Settimana corta lavorativa: funziona davvero? I dati!

Sai come funziona la settimana corta lavorativa? Vieni a scoprire i vantaggi! Potremmo mai averla in Italia? Uno spiraglio c'è. Scoprilo qui.

Hai mai sentito parlare di settimana corta lavorativa? Beh, sicuramente la risposta sarà affermativa in quanto si tratta di una possibilità che sta prendendo piede sempre in più Paesi. 

Non solo i Governi di Spagna e Danimarca hanno deciso di sperimentare tale metodo, ma anche il Belgio e molti altri Paesi. 

Insomma, una possibilità che all’estero ed all’interno dell’Unione Europea sembra prendere sempre più piede, in Italia sembra essere sempre un’utopia. 

Ebbene, i vantaggi di questo nuovo metodo di lavoro sembrano essere molteplici, soprattutto per quanto riguarda la produttività.  

Infatti, nonostante le persone che usufruiscono della settimana corta lavorativa lavorino, oggettivamente, un giorno in meno, la loro produttività sembra essere costante, se non aumentata. 

Inoltre, in questo modo si ha anche molto più tempo libero a disposizione al fine di conciliare al meglio la vita privata ed il lavoro. 

Insomma, i lavoratori possono dedicare una parte maggiore del loro tempo a viaggi, a momenti con la famiglia. Tutto ciò porta, secondo quanto si evince dai primi dati disponibili, ad un aumento della produttività. 

Inoltre ci sono importanti variazioni e vantaggi anche dal punto di vista dell’ambiente. 

Che il Governo italiano possa valutare tale possibilità? È presto per dirlo, ma intanto andiamo ad analizzare quello che sta accadendo negli altri Paesi!

Settimana corta lavorativa: ecco qual è la situazione attuale!

Prima di addentrarci nel dettaglio su quelli che sono stati i benefici riscontrati dall’applicazione della settimana corta lavorativa, andiamo a scoprire quali Paesi hanno avuto (o stanno ottenendo) i risultati migliori. 

Come abbiamo affermato in precedenza, sono numerosi i Paesi europei che hanno deciso di sperimentare questa possibilità, al fine di generare vantaggi, sia dal punto di vista economico che produttivo, per le famiglie e per le aziende in generale. 

Dunque, andiamo a scoprire cosa sta accadendo nei diversi Paesi con l’applicazione della settimana corta lavorativa e, successivamente, procederemo con una panoramica relativa a quelli che sono i vantaggi che tale metodo di lavoro apporta. 

Settimana corta lavorativa in Scozia: ecco come ha funzionato!

Per analizzare gli effetti della settimana corta lavorativa partiamo dalla Scozia, Paese dove il Governo ha deciso di introdurre a partire dal 2021 tale metodo di lavoro. 

Insomma, i lavoratori scozzesi che si erano prestati a partecipare a tale progetto avevano diritto a lavorare quattro giorni alla settimana, avendo più tempo libero da dedicare ai loro hobby ed alle loro famiglie. 

Anche le autorità e le istituzioni del Paese hanno scelto di supportare tale decisione governativa per scoprire se la settimana corta lavorativa potesse davvero apportare ad importanti cambiamenti. 

Ebbene, è stato ridotto del 20% l’orario di lavoro dei dipendenti di molte aziende ed istituzioni che hanno deciso autonomamente di aderire al progetto. 

Il risultato? Beh, maggior tempo libero ed un incremento della produttività. 

Infatti, stando alle interviste rilasciate direttamente dai lavoratori scozzesi, due terzi di questi sostengono che l’incremento della produttività possa essere notevole. 

Anche il Belgio ha deciso di provare la settimana corta lavorativa: perché?

Eppure, non possiamo certo parlare solo della Scozia. 

Infatti, a livello europeo c’è stato un altro Paese che ha deciso di provare i benefici dell’applicazione della settimana corta lavorativa: stiamo parlando del Belgio!

Attenzione: in ordine temporale possiamo affermare che il Belgio è stato l’ultimo tra i Paesi dell’Unione ad approvare tale metodo di lavoro. 

Anche in questo caso è una scelta libera dei dipendenti, che possono scegliere autonomamente se richiedere la riduzione dell’orario lavorativo settimanale. 

Tale possibilità può essere sfruttata sempre. Mi spiego meglio.

I lavoratori del Belgio hanno la possibilità di scegliere di settimana in settimana quanto lavorare, in modo da poter testare a pieno quelli che sono i benefici di questo nuovo metodo di lavoro. 

Ovviamente si punta sempre di più ad una riforma del lavoro, soprattutto dopo gli ottimi risultati che sono stati ottenuti da altri Paesi. 

Insomma, il Belgio non vuole certo rimanere indietro con l’innovazione anche nel panorama lavorativo. 

Islanda, Spagna e Regno Unito: anche qui è partita la sperimentazione della settimana corta lavorativa!

Come abbiamo affermato nell’introduzione del nostro articolo, sono davvero numerosi i Paesi che hanno deciso di testare la settimana corta lavorativa in modo da comprendere al meglio se questa può davvero apportare benefici. 

La prima è stata l’Islanda che ha effettuato il test nel periodo compreso tra il 2014 ed il 2019. 

Insomma, in questo caso possiamo parlare di dati certi. 

Allo stesso modo, questo test è stato effettuato nuovamente nel Paese nel periodo compreso tra il 2017 ed il 2021.  

Ma quali sono stati i risultati che hanno portato l’Islanda a voler approvare questa nuova ed interessante modalità di lavoro? 

Semplicemente dobbiamo menzionare il benessere dei lavoratori. Insomma, avendo più tempo libero a disposizione i lavoratori islandesi hanno avuto una maggiore possibilità di trovare un equilibrio tra vita lavorativa e vita privata

Tutto questo si è tradotto in una maggiore produttività o comunque in una qualità migliore dei servizi erogati. 

Abbiamo avuto anche il caso della Spagna, dove il Presidente Sanchez ha voluto testare la settimana corta lavorativa. 

Il cambiamento è stato voluto per migliorare le condizioni psicologiche dei lavoratori dopo i crescenti episodi di burnout. 

Attenzione: quando parliamo di settimana corta lavorativa lo stipendio resta invariato. 

Insomma, in questo modo si cerca di superare la vecchia concezione che vede lo stipendio commisurato esclusivamente alle ore lavorate. 

In realtà quello che alle aziende interessa è il raggiungimento degli obiettivi e, di conseguenza, la produttività è di gran lunga più importante rispetto alle ore effettivamente lavorate. 

Infine, dobbiamo menzionare anche il caso del Regno Unito nel quale sta partendo attualmente un progetto per testare la settimana corta lavorativa. 

E l’Italia? Cosa possiamo affermare sul nostro Paese?

Settimana lavorativa di 4 giorni: sarà realtà anche in Italia? 

Come sappiamo, la pandemia legata al Covid-19 ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e, soprattutto, di lavorare. 

Sono in molti che chiedono a gran voce di avere orari ed ambienti di lavoro maggiormente flessibili, anche in Italia. 

Tuttavia, stando alla situazione attuale ed alle diverse affermazioni degli esponenti politici sembrerebbe proprio che la settimana lavorativa di 4 giorni sia ancora un’utopia per il nostro Paese. 

Eppure, la modalità di pensare di molte imprese sta cambiando. 

Che la rivoluzione stia arrivando? Cosa ne penserà il Governo Draghi? Lo scopriremo con il tempo. Intanto speriamo di poter sperimentare anche qui i vantaggi della settimana corta lavorativa. 

Settimana corta lavorativa: ecco quali sono stati i vantaggi evidenziati!

Ebbene, le problematiche legate alla salute psicofisica sono numerose e, sicuramente, dopo la pandemia legata al Covid-19 non sono certo diminuite.

Ecco che la settimana lavorativa di 4 giorni si propone di aiutare in tal senso. 

Infatti, secondo quanto si apprende dai dati ottenuti dai Paesi che hanno testato questo metodo di lavoro, le persone che approfittano della settimana corta lavorativa hanno la possibilità di ottenere un maggior equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. 

In questo modo, diminuiscono i fenomeni legati al burnout ed aumenta la produttività sul lavoro. 

Insomma, anche se le persone che usufruiscono di questa nuova metodologia di lavoro lavorano meno dei colleghi, spesso risultano essere maggiormente produttivi. 

Questo indica che la settimana lavorativa di 4 giorni funziona? Dovremmo provarlo!

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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