Sono ormai mesi, precisamente dall’insediamento del governo Draghi, che uno dei temi principali e più caldi del momento è la Riforma Pensioni.
Dopo settimane di tira e molla il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha fatto sapere che partiranno le consultazioni con i sindacati e che nelle intenzioni dell’esecutivo vi è quello di attuare una Riforma Pensioni prima della fine dell’anno.
Come ormai tutti sanno, il problema del sistema pensionistico italiano è la scadenza, il 31 dicembre 2021, di Quota 100, ovvero la misura che consente la pensione in anticipo a 62 anni e con 38 di contribuzione.
La situazione è complessa perché abbiamo da un lato i sindacati, che vogliono al più presto una misura di pensionamento anticipato che sostituisca Quota 100. Dall’altro c’è Draghi, nominato per volere della UE e a cui la Comunità Europea ha fatto presente che l’Italia deve trovare un modo per ridurre la spesa pensionistica italiana, che è davvero troppo ingente.
Ma il vero problema è il tempo, poiché se la nuova misura dovrà sostituire Quota 100, allora per preparare la Riforma Pensioni ci sarebbero poco più di sei mesi. Non sembra probabile che in così poco tempo il Governo possa stravolgere il sistema pensionistico, piuttosto è probabile che siano introdotte misure alternative a Quota 100, come Quota 41 o Quota 62, che permetterebbero di evitare lo scalone dei cinque anni senza stravolgere tutto il sistema pensionistico.
Il famigerato scalone dei cinque anni, che cos’è?
Prima di affrontare il tema Riforma Pensioni nel dettaglio dobbiamo capire qual è il problema che si verrà a creare nel 2022, ovvero il famigerato scalone dei cinque anni.
Lo scalone altro non è che il gap di 5 anni che viene a crearsi tra la pensione ordinaria, raggiungibile a 67 anni di età, e la pensione anticipata con Quota 100, possibile invece a 62 anni.
Quindi nel 2022 accadrà che i lavoratori che avevano pianificato il pensionamento anticipato a 62 anni, ma aspettavano il raggiungimento dei requisiti, adesso dovranno aspettare fino a 67 anni per andare in pensione con la Legge Fornero, cioè 5 anni in più di Quota 100: ecco lo scalone dei 5 anni.
In un primo momento il Ministro Orlando aveva annunciato che non era nei piani di Draghi intervenire per adesso sulle pensioni, avendo altre priorità come i Ristori e la Riforma Fiscale. Insomma, terminata Quota 100 non ci sarebbe stata più pensione anticipata ma solo pensionamento ordinario a 67 anni.
A questa affermazione del Ministro i toni si sono fatti ancora più caldi e le forze sindacali sono insorte, ottenendo che il Governo facesse dietrofront sulle sue posizioni.
Con una più recente dichiarazione Orlando ha affermato che adesso il Governo è sceso a più miti consigli e ha intenzione di offrire ai lavoratori un'alternativa a Quota 100 è quindi di avviare un tavolo di trattative con i sindacati per la Riforma Pensioni.
I sindacati propongono Quota 41 e Quota 62 come alternative a Quota 100
La proposta di Riforma Pensioni ideata dalle forze sindacali si basa su due alternative, Quota 62 e Quota 41. Consiste insomma nella possibilità di scelta data ai lavoratori se uscire anticipatamente a 62 anni, ma con un diverso calcolo dell’assegno rispetto a Quota 100, oppure se scegliere Quota 41, cioè il pensionamento al raggiungimento di 41 anni di contributi.
Per quanto riguarda la possibilità di un’uscita a 62 anni, questa dal punto di vista dei requisiti non differisce molto da Quota 100, ma la diversità sta nel diverso calcolo degli importi della pensione.
Uno dei problemi di Quota 100, che l’ha resa impopolare, era infatti l’enorme taglio applicato all’assegno pensionistico. Nelle mire dei sindacati vi è l’obiettivo di offrire ai lavoratori la possibilità di un ritiro a 62 anni, ma con condizioni più favorevoli dal punto di vista economico.
Rispetto a questa proposta il Governo ha già cercato di fare muro, poiché è chiaro che il pensionamento a 62 anni, in questi termini, graverebbe troppo sulla spesa pensionistica.
Diversa la situazione di Quota 41, ovvero il pensionamento anticipato con il solo requisito contributivo. In primo luogo, la misura gode di alcuni appoggi politici, come la Lega che da sempre chiede una pensione che non si basi sui requisiti di età, ma solo sul numero di anni di contributi previdenziali accumulati.
Claudio Durigon, leghista e sottosegretario al Ministero delle Finanze (MEF), ha già fatto sapere che è favorevole a Quota 41 e che vedrebbe positivamente questa al posto di Quota 100.
Se dal punto di vista politico Quota 41 metterebbe tutti d’accordo, c’è anche da dire che bisogna anche in questo caso risolvere un problema economico. Secondo le ultime stime infatti Quota 41 non sarebbe affatto una misura così economica ed è chiaro che l’obiettivo principale di Draghi sia accontentare l’Unione Europea, che ha chiesto esplicitamente di tagliare sulle pensioni.
Fantasmi dal passato, ritorna all’attacco Quota 102!
Quota 102 altro non è che una brutta copia di Quota 100, con cui l’uscita anticipata dal lavoro sarebbe possibile a 64 anni e con 38 di contributi. Se in un primo momento l’ipotesi di Quota 102 era stata scartata, perché troppo simile e con gli stessi problemi di Quota 100, adesso la proposta, per quanto non sia tra le più gettonate e soddisfacenti, è tornata in auge. Poiché, proprio per la sua similitudine con i predecessori, sarebbe di veloce e facile attuazione.
In parole più chiare, Quota 102, immaginata come una misura breve e temporanea permetterebbe al Governo di prendere tempo e ridurre gradualmente lo scalone dei cinque anni e con esso il pensionamento anticipato.
Pensioni & Aggiornamenti nel suo video YouTube illustra charamente in cosa consiste Quota 102:
I Sindacati contro la Riforma Pensioni dell’INPS
Altra proposta di Riforma Pensioni è quella dell’INPS, esposta da Pasquale Tridico, presidente dell’istituto, in una lunga intervista, per la quale le pensioni andrebbero riformate ex novo, creando una pensione mista costituita da una quota contributiva e una quota retributiva. Le due parti avrebbero requisiti pensionistici separati, con la parte contributiva per cui sarebbe possibile il pensionamento a 62 anni e la parte retributiva per la quale il ritiro sarebbe quello ordinario a 67 anni.
Parlando più chiaramente, avvicinandosi alla pensione le ore di lavoro sarebbero gradualmente ridotte e il pensionamento completo sarebbe raggiungibile in maniera progressiva. Cioè a 62 anni le ore di lavoro effettivo sarebbero quelle di un contratto part-time e il resto dello stipendio sarebbe corrisposto come quota pensionistica. In questo modo secondo Tridico si potrebbe attuare più facilmente la staffetta generazionale.
Ad ogni modo, la riforma INPS prevede ancora una forte riduzione dell’assegno pensionistico e per questo i sindacati hanno già fatto sapere che faranno muro contro la proposta.
D’altra parte rimangono anche dubbi sulla tempistica, poiché la modifica di Tridico al sistema pensioni è ingente e difficilmente potrebbe essere realizzata in sei mesi, cioè prima della fine di Quota 100.