Salute mentale e lavoro: ci pensa l'Europa! Ecco il piano dell’UE

Il fenomeno dell’assenteismo e le richieste di indennità di disoccupazione e di invalidità a lungo termine a causa dello stress da lavoro e di problemi di salute mentale sono in continuo aumento in numerosi Stati membri dell’UE. L'Europa ha deciso di intervenire! Vieni a scoprire come qui!

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Il fenomeno dell’assenteismo e le richieste di indennità di disoccupazione e di invalidità a lungo termine a causa dello stress da lavoro e di problemi di salute mentale sono in continuo aumento in numerosi Stati membri dell’UE. 

Nel corso di uno scorso articolo abbiamo visto che il nostro Paese ha il primato per i lavoratori più tristi d’Europa.

Infatti, si tratta di una situazione molto più diffusa di quanto si potrebbe immaginare: i lavoratori hanno sempre meno speranze verso un futuro più roseo e sono sempre più colpiti da fenomeni di stress e rabbia per questa ragione. 

Se da un lato sempre più giovani rifiutano alcune opportunità di lavoro perché non riescono a conciliare al meglio vita privata e vita lavorativa, questo principio non è valido per tutti. 

Ma andiamo a capire nel dettaglio di quale fenomeno stiamo parlando e, soprattutto, come l’Europa ha deciso di agire per supportare i lavoratori che si trovano in questa difficile situazione. 

Ebbene sì, l’Unione Europea ha un piano per aiutare i lavoratori che stanno avendo problemi di stress, rabbia e salute mentale sul luogo di lavoro. 

Curioso di scoprire qual è questo piano? Andiamo a scoprirlo insieme nell’articolo.

Salute mentale e lavoro: ecco la situazione che abbiamo in Italia e in Europa

La pandemia legata al Coronavirus ha avuto degli effetti degni di nota sui lavoratori, sia italiani che europei. 

Infatti, nel corso degli ultimi anni ci sono stati importanti cambiamenti nel mondo del lavoro che hanno sconvolto alcuni equilibri che sembravano ormai consolidati. 

L’avvento dello smart-working è uno degli esempi di maggior rilievo. 

Inizialmente, a causa del lockdown, siamo rimasti tutti chiusi nelle nostre case e molti lavoratori sono passati a questa modalità digitale di lavoro, con tutte le difficoltà che ne conseguono. 

Da una parte questa modalità di lavoro ha concesso a molte persone di trascorrere più tempo con la famiglia, in quanto (in teoria) si lavora per obiettivi e non per ore. 

Dall’altra parte, molte persone non sono riuscite a mantenere vita privata e vita lavorativa separate ed hanno iniziato ad avere alcuni problemi legati alla salute mentale che si sono via via consolidati. 

Per rimediare a questa difficile soluzione il Parlamento europeo ha deciso di mettere a punto una strategia ad hoc. 

Cosa accade alla salute mentale dei lavoratori nel mondo del lavoro? Alcuni dati sono allarmanti!

Come abbiamo annunciato in precedenza, i dati riguardanti l’incremento di fenomeni legati alla salute mentale nel mondo del lavoro sono allarmanti. 

Infatti, fenomeni di esaurimento nervoso, stress lavorativo e similari hanno allertato la Commissione ed il Parlamento europeo per poter trovare una soluzione a questa difficile situazione. 

Per questo motivo, durante la plenaria del 5 luglio a Strasburgo è stata presentata la risoluzione sulla salute mentale nel mondo del lavoro digitale. 

All’interno di questa riunione gli esponenti dell’Unione Europea hanno dibattuto di diversi temi, ma al centro abbiamo lo smart-working. 

Ebbene, la modalità di lavoro digitale è vista come una sorta di arma a doppio taglio. Da una parte piace moltissimo ai giovani perché dona loro la possibilità di conciliare meglio vita privata e lavoro ma, dall’altra parte, rischia di far nascere contratti vuoti dal punto di vista normativo. 

In che senso? Andiamo a capirlo subito insieme!

Quando lo smart-working non viene semplicemente inteso come lavoro per obiettivi (come dovrebbe essere e suggerisce il nome stesso), ma come mero lavoro da casa, le problematiche che ne derivano possono essere importanti. 

Come abbiamo visto prima c’è la casistica di coloro che non riescono più a separare vita privata e vita lavorativa, generando fenomeni di burnout che vanno a sfociare in stress e ansia. 

Inoltre, il lavoro da remoto ha fatto nascere la possibilità di essere reperibili ogni giorno, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. 

Qual è la soluzione dell’Unione Europea per tutelare il benessere psicologico dei lavoratori?

Ma quindi, cosa sta pensando di predisporre l’Europa per tutelare il benessere mentale dei lavoratori? Secondo quanto è stato approvato dal Parlamento Europeo, la salute mentale dovrebbe essere considerata al pari livello della salute fisica (cosa che purtroppo non avviene quasi mai, specie in Italia). 

Inoltre, secondo le policy delle diverse aziende dell’Unione, il trattamento della salute mentale nelle aziende non viene quasi preso in considerazione. 

L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di accompagnare la transizione verso il digitale predisponendo delle misure ad hoc che tengano conto delle problematiche che il digitale porta, come lo stress e l’ansia generati dall’utilizzo della tecnologia sul lavoro. 

Inoltre, bisognerebbe educare i lavoratori alla disconnessione, in modo di favorire il benessere mentale.