Riforma pensioni: una tragedia! Ecco le Quote firmate Draghi

Con la Riforma Pensioni Draghi ha già proposto nuove Quote per coloro che dal 2022 rischiano di finire nella Fornero o addirittura al lavoro. Il Governo stesso sta valutando una serie di possibilità per garantire un anticipo, anche se questo significa aumentare l'età anagrafica e la quota contributiva.

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Riforma Pensioni in attivo. E con Draghi sarà una tragedia.

La fine di Quota 100 è ormai confermata. Ma questo non significa che toccherà a tutti la Fornero. Cioè la legge che prevede l'uscita pensionistica con 67 anni di età anagrafica

Anche perché non è detto che sia a 67 anni. Potrebbe essere anche a 70 anni, se il ricalcolo dell'aspettativa di vita dell'ISTAT certifica un aumento della speranza di vita. 

Davanti a questo rischio (se non peggiore vista l'ipotesi di Boeri di un disastro per la classe 1980, con una pensione a 75 anni!), il governo vorrebbe tentare di ricreare una Quota 100, meno dispendiosa e più sicura anche per le casse dello Stato.

Dopo la strigliata dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) la questione delle pensioni in Italia è diventata ingestibile, anche perché 200 miliardi l'anno è un costo mostruoso per la media europea, che si attesta sul 12,6% della spesa del PIL, contro il 16,1% di quanto spende invece l'Italia, seconda solo alla Grecia.

Per questo si parla di nuove Quote, utili per impedire uno scalone peggiore di quello della riforma Maroni del 2004 e della Fornero del 2012. Perché si parla, per chi ha 62 anni a fine 2021, di andare in pensione:

  • a 67 anni se il ricalcolo non conferma alcun avanzamento d'età;
  • a 70 anni se il ricalcolo conferma l'avanzamento d'età.

Il problema è che le proposte sono tante: Quota 101, Quota 102, Quota 103...E ognuna riguarda un anno, per esempio Quota 102 sarebbe proposta per l'anno 2022, mentre Quota 104 per l'anno 2023, altrimenti scatterebbe il blocco quinquennale fino al 2026. 

E questo sarebbe pericoloso anche per le aziende, che non potrebbero rinnovare l'organico fino al pensionamento di tutti i mancati beneficiari di Quota 100.

Ed è un problema che viene analizzato anche da Pensioni & Aggiornamenti nel suo video in merito alle 8 opzioni previste dopo. 

Noi invece preferiamo concentrarci su tutte queste Quote, e anche sulla loro potenziale applicabilità per chi non potrà accedere a Quota 100.

Riforma pensioni con Draghi! Ecco cosa succederà

Con la riforma pensioni possiamo dimenticarci di Quota 100 all'istante, dato che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ufficializzato la sua sospensione per il 2022.

Quindi l'addio di Quota 100 non solo è definitivo, ma porterà al ritorno della Fornero, qualora la proposta di Draghi di passare a queste nuove quote sperimentali risultasse fallimentare.

E la Fornero purtroppo non è nemmeno più 67 anni come età pensionabile, ma forse 70 anni, se il ricalcolo ISTAT per l'aspettativa di vita, prevista ogni due anni, confermasse l'aumento della speranza di vita.

Come unica possibilità per evitare l'uscita a 67 anni sarebbe l'anticipo pensionistico, ma bisognerebbe avere almeno 42 anni e 6 mesi di contributi versati e confermati.

Altro che Quota 41, con soli 41 anni di contributi: ora ce ne vogliono di più! 

Il motivo di questa disgiunzione tra età anagrafica e quota contributiva è semplice: l'uscita pensionistica secondo la Legge Fornero non prevedrebbe più una soluzione a quote, almeno per la propria disposizione. Pertanto o 67 anni, o 42 anni e 6 mesi di contributi versati.

Per questo Quota 100 era utile, perché garantiva un'uscita anticipata di 5 anni rispetto alla Fornero, anche se chiedeva almeno 38 anni di contributi! In pratica o avevi iniziato a lavorare a 24 anni, o avevi durante gli anni versato dei contributi extra per pareggiare i conti.

Se non altro, onde evitare l'effetto scalone tra quelli che maturano i requisiti per Quota 100 entro il 31 dicembre 2021, e gli esodati dal 1 gennaio 2022, il Governo Draghi sta puntando a queste soluzioni.

Riforma pensioni: Draghi propone Quota 102! Ecco cosa farà

Stando a quanto proposto dal Governo Draghi, per Quota 102 si parla di un'opzione pensionistica che prevede semplicemente l'arrivo a 64 anni d'età come requisito anagrafico, e 38 anni di contributi come quota fiscale da versare all'INPS.

Il sistema è una specie di Quota 100 plus, così come tutti gli altri, perché aumenta solo l'età anagrafica, pur mantenendo la stessa quota contributiva. 

Motivo? Un po' per ritardare i pagamenti pensionistici a tutti i lavoratori che matureranno 63 anni nel 2022, i quali avrebbero avuto invece l'accesso alla pensione anticipata se fosse rimasta Quota 100. 

E un po' per valutare progressivamente come evitare l'effetto scalone, cioè lo scatto netto e problematico che accadrebbe tra il 31 dicembre e il 1 gennaio dell'anno dopo, cioè tra i due giorni in cui c'è la decadenza di una riforma e l'attivazione di un'altra.

E con questo scalone che si sono formati degli anni diversi esodati, come accaduto a causa della riforma Maroni del 2004 e delle Riforme Sacconi e Fornero del 2010-2012. 

Questa Quota avrebbe un carattere non solo sperimentale, ma anche transitorio, e molto più di quanto previsto da Quota 100. Invece di 3 anni, come accaduto alla precedente uscita pensionistica, durata tra il 2019 e il 2021, durerebbe solo un anno. Cioè il 2022.

Mentre dal 2023 scatterebbe un'altra Quota, la 104. Che, per quanto ricordi la Legge 104, cioè quell'insieme di benefici e agevolazioni per chi soffre di patologie disabilitanti e per chi ha cura di questi ultimi, in realtà è solo un aumento dell'età pensionabile.

Anche se ancora da valutare, come soluzione all'uscita anticipata già mostra delle difficoltà tecniche, oltre che delle irregolarità.

Riforma Pensioni: ecco Quota 104! Ecco cosa si prevede

Quota 104 per la Riforma Pensioni potrebbe essere una soluzione al vuoto rimasto per chi, qualora non avesse raggiunto né i requisiti per Quota 100 nel 2021, né per Quota 102 nel 2022, invece riuscisse a raggiungerli nel 2023.

Quota 104 prevede di avere almeno 66 anni d'età e almeno 38 anni di contributi versati.

Cioè, tra il 2022 e il 2023 lo scatto anagrafico tra le due Quote è di due anni. Ma se si fa un compleanno all'anno, come si può accedervi?

Lo so, sembra assurdo: aggiungi anche che se arrivi a 66 anni d'età per il 2023, significa che già potevi accedere a Quota 102, avendone 64/65 anni, no? Ma infatti il problema è anche nella quota contributiva.

Se non raggiungi almeno 38 anni di contributi, rischi l'effetto scalone. Pertanto per la maggioranza il problema sarà di tipo contributivo, non tanto anagrafico. 

E questo creerebbe tra le due quote una botola, dato che è a tutti gli effetti "un errore tecnico", come ha dichiarato lo stesso Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. E lui è pure favorevole a Quota 102, ma non a Quota 104.

Allora l'unica soluzione per evitare la botola che porti decine, se non centinaia di migliaia di pensionanti a diventare come gli esodati della Fornero, che nel 2012 rischiarono l'indennizzo di mobilità, è quella di trovare una Quota nel mezzo: Quota 103.

Riforma pensioni: Quota 103! Ecco a chi spetta

Secondo l'ultima cabina di regia del Governo Draghi, si potrebbe puntare a una quota al mezzo, tra 104 e 102, cioè Quota 103. Un compromesso che garantirebbe per il 2023 non più 66 anni d'età come età anagrafica, bensì 65 anni d'età.

E' già una soluzione valida, rispetto a quella che prevedrebbe, nel 2022, per chi vuole tentare di andare in pensione prima, di compiere due volte gli anni per rientrare in Quota 104. 

Il problema però rimane, perché a livello di finanziamenti si rischia di non rientrare in quanto già prefissato con la Legge di Bilancio 2022, prevista per fine anno.

Lo stesso DPB (Documento Programmatico di Bilancio) prevedrebbe almeno 600 milioni di euro per finanziare Quota 102. E constata che per Quota 100 furono messi in campo per tre anni ben 11,6 miliardi di euro, cioè quasi 4 miliardi l'anno!

Col risultato che ad avere avuto accesso a Quota 100 sono stati complessivamente 341.000 pensionanti, rapportati così in tre anni:

  • nel 2019 sono andati in pensione 150.132 lavoratori;
  • nel 2020 sono andati in pensione 114.868 lavoratori.
  • nel 2021 dovrebbero andare in pensione poco più di 100.000 lavoratori.

La manovra non solo è costata molto, ma è stata progressivamente dimenticata. 

Ci sarebbe allora una proposta, forse suicida, ma estremamente soft per tutti: Quota 101. Ma anche questa non è molto applicabile.

Riforma pensioni: Draghi vorrebbe Quota 101! Cosa prevede?

Draghi vorrebbe per la Riforma Pensioni una soluzione al mezzo, Quota 101, cioè l'uscita anticipata con un solo anno in più come età anagrafica, ovvero:

  • 63 anni d'età anagrafica;
  • 38 anni di contributi versati.

Ma il problema in questo caso non sarebbero 600 milioni, bensì 1,5 miliardi. Perché fare un semplice salto di 365 giorni richiederebbe allo Stato un finanziamento che, con i 23,4 miliardi di euro previsti per le spese pensionistiche, non si può permettere.

E questo a comunicarlo è il Ministro dell'Economia Daniele Franco, che anzi vorrebbe irrigidire le quote in questione e addirittura non provvedere all'ampliamento di Ape Sociale per i nuovi lavori gravosi. Richiesta invece presentata dalla sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, che, assieme al Partito Democratico, vuole a tutti i costi più fondi per questi ammortizzatori sociali, tra cui la stessa Opzione Donna.

Ma infatti si teme che la questione delle pensioni possa mettere in crisi il Governo Draghi, visto che potrebbe risultare in un pericolosissimo boomerang per tutti, non solo per i pensionanti, ma anche per chi si ritroverebbe a non poter rinnovare il proprio organico senza dover avviare dei licenziamenti di massa. 

E con tutti quelli che stanno avvenendo nell'ultimo anno, sarebbe una batosta per la ripresa di questo paese, che ha già pagato un conto salatissimo a causa del Covid.