Smart working, lavoro a casa fino al 31 marzo. News congedi

Dopo la conferma alla proroga dello Stato di Emergenza al 31 marzo 2022 ecco lo Smart Working . Ecco tutte le novità e anche le polemiche in atto.

Covid e Smart Working. Un tema sempre più esteso che dà adito anche a tante polemiche. Tra chi vorrebbe sempre più smart working e possibilità di lavorare da casa nei casi in cui questo è possibile.

E invece chi non vede di buon occhio questa possibilità. E’ chiaro che l‘aumento della diffusione dei contagi che è in corso nel nostro paese non fa che aumentare le possibilità e le richieste di lavoro in smart working. Vediamo il punto della situazione.

Smart working, procede in parallelo allo stato di emergenza

A partire dal 1 marzo 2020, in occasione della prima forte ondata di contagi da Covid-19, nel nostro paese è stata istituita una possibilità di fare ricorso al lavoro da casa, al lavoro agile o allo smart working, che dir si voglia, con procedure decisamente semplificate rispetto a quanto avveniva nell’era pre pandemia.

La necessità di limitare i contatti tra le persone per cercare di fermare la catena di contagi ha portato a questa decisione.

Ora in virtù del Decreto 221 del 24 dicembre 2021, quello che è passato alle cronache come il “Decreto Festività” si è deciso di allungare ulteriormente lo stato di emergenza che vige nel nostro paese.

La scadenza al momento è prolungata al 31 marzo 2022 e poi si deciderà in base all’andamento dello stato dell’emergenza il da farsi. La normativa legata allo smart working procede in parallelo a questo prolungamento dell’emergenza.

Smart working, ecco le norme che sono attualmente in vigore e che valgono fino al 31 marzo

Le norme legate al lavoro agile prevedono la possibilità semplificata di avviare delle procedure di smart working nelle aziende. Ovvero in tutti i casi lavorativi in cui questa modalità è compatibile con le esigenze dell’azienda.

Ad esempio come hanno anche certificato le risposte alle domande frequenti pubblicate sul sito del Ministero del Lavoro per tutto questo periodo legato all’emergenza – che lo ricordiamo fino a questo momento è fissato con scadenza 31 marzo 2022 – per attivare lo smart working le procedure sono estremamente semplificate.

Ad esempio un datore di lavoro può avviare questa modalità di lavoro agile anche senza un accordo scritto controfirmato dal lavoratore dipendente. La comunicazione al lavoratore di avviamento dello smart working può avvenire anche solo con una comunicazione via posta elettronica.

Un tempo serviva anche la comunicazione ufficiale al ministero del Lavoro con copia dell’accordo che viene effettuato tra datore di lavoro e dipendente. 

Ora non è più necessario questo passaggio ed è sufficiente la dichiarazione in stato di autocertificazione da parte del datore di lavoro. Che la fa inserendo la data di sottoscrizione di questo accordo, i dati e il codice fiscale di ogni lavoratore che effettuerà il proprio lavoro in smart working.

Occorre avere le credenziali da parte delle aziende per accedere al sito www.cliclavoro.gov.it. Non c’è la possibilità da parte del lavoratore di rinunciare a questa situazione vista la situazione emergenziale in cui ci si trova.

Anche l’informativa sulla sicurezza sul lavoro può essere inviata dall’azienda al lavoratore in modalità telematica. Da sottolineare infine che lo smart working non vincola il lavoratore a svolgere il proprio lavoro esclusivamente dal proprio domicilio ma può scegliere una qualsiasi location a sua scelta da dove effettuare il lavoro. 

Il datore di lavoro ha il compito di comunicare al Ministero del Lavoro la data di conclusione del lavoro in modalità smart. 

Lo Smart Working e la situazione dei lavoratori cosiddetti “fragili”

Situazione particolare per i cosiddetti lavoratori fragili. I lavoratori fragili, come da spiegazione nelle Faq del Ministero del Lavoro pubblicate in data 29 dicembre 2021, svolgono di norma la loro prestazione in smart working da  casa anche, se necessario, con lo svolgimento di una mansione diversa rispetto a quella in ufficio ma sempre ricompresa nella stessa categoria e con lo stesso inquadramento dai contratti attualmente in vigore. 

Mentre i lavoratori fragili stabiliti dal decreto Legge 18/2020 continueranno questa attività in smart working si elaborerà un nuovo decreto di concerto tra Ministero del Lavoro e ministero della Pubblica Amministrazione in primis che individuerà in un percorso che si concluderà entro il 28 febbraio prossimo le patologie che prevedono uno svolgimento del lavoro in modalità agile da casa. 

Smart working e attività di formazione nelle aziende

Nelle domande frequenti presenti sul sito del ministero del Lavoro si chiede se la formazione legata alla sicurezza sul lavoro in questa situazione può essere posticipata. La risposta è negativa.

Anche in questa situazione vengono consentiti corsi di formazione legati a salute e sicurezza e attività di formazione in presenza. Occorre ovviamente rispettare tutte le norme di contenimento del contagio in vigore nel nostro paese. 

La formazione a distanza rimane sempre la modalità da preferire in tutti i casi questa sia possibile. Ma non c’è nessun divieto legato alla formazione in presenza se tutte le condizioni logistiche curate dai responsabili della formazione riescono ad assicurare il rispetto di tutte le norme contro la diffusione del Covid-19. 

Assenza dei lavoratori in caso di divieti di spostamento dal territorio

Un’altra domanda diffusa è legata alla possibilità di di dovere rispettare dei divieti di allontamento dal proprio territorio in cui si vive. In questi casi l’assenza di un lavoratore dall’azienda viene esattamente equiparata ad una situazione di malattia. 

Smart working e pubblica amministrazione: polemica infuocata 

Nei giorni scorsi una parte importante dei sindacati della Pubblica Amministrazione visto l’ampio numero di contagi che caratterizza queste settimane ha chiesto anche per il “comparto pubblico” un massiccio ritorno allo smart working con conseguente limitazione delle presenze negli uffici.

Se la modalità ordinaria dallo scorso 15 ottobre era diventata la linea di direzione si richiede un ripensamento di questa decisione.

Ma il ministro della Pubblica Amministrazione del Governo  Draghi, Renato Brunetta non sembra essere al momento dello stesso avviso:

“Non si ritorna al lavoro da casa per tutti”.

Questa è la linea di tendenza del ministro che ha sottolineato come il lavoro agile oggi è già possibile fino al 49%.

Nelle linee Guida sul Lavoro Agile concordate nelle scorse settimane dal ministro e dalle sigle sindacali sono stati stabiliti alcini paletti legati allo smart working nelle pubbliche amministrazioni.

Tra queste ci sono una rotazione del personale che effetua lavoro agile ma per ogni lavoratore ci deve essere la prevalenza del lavoro in ufficio in presenza. Nell’accordo sono anche stati stabiliti anche altri aspetti come la fornitura di dotazioni tecnologiche adeguate al lavoratore per svolgere da casa il proprio lavoro. 

La sensazione è che il dibattito sullo smart working nella pubblica amministrazione continuerà anche nei prossimi giorni in maniera molto accesa. Per di più se la curva dei contagi dovesse continuare a salire. 

Congedi per i genitori in caso di attività scolastiche sospese o per casi di Covid-19

Capitolo importante infine per le famiglie. E per i genitori che hanno figli e si trovano in una situazione di incertezza massima sulla riapertura o meno delle scuole dopo le vacanze di Natale.

I genitori che hanno figli di età sotto ai 14 anni che abitano con loro possono chiedere dei congedi. In caso di sospensione per cause di forza maggiore legate alla pandemia delle attività didattiche in presenza nelle scuole o in caso di infezione da Covid-19 potranno nuovamente vedersi riconosciuti congedi e assenze dal lavoro.

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