La sicurezza sul lavoro, le ultime direttive!

La sicurezza sul lavoro, un aspetto fondamentale dell'economia. A che punto siamo oggi? Quanta consapevolezza e quanta cultura? L’approccio, talvolta, non è dei migliori, a muovere le fila sono il timore o la paura di essere soggetti a ispezioni e, quindi, il rischio di cascare in qualche provvedimento sanzionatorio. Vediamo quali sarebbero le vie da percorrere

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Il mondo del lavoro dovrebbe aver sempre presente due aspetti fondamentali la sicurezza e la salute. Un binomio che tra infortuni e incidenti (spesso mortali) sul luogo di lavoro e la recente variabile covid è sempre all’ordine del giorno, ma, in egual modo, sempre di difficile soluzione. 

L’approccio, talvolta, non è dei migliori, a muovere le fila sono il timore o la paura di essere soggetti a ispezioni e, quindi, il rischio di cascare in qualche provvedimento sanzionatorio. 

I professionisti di Sicurya sono specializzati proprio nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro e di recente si sono espressi proprio sulla tematiche, approfondendone alcuni aspetti. 

La sicurezza sul lavoro, quanta consapevolezza e quanta cultura?

In linea di massima, e a malincuore, la problematica sembrerebbe sempre la stessa, ci si muove per la questione “sicurezza” solo e sempre per un solo motivo, cercare, in qualsiasi modo, di non andare incontro a una sanzione. È semplice immaginare come un simile metodo possa essere evidentemente controproducente, velleitario e approssimativo.

Ogni società dovrebbe poter disporre, all’interno del proprio staff, membri competenti e che abbiano nel loro parterre di skills una dimestichezza rodata per quanto concerne la sicurezza sul lavoro. L’approccio classico è quello di celare le irregolarità come se si nascondesse la sporcizia sotto il tappeto, ovviamente questo, oltre che inutile, si rivela essere anche un tentativo quanto mai dannoso.

Quello che andrebbe ricercato, invece, dovrebbe essere un sistema di sicurezza determinato e strutturale: senza una ben decisa progettualità difficilmente si raggiungeranno dei risultati, al contrario, il rischio sarebbe quello di imbattersi in un conto ancor più salato, una prospettiva che potrebbe condurre qualsiasi impresa al fallimento.

Marcello Doria Cerroni, in un video caricato sul suo canale YouTube, ci porta alla scoperta della figura del medico competente:

La sicurezza sul lavoro e la necessità di un approccio sistemico 

Questa, a detta degli addetti ai lavori, dovrebbe essere la strada, è l’idea di sistema che andrebbe presa in considerazione per comprendere come ogni singolo dettaglio sia essenziale se incluso nell’insieme di un tutto. Si potrebbe dire che ci si trovi tutti sulla stessa barca, dirigenti e datori di lavoro, ma anche dipendenti, tutti sono chiamati a vogare nella stessa e unica direzione. 

Così come i successi (e le sconfitte) professionali hanno il merito di essere condivisi, così identico discorso andrebbe intavolato per quel che riguarda le tematiche relative alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. 

Per intenderci: il conseguimento di un obiettivo passa da chiunque, compreso il medico competente, che vanta la vocazione e missione di indirizzare gli altri interpreti e di indicare loro l’itinerario ideale da percorrere. 

La sicurezza sul lavoro, la missione del medico

Al medico spetta un nobile compito, quello di mettere a disposizione un apporto di valore: andrebbe coinvolto in diverse circostanze, anche per interessare l’azienda alle dinamiche gestionali. Siamo di fronte, non vi è dubbio a riguardo, di una delle professionalità che potrebbero donare un valido contributo atto a dar forma a una cultura della sicurezza che sia realmente valida.

Sta al medico competente, ad esempio, aiutare nella prevenzione agli infortuni sui luoghi di lavoro e alla gestione delle patologie legate alla professione. Ciò che andrebbe preso in considerazione è un porsi organicamente in relazione a sicurezza e salute sul lavoro.

I datori di lavoro e le aziende dovrebbero avvalersi di medici competenti per far sì che ciascun ambiente lavorativo risulti sano e protetto. 

La sicurezza sul lavoro, quando il medico competente fa la differenza 

È un protagonista che interpreta un ruolo chiave, il suo apporto in azienda potrebbe risultare determinante.

Ovviamente questa figura non è da considerarsi come una imposizione a cui approcciarsi come una spina nel fianco da destituire quanto prima possibile, tutt’altro: il candidato a cui viene attribuito tale compito dovrebbe essere selezionato con estrema lucidità e attenzione, poiché dal suo agire potrebbe dipendere non solo il destino dei lavoratori, della loro salute e della loro incolumità, ma anche la sorte dell’intera società. 

La prospettiva competente del medico sarà consona a delineare le norme preventive che andranno adoperate nei contesti lavorativi; in più questo protagonista indiscusso si porrà come essenziale per la scelta delle attrezzature di tutela individuale e per le disposizioni che dovranno essere seguite per il loro utilizzo.

In diverse occasioni, i dispositivi di protezione che saranno selezionati si riveleranno a dir poco scomodi, o anche come completamente inadeguati: è evidente come in circostanze di questo tipo i dipendenti muoveranno mari e monti pur di scansare l’uso dei dispositivi in obbligo.

Le conseguenze si possono chiaramente ipotizzare. Missione del medico sarà proprio quella di incoraggiare il diffondersi della cultura della sicurezza.

La sicurezza sul lavoro e Sicurya, cosa sapere

Sin dai primordi di Sicurya, la sicurezza negli ambienti lavorativi si è posta al centro del suo business: non una mera faccenda di natura economica, ma anche un onere etico. Con il trascorrere del tempo è andata ampliandosi costantemente l’agire e le operazioni nell’ambito dell’ingegneria della sicurezza, e lo stesso potrebbe affermarsi per il versante della consulenza. 

Un dettaglio chiaramente esplicativo: poiché rivela come il mood che è stato portato avanti nel corso della storia della società sia senza dubbio in linea con le necessità della clientela e con le sue richieste. Il servizio non può dirsi che funzionale e impeccabile. 

La sicurezza sul lavoro, una lunga storia

Come già detto, sono giorni in cui si parla tanto di sicurezza sul lavoro, le morti bianche sono un copione tristemente fisso del nostro Paese. Quello sulla sicurezza è un discorso ciclico, un eterno ritorno. Progressi, sviluppo, tecnologia, modernità: nessuna di queste variabili sembra aver avuto mai un impatto decisivo sulla costante delle morti sul lavoro.

Quella della sicurezza sul lavoro è una lunga storia, una storia scandita da eventi tragici e da normative, che parte da lontano. 

La sicurezza su lavoro nell’Antichità e nel Medioevo

Una sorta di excursus sulla sicurezza lo si potrebbe far partire sin dal IV secolo a. C. Protagonista è Ippocrate che si dedicò molto alla relazione e alle assonanze tra lavoro e malattie. Insegnò ai suoi adepti una massima piuttosto significativa: al fine di diagnosticare al meglio le malattie dei loro pazienti occorreva conoscerne sempre la professione. 

Una visione che molto ha a che vedere con la concezione unitaria dell’organismo. Alla salute dell’organismo vanno a contribuire tutti gli organi, così come le malattie sono un’alterazione dell'equilibrio generale (alterazione figlia anche di circostanze emerse sul luogo di lavoro).

La salute è congiunzione armonica ed equilibrata degli umori, mentre dal predominio di un determinato umore scaturiscono i diversi “temperamenti” individuali (sanguigno, flemmatico, biliare, atrabiliare o malinconico) e le malattie.

La teoria ippocratica che la malattia coinvolgesse l’intero organismo indusse a ipotizzare una concezione della terapia come riordinamento di uno stato complessivo di salute. Siamo di fronte al celebre regime di vita: una graduale riabilitazione dell’organismo alla salute tramite un saggio coordinamento tra dieta, esercizio fisico, condizioni igieniche e ambientali (e lavorative).

Sicurezza sul lavoro e schiavi, a interessarsene nel I° secolo d. c. l’imperatore Tiberio Claudio Druso. Si impegnò affinché venissero alleviate le condizioni degli schiavi. Gli schiavi ammalati nel caso fossero guariti andavano considerati liberi e se un qualunque padrone avesse ucciso lo schiavo avrebbe subito un processo per omicidio.

Nel Medioevo a operare furono le corporazioni di arti e mestieri che si occuparono dell’assistenza dei propri associati assicurando loro cure e assistenza.

La sicurezza sul lavoro nell’età moderna

In ottica sicurezza ci si muove man mano anche nel corso dell’età moderna.

Nel 1556 ecco la pubblicazione postuma del De re metallica del medico tedesco Georg Bauer (1494-1555), meglio conosciuto come Agricola, versione latina del suo cognome. Il manuale fu una pietra miliare della mineralogia, della metallurgia e della geologia.

Il testo racchiude uno smisurato capitale di conoscenza a tema: si discute circa la geologia dei giacimenti, le tecniche e le strategie di scavo, le attrezzature e i mezzi necessari. All’interno di questa sorta di manuale focus sono riservati anche alle cause e alle circostanze di infortuni e malattie. La causa degli infortuni sul luogo di lavoro, però, viene attribuita all’inettitudine dei lavoratori. 

All’alba del XVIII secolo, un professore di medicina all’Università di Modena e Padova, Bernardo Ramazzini, diede alle stampe la prima edizione del suo celebre trattato De Morbis Artificum Diatriba, il primo testo dedicato interamente alle malattie occupazionali.

Un lavoro nato da indagini sul campo: il medico andò personalmente a visitare le officine, indagò di fatto su circa una quarantina di occupazioni, esponendo per ciascuna i rischi per la salute dei lavoratori e i potenziali palliativi.

Nel corso del XVIII secolo in Inghilterra avrà inizio quel processo di radicale metamorfosi dell’organizzazione economica e sociale che prende il nome di Rivoluzione industriale. Tale graduale svolta (dicitura che dal sapore di ossimoro, ma puntuale) portò all’invenzione del telaio meccanico e della macchina a vapore, trasformando il lavoro da artigianale in industriale. 

Le invenzioni del telaio meccanico e della macchina a vapore trasformarono il lavoro da artigianale in industriale. Furono realizzate le primissime officine, il reclutamento al lavoro avveniva senza alcuna premura di carattere igienico sanitario. A pagarne le conseguenze anche donne, adolescenti e bambini. 

Quella che segue, poi, è una storia recente che arriva fino a noi. Basti consultare questo link per cominciare a farsi un’idea.