le lavoratrici che possono vantare 35 anni di contributi e 58 di età (59 se autonome).

Ma esattamente, in cosa consiste l'Opzione Donna? La questione è quanto di più semplice ci possa essere. Questa particolare opzione, riguarda infatti una modalità di accesso alla pensione che comprende solo ed esclusivamente una categoria ben precisa.

La categoria in questione, corrisponde a quella delle donne lavoratrici, le quali devono obbligatoriamente aver maturato determinati requisiti entro un limite di tempo prestabilito. Sostanzialmente, grazie a quello che si può definire calcolo di contribuzione, le donne lavoratrici possono avere accesso alla pensione dopo 35 anni di contributi regolarmente versati.

Questo, ovviamente, viene proclamato al netto di fenomeni quali la malattia o qualsiasi altro tipo di motivo inerente ad un'assenza dal proprio posto di lavoro. Questa manovra, dunque, sembra volersi fare nuovamente spazio, dopo la sua approvazione in quella che oggi chiamiamo Legge Bilancio 2021. Una legge che, al suo interno, contiene numerosi spiragli di cambiamento. Alcuni già in vigore, altri in dirittura d'arrivo.

Riforma pensioni: uscita a 63 anni in arrivo!

Un'altra novità diramata proprio all'interno della riforma pensioni, è quella dell'uscita dal proprio posto di lavoro all'interno della fascia di età che va dai 63 ai 64 anni. Con la scadenza imminente della riforma chiama Quota 100, prevista alla fine del 2021, i cambiamenti in arrivo saranno numerosi e lampanti allo stesso tempo.

Le opinioni in merito spesso tendono a discordare tra loro, ma sicuramente l'aria di cambiamento avrà i suoi vantaggi, tra una cosa e l'altra. Sul sito della Repubblica, stando a quanto cita a sua volta il sito web di Today, sembra inoltre essere apparsa un'altra referenza a dir poco clamorosa, per quanto riguarda il contesto generale in cui è stata annunciata.

Pare infatti che, tra non molto, sarà possibile ai lavoratori andare in pensione all'età di 63 anni. E fin qui, nulla di strano. Anzi, per certi aspetti questa può essere davvero una bella notizia, considerando il forte desiderio di andare in pensione per via anticipata da parte di molti lavoratori. Ma in realtà, dietro questa formula si cela quello che potrebbe essere un grosso svantaggio per le categorie coinvolte.

In tempi non sospetti, l'Inps propose già di per sé l'accesso anticipato alla pensione, seppur con una riduzione netta del proprio importo pensionistico. Una manovra che, almeno ai tempi, non venne propriamente accettata di buon grado dai soggetti coinvolti. Questo metodo, è stato proposto per annullare il palese gap economico che intercorre tra le pensioni calcolate col metodo contributivo, e le pensioni calcolate col cosiddetto metodo "misto".

Riforma pensioni, fine dell'era delle Quote?

La riforma pensioni, potrebbe voler significare anche un altro cambiamento a dir poco clamoroso: niente più Quote per il 2022. La notizia, detta così, potrebbe avere un effetto a dir poco stupefacente nei confronti del lettore. Ma in realtà, approfondendo questo probabile provvedimento in ogni suo minimo dettaglio, potremo facilmente capire come le sfaccettature siano molteplici.

Come è ormai risaputo da parecchi mesi, la Quota 100 ci saluterà alla fine dell'annata corrente del 2021. Per la precisione, in data 31 dicembre 2021. A fare luce sull'accaduto, sono numerose testate facenti parte del settore pensionistico. Almeno per il momento, sono tutte quante dello stesso avviso. Ciò che accadrà in vista del primo dell'anno del 2022, infatti, è ancora fortemente incerto.

La remota ipotesi di Quota 41, in quanto tale, si allontana sempre di più a causa di alcune questioni relative alla sostenibilità. Infatti, come detto in precedenza, i diversi miliardi spesi in precedenza potrebbero tornare a presentarsi in caso di approvazione, e non sarebbe fattibile da sostenere di per sé.

Ciò che si rende necessario, ora come ora, è una riforma che sia solida e allo stesso tempo sostenibile dal punto di vista economico e flessibile. Quel che è certo, per il momento, è che le tante ipotesi fatte in merito hanno prodotto solamente più nebbia.

Meno visibilità in quella che già di per sé è sempre stata una questione fumosa, perlomeno fin dal suo principio passato. Attualmente, l'opzione più plausibile (e meno costosa soprattutto) sembrerebbe essere quella dell'anticipo pensionistico fissato a 63 anni di età, con il classico sistema contributivo (20 anni).

Riforma pensioni: conclusioni finali

L'attuale gestione di Mario Draghi, oltre alla riforma pensioni, presenta anche tanti altri punti di assoluto interesse. Non si parla solamente della questione pensionistica, benché sia anch'essa di un certo rilievo. Infatti, si parla anche di terze dosi di vaccino all'orizzonte, nonché di Green Pass obbligatorio a livello generale.

Per poter avere un punto di vista pù ampio riguardante la prossima e imminente riforma pensionistica, bisognerà dunque aspettare diverso tempo, considerando il fatto che la questione è ancora piuttosto fumosa e poco chiara.

I dettagli, benché ipotetici, sono numerosi. Le cose da dire sono tante, ma nessuna di queste cose è in grado di rappresentare alcuna certezza, almeno per il momento.