Smart working: chi può continuare a lavorare da casa dopo il 30 giugno

La scadenza del 30 giugno per quanto riguarda lo smart working è sempre più vicina: ci sarà una proroga? Ecco cosa succederà per i lavoratori che stanno godendo del lavoro agile.

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Ormai la scadenza del 30 giugno è sempre più vicina. Stiamo parlando della possibilità di lavorare da casa ancora riconosciuta nei confronti dei cosiddetti lavoratori fragili e lavoratori con figli under 14.

Sono in molti, dunque, i dipendenti che iniziano a domandarsi cosa succederà dopo il 30 giugno e se potranno continuare a godere della possibilità di beneficiare dello smart working.

Vediamo, quindi, cosa potrebbe accadere dopo la scadenza del 30 giugno per lo smart working e chi potrà continuare a usufruire del lavoro da casa anche dopo tale data.

Le proroghe dello smart working nel 2023

Con il trascorrere dei mesi, la scadenza prevista per lo smart working si avvicina sempre di più. Il 30 giugno, infatti, è stato fissato il termine ultimo per poter ricorrere al lavoro agile.

Si tratta, come già anticipato, dell’opportunità di continuare a lavorare anche da remoto, che al momento viene concessa verso due categorie di lavoratori, ovvero:

  • lavoratori che rientrano nella categoria di “fragili”;

  • lavoratori del settore privato con figli a carico di età inferiore ai 14 anni.

A tal proposito, la ministra del Lavoro, Marina Calderone, aveva deciso durante il mese di marzo di quest’anno, di confermare almeno per altri tre mesi la possibilità di continuare a lavorare nella modalità da remoto, mettendo a disposizione un ulteriore fondo da 16 milioni di euro.

La dichiarazione della fine dello stato di emergenza, recentemente resa nota da parte dell’Oms, quindi, sembra far pensare che lo smart working non riceverà più alcun tipo di proroga, dopo la prossima scadenza del 30 giugno.

Così, sono in molti i lavoratori che al momento si stanno domandando: cosa succederà per lo smart working dopo la scadenza di giugno? Si potrà continuare a lavorare da remoto, almeno parzialmente a partire da luglio 2023?

Smart working: cosa succede a luglio

Qualora il Governo della Meloni decidesse di non prorogare lo smart working anche per i prossimi mesi, dopo la scadenza del 30 giugno saranno migliaia i lavoratori che dovranno tornare a lavorare presso le sedi delle aziende.

Dunque, senza proroga del lavoro da remoto, ritorna l’obbligo di lavorare in presenza, a meno che non sia la singola azienda a fornire disposizioni diverse.

Questo significa che in alcuni casi, i lavoratori fragili ed i lavoratori con figli a carico under 14, potranno continuare a godere della possibilità di lavorare da casa, seppur parzialmente, a seconda del contratto di lavoro a cui fanno riferimento.

Infatti, negli ultimi mesi, sono diversi i contratti collettivi ma anche quelli individuali che sono stati coinvolti da accordi importanti sul tema dello smart working.

Sembrerebbe quindi che diverse categorie di lavoratori potranno tirare un respiro di sollievo, potendo godere, anche dopo la scadenza del 30 giugno dello smart working previsto dalla legge, di alcune giornate a settimana della modalità di telelavoro.

Chi ha priorità per lo smart working

Va sottolineato un ulteriore aspetto quando si parla della possibilità di godere dello smart working riconosciuta verso alcune categorie di lavoratori.

Infatti, nei casi in cui l’esecutivo decidesse di non prorogare più lo smart working, dopo il termine ultimo fissato per la giornata del 30 giugno, al di là dei singoli accordi di tipo aziendale o sindacale, ci sono alcuni soggetti che dovranno godere di maggiori tutele.

Secondo quanto stabilito dall’articolo 18 della legge 81 del 2017 e dal decreto legislativo numero 105 del 2022, i datori di lavoro e le aziende che stipulano accordi in merito alla modalità dello smart working, dovranno dare priorità alle seguenti categorie:

  • lavoratori con figli a carico under 12;

  • lavoratori con figli a carico con disabilità;

  • lavoratori caregiver.

Bisognerà comunque attendere ancora qualche settimana prima di avere notizie certe in merito al destino dello smart working previsto dal Governo e dell’imminente scadenza di giugno.