Salario minimo, a che punto siamo tra proposte PD e M5S ed esempi europei

In merito al salario minimo ci sono in campo una serie di proposte, interessanti ma non all'altezza delle controparti europee.

Introdurre il salario minimo in Italia non sarà un’impresa facile. Sono diverse le proposte da parte dei partiti d’opposizione, tutte rimaste inascoltate dal Governo in carica, che vede anzi il salario minimo come un “pericolo” per la contrattazione collettiva odierna.

Eppure non mancano gli esempi in Europa, con paesi in cui addirittura è prevista una soglia di gran lunga superiore alla maggior parte dei “contratti” presenti in Italia.

Va detto però che in effetti l’introduzione del salario minimo potrebbe creare un contraccolpo economico, non solo per i contratti di lavoro, ma anche per le stesse filiere produttive, con lo sviluppo di una spirale inflazionistica preoccupante.

Salario minimo, a che punto siamo con le proposte PD e M5S

Con l’elezione a Segretario PD di Elly Schlein, torna al primo posto la proposta di introdurre un salario minimo nazionale di almeno 9 euro l’ora, 1 euro in meno rispetto alla proposta dell’attuale presidente del M5S, Giuseppe Conte, che vuole puntare ad un salario minimo da 10 euro l’ora.

Sono proposte che trovano al momento il bene placet del Presidente dell’INPS Pasquale Tridico, soprattutto ai fini previdenziali del lavoratore:

“Fissare una soglia ipotetica di salario minimo a 9 euro lordi, porterebbe il rateo pensionistico di ognuno al 10% più alto”.

Aggiunge però che, con l’attuale disposizione previdenziale, dopo 30 anni di lavoro a 9 euro l’ora si avrebbe una pensione di 750 euro al mese, e che necessiterebbero almeno 40 anni di contributi versati per avere una pensione sopra i 1.000 euro.

Il punto è che ad oggi in Italia non è chiaro a quanto ammonti la retribuzione media oraria. Secondo l’INPS, la retribuzione si aggirerebbe tra 10,60 euro e 7,65 euro, mentre secondo le ultime rilevazioni ISTAT la retribuzione oraria media dei dipendenti è di 15,8 euro l’ora (ma solo nelle aziende con più di 10 dipendenti).

Se si fa riferimento proprio a queste rilevazioni ISTAT, si dovrebbe dare ragione a Confindustria e associazioni varie, che temono il crollo delle retribuzioni medie con l’introduzione di un salario minimo inferiore alla media attuale.

Quali sono i salari minimi a livello europeo

La questione del salario minimo in Italia si lega inevitabilmente alla questione della retribuzione stessa, tra le più basse in Europa. Se la media nazionale si aggira intorno ai 27.404 euro, in Europa è invece a 37.382 euro. E questo nonostante siano rimasti solo 6 i paesi europei senza il salario minimo (Danimarca, Cipro, Austria, Finlandia, Svezia e Italia).

Tutti gli altri hanno retribuzioni minime fissate per legge, con quella tedesca che svetta fra tutte, con un salario minimo fissato a 12 euro l’ora approvato dal Governo Scholz. Solo però sulla retribuzione oraria la Germania è la prima, mentre a livello di stipendio mensile è la quinta:

  • Lussemburgo: 2.257 euro,

  • Irlanda: 1.774,5 euro,

  • Paesi Bassi: 1.725 euro,

  • Belgio: 1.658,23 euro,

  • Germania: 1.621 euro.

Leggi anche: Salario minimo: presto una realtà? Ecco le nuove regole dell’Unione Europea

Quando entrerà in vigore il salario minimo

Per quanto siamo ormai poche le nazioni europee senza salario minimo, il caso italiano potrebbe rimanere irrisolto ancora per molto tempo. Alla base del calcolo del salario minimo, ci dovrà essere un equilibrio tra quattro fattori:

  • la produttività,

  • il PIL,

  • l’Indice dei prezzi al consumo,

  • l’andamento generale dell’economia.

Se questi quattro parametri non sono stabili, difficilmente si potrà adottare un salario minimo senza rischiare una spirale inflazionistica alla maniera di quanto accaduto con la scala mobile.

Ad oggi solo pochi settori avrebbero dei trattamenti orari minimi garantiti dal proprio CCNL, quali:

  • turismo: 7,48 euro;

  • cooperative nei servizi socio-assistenziali: 7,18 euro;

  • aziende dei settori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo: 7,28 euro;

  • settore tessile e dell’abbigliamento: 7,09 euro;

  • servizi socioassistenziali: 6,68 euro;

  • imprese di pulizia e dei servizi integrati o dei multiservizi: 6,52 euro.

  • vigilanza e dei servizi fiduciari: da 4,60 euro a 6 euro l’ora.

Già il 14 settembre 2022 il Parlamento europeo aveva approvato il testo della direttiva UE sul salario minimo, in modo che i paesi garantissero salari minimi fissati ad un livello adeguato e la loro tutela in ambito di contratti collettivi.

Gli unici sviluppi in questa direzione sono una eventuale “riforma sugli stipendi” per mano del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone, per l’individuazione dell’importo minimo sotto CCNL, e la mozione 1/00030 della Camera a prima firma della deputata FI Rosaria Tassinari, che ha praticamente bloccato l’introduzione del salario minimo a favore di iniziative alternative.

Leggi anche: Salario minimo, niente da fare: il governo Meloni boccia la proposta

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