Riforma Pensioni: nuova Opzione Donna. Ultime Inps

La riforma delle pensioni non si muove anche se per il 2022 c'è la possibilità di sfruttare Opzione Donna, APE sociale e Quota 102.

La crisi russa-ucraina ha fatto slittare molte decisioni al governo italiano in quanto le priorità che si sono presentate sono altre.

La riforma pensioni, mese dopo mese, sembra ormai dimenticata. Sia perchè appunto ci sono state e ci sono altre urgenze ed emergenze, sia perchè un tema così spinoso meglio lasciarlo al nuovo governo che verrà formato nel 2023 dopo le elezioni politiche.

Anche se il ministro dell’economia e finanze è intenzionato ad anticipare il DEF a marzo, per evitare che diventi un documento elettorale più che programmatico, non ci sono spiragli che il tema riforma delle pensioni sia trattato.

Mancano le risorse e quelle esistenti sono state dirottate verso aiuti a famiglie ed imprese per far fronte allo shock energetico.

Insomma, i cittadini che speravano di poter trovare entro il 2022 una soluzione alla riforma Fornero, e quindi poter avere una chance di flessibilità in uscita, non saranno accontentati.

Fino a fine anno le uniche opzioni ammesse sono Quota 102, Opzione Donna rinnovata e APE sociale rafforzata.

Anche se l’accordo sulla flessibilità sembra esserci, ed anche l’età sembra ormai consolidata con l’uscita a 64 anni, non c’è il tempo per costruire una riforma unica delle pensioni.

Per chi potrà andare in pensione nel 2022, in modo anticipato, facciamo il punto con un focus particolare su Opzione Donna.

Riforma Pensioni: ok a Opzione Donna per sempre

Fino al 2022 è possibile fare richiesta, per le donne lavoratrici che rispettano alcuni requisiti, di andare in pensione in modo anticipato. Ma l’idea del ministro Andrea Orlando, titolare del dicastero delle politiche del lavoro, è quella di rendere strutturale Opzione Donna, senza più necessità di rinnovarla annualmente mediante le leggi di bilancio. 

Proprio infatti con la legge di bilancio 2022, Opzione Donna è stata prorogata di un anno e concessa alle donne che hanno maturato i requisiti al 31 dicembre 2021. Ma come abbiamo scritto sopra, Opzione Donna dovrebbe diventare una misura fissa e quindi una delle possibilità di uscita flessibile. In questi termini si è espresso il Ministro Andrea Orlando

Credo che dovremmo provare a rendere strutturale o pluriennale Opzione donna, ovvero la possibilità per le lavoratrici di uscire anticipatamente dal lavoro, ma con il ricalcolo contributivo dell’assegno, se in possesso di almeno 58 anni d’età (59 nel caso delle “autonome”) e 35 di versamenti. 

L’uscita anticipata a 58 o 59 anni rispettivamente per le lavoratrici dipendenti e le lavoratrici autonome può essere per il mondo femminile una soluzione all’uscita a 67 anni per la pensione di vecchiaia. Ma quali sono i requisiti di Opzione Donna? Cosa è cambiato nel 2022?

Riforma pensioni: Opzione Donna 2022, quali requisiti

Diamo subito una buona notizia. Rispetto al 2021, Opzione Donna è rimasta completamente invariata. La versione prima della legge di bilancio 2022 prevedeva l’aumento di un anno per entrambe le categorie delle lavoratrici.

Fermo restando il requisito contributivo, l’età anagrafica proposta era stata innalzata a 59 e 60 anni. Ma per fortuna all’approvazione della legge di bilancio 2022 il requisito dell’età è rimasto intatto senza subire modifiche rispetto ad Opzione Donna del 2021.

Quindi per poter andare in pensione ossia fare domanda per la pensione con Opzione Donna nel 2022, si deve aver compiuto entro il 31 dicembre 2021 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per quelle occupate come lavoratrici autonome. 

Resta invece confermato il requisito contributivo che deve essere di 35 anni maturati al 31 dicembre 2021.

Per poter ricevere la pensione con Opzione Donna, durante il 2022 si può presentare la domanda direttamente all’Inps oppure tramite CAF o Patronati.

Tuttavia la liquidazione della pensione non sarà immediata. Per le lavoratrici dipendenti la pensione decorrerà dal dodicesimo mese dalla maturazione dei requisiti, mentre per le lavoratici autonome si dovrà attendere 18 mesi.  Questo significa che per le lavoratrici dipendenti la pensione sarà percepita a partire dal 1 gennaio 2023, mentre per quelle autonome la data di partenza del pagamento della pensione e 1 giugno 2023.

Ci sono però alcune categorie di lavoratici per le quali Opzione Donna matura in date fisse. Per il comparto scuola, quindi le donne che lasciano la scuola con i requisiti di 58 anni e 35 di contributi, Opzione Donna matura il 1 settembre 2022. Due mesi dopo, dal 1 novembre 2022, decorre invece per le lavoratrici del comparto Alta Formazione Artistica e Musicale. 

Riforma pensioni: ultime Inps su Quota 102  

Il 31 dicembre 2021 è terminata l’amara esperienza di Quota 100, ossia della possibilità di andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Soluzione che non ha sortito gli effetti sperati e che anzi è stata controproducente per le casse dell’Inps con circa 9 miliardi di euro di spesa. Bacchettata a OCSE e Commissione Europea, l’Italia guidata da Mario Draghi non ha rinnovato Quota 100, ma ha comunque dato una possibilità nel 2022 di andare in pensione con una certa anticipazione rispetto ai 67 anni.

Si tratta della Quota 102, che vigerà solo per il 2022. 

I requisiti per andare in pensione con Quota 102 sono due: età anagrafica a 64 anni e 38 anni di contribuzione. Si tratta di un primo passo per testare la flessibilità in uscita a 64 anni, che sembra essere l’età accettata da più parti per anticipare la pensione, quella di vecchiaia, rispetto ai 67 anni richiesti dalla riforma Fornero.

Per il 2022 quindi, chi rispetterà i requisiti potrà godere di tre anni di anticipazione della pensione. Ma dal 2023 si tornerà per tutti ai 67anni in attesa che il governo, attuale o futuro, riprenda a discutere di riforma delle pensioni.

Restano comunque confermati fino al 2026 senza alcuna variazione sui requisiti, le pensioni anticipate per uomini e donne in base agli anni di contribuzione. Sono richiesti 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Riforma pensioni: cosa succederà dal 2023?

Questa è la domanda che ogni cittadino e cittadina italiana si pone visto che il governo è in stallo sulla riforma delle pensioni.

Per ora l’unica certezza è che dal 1 gennaio 2023, per andare in pensione, quella di vecchiaia ci vorranno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.

Rimane valida l’opzione della pensione anticipata con i soli requisiti contribuivi e senza modifiche fino al 2026. Mentre le pensioni anticipate per lavori gravosi o per le donne, attraverso Ape Sociale e Opzione Donna, non saranno più garantite a meno che, come ha suggerito il ministro Andrea Orlando, non diventino strutturali.

Sul versante dei lavori gravosi, pesanti o faticosi, tuttavia sarà possibile richiedere la pensione a 66 anni e 7 mesi di età con almeno 30 anni di contributi. Con la circolare n.28 del 18 febbraio 2022 l’Inps comunica che questi requisiti rimangano immodificati fino al 31 dicembre 2024.

Per un approfondimento sulle pensioni precoci, richiedibili dal 1 maggio, si consiglia la lettura dell’articolo Pensione precoci 2022: come avere l’assegno a tutte le età?

Infine, non va dimenticato che per accedere alla pensione di vecchiaia si può anche attendere 71 anni di età ed avere maturato solo cinque anni di contribuzione. Questa possibilità è concessa a chi ha iniziato a lavorare e quindi a versare il primo contributo a partire al 1 gennaio 1996. Anche in questo caso per il biennio 2023-2024, i requisiti non mutano.

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