Smart working: arrivano nuovi requisiti per il lavoro agile!

Arrivano i nuovi requisiti per accedere al diritto allo smart working per alcune categorie di lavoratori. Vediamo, quindi, quali sono le condizioni nel 2022.

Si è ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un nuovo decreto-legge su cui sta lavorando l’attuale Governo italiano, guidato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, il cui tema fondamentale è quello della modalità dello smart working.

Si tratta, in questo caso di nuovi interventi e misure che saranno adottate su decisione principale del Ministero della Salute, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché del Ministero per la pubblica amministrazione. 

In questo senso, l’obiettivo essenziale per cui l’esecutivo italiano sta andando a definire un nuovo decreto-legge relativo alla modalità di lavoro in smart working, è proprio quello di andare a fornire ulteriori indicazioni in riferimento alle attività lavorative che potranno essere effettuate in maniera agile.

A questo proposito, si tratta della necessità di andare a definire un nuovo quadro di disposizioni e di requisiti che dovranno essere messi in pratica ed entrare in vigore prima della fine del mese di febbraio 2022. In questo modo, infatti, il Governo ed i Ministeri italiani devono andare a trovare delle soluzioni da poter attuare e mettere in pratica nei confronti di quella categoria di cittadini e di lavoratori più fragili, i quali necessitano quindi di una maggiore tutela da parte dello Stato italiano.

Per questo motivo, all’interno del seguente articolo, andremo a trattare nello specifico i dettagli che saranno molto probabilmente contenuti all’interno del prossimi decreto interministeriale che sarà approvato in collaborazione da parte dei vari Ministeri italiani al fine di definire le nuove linee guida in merito all’applicazione del diritto allo smart working.

Nuovo diritto allo smart working: quali sono le novità del 2022

A questo proposito, infatti, è emersa la necessità di andare a definire dei nuovi requisiti e condizioni per il lavoro in smart working, nel corso dell’ultimo periodo in cui il Governo italiano sta allentando le misure anti-contagio nell’ambito lavorativo, in concomitanza con  l’incremento esponenziale del numero di persone che hanno terminato il loro ciclo vaccinale con la terza dose del vaccino per contrastare la diffusione del Coronavirus. 

Effettivamente, con l’avvicinarsi del 28 febbraio di questo anno, in cui andranno a terminare alcune delle disposizioni previste nei confronti dei soggetti e dei lavoratori, aventi diritto ad accedere alle tutele dello smart working, emerge chiaramente la necessità di andare a chiarire quali saranno i diritti prorogati e chi potrà continuare effettivamente ad accedere alle tutele del lavoro agile.

Come molti sanno, infatti, già il precedente decreto-legge numero 221 pubblicato in data 24 dicembre 2021, in particolare il testo contenuto all’interno dell’articolo 17, era andato a definire alcuni punti e requisiti specifici al fine di comprendere quali siano effettivamente i soggetti che potevano avere la possibilità di accedere al diritto allo smart working.

Cosa cambia con il nuovo decreto sullo smart working nel 2022

Come accennato all’interno del paragrafo precedente, il decreto-legge approvato dal Governo guidato da Mario Draghi e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella giornata del 24 dicembre dello scorso anno, ovvero il decreto-legge numero 221, è andato ad offrire un primo importante passo verso l’identificazione di una serie di categorie di lavoratori italiani che rientrano nella categoria dei soggetti più fragili, a cui sarà necessario riconoscere il diritto a lavorare attraverso la modalità dello smart working.

Nello specifico, il testo a cui si è fatto riferimento risalente all’ultimo mese dello scorso anno ha effettivamente stabilito delle regole e delle disposizioni che saranno applicate fino alla fine del mese di febbraio di questo anno.

Questo significa che, con l’imminente avvicinarsi della data del 28 febbraio, giorno in cui terminerà l’applicazione dei requisiti volti al riconoscimento del diritto a lavorare attraverso la modalità dello smart working, il Governo italiano e i relativi Ministeri sono tenuti a trovare immediatamente delle soluzioni efficaci e volte alla salvaguardia delle fasce più fragili della popolazione.

In questo senso, fino alla fine di febbraio 2022, continueranno ad essere applicate tutte quelle regole che erano state già in precedenza introdotte ed entrate in vigore a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’articolo 26 relativo al decreto-legge soprannominato Decreto Cura Italia.

Chi è tutelato dal diritto allo smart working fino al 28 febbraio 

L’imminente avvicinarsi della data del 28 febbraio 2022, in cui andranno a scomparire le regole che erano state adottate in relazione al diritto allo smart working, andrà a determinare un vero e proprio scollamento rispetto ai tempi in cui attualmente è stato fissato lo stato di emergenza, il quale, al momento sembra dovrebbe andare a concludersi nella data della fine di marzo 2022, ovvero il 31 marzo.

Dunque, fino al momento in cui continuerà ad essere applicato il decreto-legge numero 221 del 24 dicembre dello scorso anno, sarà garantito il diritto ad usufruire della possibilità di lavorare in modalità smart working nei confronti di quei soggetti che risultano rientrare nella lista delle persone che risultano essere maggiormente a rischio, nei casi di contagio da Coronavirus. 

In questo senso, rientrano chiaramente quei cittadini che sono in possesso di una determinata certificazione medica, la quale dovrà essere necessariamente rilasciata da parte degli organi medico-legali.

Nello specifico, potranno continuare ad ottenere fino al 28 febbraio gli immunodepressi, i cittadini disabili i quali hanno diritto alle agevolazioni e alle tutele previste dalla Legge 104, ma anche i soggetti che risultano essere affetti da patologie di tipo oncologico oppure che si stanno sottoponendo a terapie salvavita.

I nuovi requisiti del decreto 2022 sullo smart working 

In attesa della pubblicazione all’interno della Gazzetta Ufficiale del decreto che dovrà entrare in vigore a seguito della collaborazione tra il Ministero della Salute e gli altri ministeri, quali quello del lavoro e delle politiche sociali nonché il Ministero per la pubblica amministrazione, fino al 28 febbraio 2022, la categoria di lavoratori fragili che potrà effettuare la propria prestazione in modalità agile, sarà effettivamente definita attraverso nuove condizioni.

Come è possibile leggere anche all’interno del testo relativo al provvedimento che è stato firmato dal Ministro della Salute Speranza nella giornata del 3 febbraio di questo anno, al fine di ottenere il riconoscimento del diritto allo smart working, è necessario che il cittadino risponda a specifiche condizioni e requisiti.

Nello specifico, rientrano i cittadini che risultano essere pazienti con una marcata ed evidente compromissione relativa alla risposta efficiente del proprio sistema immunitario. Si tratta di quei soggetti che sono stati interessati da un intervento o un’operazione particolare.

Chi può accedere al diritto allo smart working e quali patologie 

Tra la lista delle patologie e delle condizioni che consentirebbero ai cittadini di accedere al lavoro in modalità smart working vi sono: malattie o patologie di tipo come ad esempio le immunodeficienze primitive, immunodeficienza comune variabile etc.) oppure anche le immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico.

Allo stesso tempo, rientrano anche eventuali patologie oncologiche oppure onco-ematologiche che potrebbero essere trattate con farmaci immunosoppressivi, così come anche interventi di trapianto di organi solidi in terapia immunosoppressiva, o anche soggetti che si stanno sottoponendo a terapie a base di cellule T.

Inoltre, rientrano nella categoria dei pazienti con sistema immunitario debole anche quelli in dialisi o coinvolti da un’insufficienza renale di tipo cronico grave ma anche quelli che sono coinvolti dalla sindrome derivante da immunodeficienza acquisita (AIDS).

Inoltre, secondo quanto riproposto all’intento del provvedimento firmato da parte del Ministro della Salute Speranza, è possibile evidenziare anche altre categorie di soggetti che potranno accedere al diritto allo smart working. Nello specifico, rientrano anche quei pazienti che sono coinvolti da tre o anche più di tre condizioni e patologie gravi specificate all’interno del decreto.

Tra queste, all’interno del testo del provvedimento sono state specificate problematiche quali obesità, ictus, diabete mellito, cardiopatia ischemica, fibrillazione striale. Ma anche patologie come quella bronco-prenumopatia ostruttiva di tipo cronico, l’epatite cronica oppure uno scompenso cardiaco.

Infine, è ammessa la possibilità di lavorare in modalità agile anche nei confronti di quei cittadini che hanno un’età anagrafica che risulta essere superiore a sessanta anni, esente al ciclo di vaccinazione a causa di motivi legati alla propria salute.

Gli altri cittadini esenti dal lavoro in sede nel 2022

Dunque, per quanto riguarda l’ultima categoria di soggetti citati nel precedente paragrafo, è stato anche specificato che potranno accedere al riconoscimento del diritto al lavoro attraverso la modalità di smart working anche per quei cittadini che vivono una condizione di fragilità che rientra in specifiche condizioni.

In particolare, bisognerà fare riferimento alle indicazioni e ai requisiti che sono stati ampiamente descritti all’interno dell’allegato 2 relativo alla recente circolare numero 45886, pubblicata Ministero della salute nella data dell’8 ottobre 2021.

A questo proposito, sono presi in considerazione tutti quei soggetti che purtroppo sono coinvolti dalle seguente tipologie di condizioni o patologie: malattie di tipo respiratorio, malattie di tipo cardiocircolatorio, malattie di tipo epatico, malattie di tipo cerebrovascolari, così come anche malattie di tipo neurologico.

Inoltre, rientrano anche i soggetti che sono stati colpiti da specifiche patologie, rientranti nell’area del diabete, dell’emoglonbinopatie e altre tipologie di disabilità, sia di tipo fisico che psichico e sensoriale.

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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