Si continua a discutere sullo Smart Working e su una possibile proroga, o meglio, su una possibile estensione anche dopo il termine fissato con decreto-legge del 24 marzo 2022, che ha stabilito:
“Oltre a diverse disposizioni introdotte per il superamento dello stato di emergenza connesso alla pandemia, il provvedimento prevede la proroga al 30 giugno 2022 dell'utilizzo della procedura semplificata di comunicazione dello smart working nel settore privato.”
Ad oggi, possiamo dire che si sta lavorando sullo Smart Working, tanto che, allo stesso Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali si è insediato l’Osservatorio Bilaterale che è stato previsto dal protocollo fra le parti sociali, sottoscritto lo scorso settembre 2021.
L’Osservatorio ha un solo compito: monitorare i risultati raggiunti sino ad ora mediante l’utilizzo del tele-lavoro, oltre che le prassi adottate nella contrattazione collettiva nazionale e aziendale.
Inoltre, nella Commissione Lavoro alla Camera si sta lavorando per apportare alcune modifiche alla Legge 81 dell’anno 2017, attualmente in vigore.
Smart Working, il nuovo obiettivo è approvare la riforma entro ottobre
Sul sito ufficiale del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali ci viene fornita una definizione di Smart Working:
Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.
La Legge 81/2017 il prossimo maggio compirà cinque anni! Il nuovo obiettivo, annunciato dalla Cinquestelle Maria Pallini, è quello di approvare in maniera definitiva la riforma dello Smart Working entro e non oltre il mese di ottobre 2022.
Per questo motivo l’Osservatorio Nazionale Bilaterale sul Lavoro sta cercando di monitorare lo sviluppo e l’evoluzione del lavoro agile verificando anche l’applicazione delle linee stabilite con il Protocollo del 7 dicembre dello scorso anno.
Il documento ha individuato le linee di indirizzo sul lavoro agile per la futura contrattazione collettiva, nazionale e aziendale e/o territoriale e ha gettato le basi di un metodo di confronto fra istituzioni pubbliche e parti sociali.
L’Osservatorio, in particolare, ha l’obiettivo di monitorare, come abbiamo detto poc’anzi, l’evoluzione dello Smart Working, nello specifico, tenendo conto dei risultati che questo ha apportato.
Ma non solo, poiché un altro obiettivo riguarda la delineazione dello sviluppo della contrattazione collettiva sul tema e verificare l’andamento di tutte le linee di indirizzo che sono contenute nel documento dello scorso 7 dicembre 2021.
Per quest’ultimo punto verrà fatto riferimento a novità normative, oltre che alla sempre più crescente innovazione ed evoluzione tecnologica e digitale.
Orlando, lo Smart Working migliora la vita del lavoratore
Come abbiamo detto, l’Osservatorio si muoverà in questa direzione e, i tre sopracitati, saranno gli obiettivi che dovranno essere raggiunti e valutati.
L’Osservatorio è partito con il suo lavoro di monitoraggio dello Smart Working da giovedì scorso; questo è presieduto dallo stesso Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali: Andrea Orlando, assieme ai rappresentanti dei datori di lavoro, oltre che dei lavoratori.
Il lavoro dell’Osservatorio partirà tenendo conto oltre 4 milioni e mezzo di lavoratori proseguiranno a lavorare da remoto anche al termine della proroga della situazione emergenziale dovuta alla pandemia di coronavirus, fissata per il 30 giugno 2022.
Sempre secondo il Ministro del Lavoro, Orlando, lo Smart Working, o lavoro agile, potrà continuare ad apportare miglioramenti nelle condizioni di vita del lavoratore, che potrà gestire le proprie mansioni, ma anche organizzarsi al meglio la vita privata.
Non solo, poiché favorire il tele-lavoro permetterebbe anche a ridurre notevolmente l’inquinamento e la congestione dei centri urbani. Infine, tra le altre cose, lo smart working permetterebbe anche di effettuare un risparmio energetico.
Gli unici due punti a cui bisogna prestare attenzione sono: il tempo di lavoro e le condizioni dei lavoratori. Lavorare da casa non vuol dire dilatare gli orari di lavoro, né determinare una condizione di isolamento degli stessi lavoratori.
Un'altra tematica di cui si sta discutendo è un possibile svuotamento dei centri urbani, anche per il fenomeno del South Working:
“un progetto di promozione sociale che stimola e studia il fenomeno del lavoro agile da una sede diversa da quella del datore di lavoro o dell’azienda, in particolare dal Sud Italia e dalle aree marginalizzate.”
È bene sottolineare che l’Osservatorio ha un solo compito: monitorare. Non ha, dunque, l’obiettivo di ideare una riforma ad hoc per il tele-lavoro.
Smart Working, la normativa vigente e le soluzioni dopo il 30 giugno 2022
Per ora la disciplina dello Smart Working è stata fissata fino al 30 giugno 2022 e stabilisce una modalità semplificata di comunicazioni obbligatorie delle aziende al Ministero riguardo ai dati dei dipendenti che svolgono il proprio lavoro da remoto.
Per una riforma efficace si potrebbe effettuare un intervento direttamente sull’articolo 23 della legge n. 81 dell’anno 2017, per rendere strutturale la semplificazione delle modalità di comunicazione del ricorso al lavoro da casa.
Negli ultimi tempi abbiamo avuto un gran numero di accordi stipulati anche con le parti sociali in cui sono stati stabiliti i criteri per l’accesso allo Smart Working, oltre che la volontà del lavoratore a ricorrere al lavoro agile e la possibilità di rendere “agile” la mansione.
Ad oggi, le giornate in smart working possono essere dalle due alle tre a settimana, in cui vengono fissati anche gli orari in cui il lavoratore può disconnettersi.
Per diritto alla disconnessione si intende il diritto per il lavoratore di non essere costantemente reperibile, ossia la libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro durante il periodo di riposo, senza che questo comprometta la sua situazione lavorativa. La sua previsione è particolarmente importante nell’ambito del lavoro agile.
Ciò che potrebbe cambiare con il nuovo disegno di legge per cui si sta lavorando alla Camera, con la commissione lavoro, per la riforma dello smart working è:
- innanzitutto, il tetto del 30% di ore (sul totale) lavorate in maniera agile per definirlo Smart Working
questa soglia del 30% è giustificata per le procedure di accesso al tele-lavoro di alcune imprese rispetto che altre.
- Inoltre, gli incentivi si concretizzano in una riduzione dell’1% dei premi INAIL, Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, per il lavoro in modalità agile, oltre che nell’accesso al Fondo Nuove Competenze per la formazione dei lavoratori e, infine, alla possibilità di inserire nell’organico una figura di Innovation Manager per la modernizzazione e il perfezionamento degli strumenti idonei e indispensabili a svolgere il lavoro da casa.
Secondo le parole della Cinquestelle Maria Pallini i tempi non saranno affatto lunghi: il testo unificato, anzi, è già stato adottato all’unanimità. Qualora l’approvazione della nuova riforma alla Camera dovesse arrivare entro il mese di luglio, la stessa riforma, nel mese di ottobre potrebbe già essere legge.