Start up: non sai da dove iniziare? 5 consigli utili per te!

Vuoi aprire una start up ma non sai da dove cominciare? Oppure hai già un’idea, ma non sei sicuro che sia quella giusta? Ecco qualche consiglio per cominciare

Da sempre più anni si sente parlare di Start-up. Esistono siti che ne occupano, grandi realtà come Uber che fanno parte di questo mondo, o bonus e contributi, anche a fondo perduto di diverso tipo disponibili per coloro che vogliono iniziarne una.

Ma in pratica, cos’è una start up e basta avere un’idea di business per metterla in atto? Qual è la differenza tra start-up e start-up innovativa? E in che modo si può essere certi che la propria suggestione sia quella giusta per cominciare?

Le domande che ci si possono fare prima di cominciare sono tante, e saranno altrettante quelle che arriveranno proseguendo lungo questa strada. Anche coloro che già conoscono la realtà del mondo imprenditoriale, infatti, potrebbero trovarsi di fronte a diverse difficoltà, proprio perché una start-up può richiedere conoscenze e capacità diverse.

Questa nuova realtà infatti si muove in maniera differente a come si potrebbe essere abituati e richiede quindi una preparazione nuova rispetto al passato. Anche se si affida a basi simili, il regno delle start-up ha le sue regole e i suoi step da seguire. Ecco quindi qualche consiglio per riuscire a muovere i primi passi con un po’ più di sicurezza.

Dove trovare l’idea per una start up?

Come abbiamo detto, una start-up non è proprio un’azienda, almeno all’inizio. L’anima della start-up, infatti, si può dire che sia l’idea da cui nasce. Ne è un esempio classico AirBnB.

Creata da due designer, l’idea alla base di questa azienda conosciuta in tutto il mondo è nata da un problema: riuscire a trovare un posto dove passare la notte, senza spendere cifre esorbitanti, quando tutti gli hotel sono pieni e le stanze rincarate.

L’idea è venuta ai due coinquilini, Brian Chesky e Joe Gebbia, quando nel 2007 a San Francisco era impossibile trovare un hotel per un evento. I due, che facevano fatica a pagare l’affitto di casa, decisero di sfruttare la situazione e affittare il loro spazio a quelle persone che altrimenti non avrebbero avuto altra soluzione se non cercare in luoghi più distanti.

Certo, non è una novità quella di mettere in affitto una stanza, anche per periodi medio-brevi, per tirare su qualche soldo. Ma riuscire ad abbinare questo tipo di business con gli strumenti moderni, come internet, smartphone, applicazioni, e così via, è stato il passo che ha trasformato una pratica comune in AirBnB.

Se inizialmente era solo un sito su wordpress in grado di mettere in contatto clienti vari, una volta che si è visto che il modello poteva funzionare tutto è cambiato, fino ad arrivare a grandi pubblicità per poi espandersi in tutto il mondo.

Tralasciando la storia di AirBnB, che è sì grandiosa, ma a essere realisti è difficile immaginare che la propria suggestione possa diventare qualcosa di tanto enorme, la parte importante di questo racconto sta nel modo in cui è stata trovata l’idea.

I due ideatori di AirBnB infatti hanno utilizzato la loro esperienza di tutti i giorni, e i problemi che si sono trovati ad affrontare, per dar vita a un modello di business che prendeva ispirazione da qualcosa di già esistente, portandolo a livello diverso.

Da questa storia si può quindi concludere che la migliore fonte di ispirazione per una start-up siano il mondo e la propria vita. Per riuscire a dar vita a qualcosa del genere è importante quindi identificare un problema e proporre una soluzione praticabile.

Non solo: per definizione una start-up deve avere queste quattro caratteristiche.

  • Temporaneità: deve essere un progetto in fase di avvio, all’inizio della sua vita. AirBnB, per esempio, ormai ha superato quella fase.
  • Scalabilità: che sia in grado di aumentare in modo esponenziale i propri guadagni, senza che questo richieda un aumento delle risorse proporzionale, senza quindi incontrare problemi legati alla mancanza di risorse e in grado di raggiungere migliaia di persone in poco tempo.
  • Replicabilità: significa che deve essere un business model replicabile in tempi brevi e facilmente in qualsiasi luogo, senza dover subire particolari modifiche.
  • Innovazione intrinseca: le start-up devono essere innovative. Risolvono problemi, nuovi o vecchi che siano, che non sono ancora stati risolti, portando qualcosa di diverso che prima non c’era.

Cos’è una start up innovativa

In Italia si sente spesso parlare di start-up innovative, ma cosa significa?

Si tratta di una definizione utilizzata dall’ordinamento italiano per indicare un tipo di società di capitali che rientrino in determinate caratteristiche. Il motivo è dovuto al desiderio di creare politiche che favoriscano la crescita di questo tipo di realtà.

Partiamo quindi da questo presupposto: tutte le start-up innovative sono start-up, ma non tutte le start-up sono start-up innovative.

Per poter rientrare in questa definizione, e quindi poter accedere ai bonus disponibili, c’è bisogno che la propria start-up rispetti alcune caratteristiche

  • Non deve essere nata dalla fusione, scissione, o cessione di rami di altre aziende.
  • Non deve aver distribuito utili e non deve distribuirli.
  • Non è quotata, né in una piattaforma multimediale di negoziazione, né in un mercato regolare.
  • Si tratta di un’impresa nuova, con meno di cinque anni di vita.
  • Deve essere residente in Italia, oppure se si trova in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo allora deve avere sede produttiva o una filiale in Italia.
  • Il fatturato deve essere inferiore ai 5 milioni di euro annui.
  • Infine, deve avere come oggetto sociale prevalente o esclusivo lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

Inoltre è anche necessario che abbia una delle tre seguenti caratteristiche per poter rientrare nella definizione dell’ordinamento italiano che ci interessa.

Deve essere titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto o di un software registrato. Oppure, deve impiegare personale altamente qualificato, che in questo caso significa, nello specifico, almeno 1/3 di dottori di ricerca, dottorandi, o ricercatori, oppure 2/3 con laurea magistrale.

Infine, l’ultima caratteristica che può avere per essere considerata una start-up innovativa dall’ordinamento Italiano, in mancanza delle due scritte sopra, è che sostenga spese in R&S e innovazione pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione.

Cos’ha di diverso la tua start up rispetto agli altri?

Certo, è semplice trovare la propria ispirazione nel proprio campo professionale, che si conosce in modo approfondito e in cui si sa che problemi ci si trova ad affrontare ogni giorno, ma non è detto che sia l’unica strada.

Una volta fatta l’analisi riguardante il problema che vuoi andare a risolvere dovresti quindi chiederti: perché nessuno lo ha ancora fatto? Come viene risolto normalmente?

Questo perché ci sono alcuni problemi che non hanno proprio una soluzione, e che se risolti possono semplificare la vita, ma altri che, per il momento, non hanno bisogno di una soluzione.

In pratica è importante provare a capire perché qualcuno dovrebbe rivolgersi a te invece di continuare come si è fatto fino a questo momento. Infatti il primo motivo dei top 20 motivi di fallimento di una start-up è proprio la mancanza di mercato.

Si possono cercare problemi legati ai propri hobby, vita di tutti i giorni, o anche situazioni che si incontrano raramente, ma che nel momento in cui bisogna affrontarle diventano una grande perdita di tempo. L’importante, in ogni caso, è che sia qualcosa di cui si è interessati e appassionati.

Il motivo? Una volta iniziato il percorso per la creazione di una start-up ci si troverà a dover passare tantissimo tempo a lavorarci sopra e fare ricerca al riguardo.

Inoltre è facile che la prima idea si riveli non essere quella giusta, trovandosi appunto a non avere mercato, e quindi sia necessario correggere il tiro. Per riuscire a farlo, diventa fondamentale concentrarsi sempre di più sul mondo in cui si ha deciso di inserire la propria idea.

Non devi quindi solo offrire una soluzione innovativa, che sia anche pratica e più semplice a quelle già utilizzate fino a ora. In pratica chiediti: perché qualcuno dovrebbe darti dei soldi?

Business plan e richiesta di fondi

Esistono diversi modi per fare richiesta di fondi per una start-up. In Italia ed Europa, inoltre, esistono anche svariate iniziative ideate proprio per questo come Smart&Start di Invitalia, dedicata per le start-up innovative.

Ma anche senza passare da questo tipo di fondi, ci si può comunque rivolgere a dei privati per iniziare a dar vita a un mockup e testare la propria idea. Il mockup è, infatti, un prototipo della propria idea si può utilizzare per testare il proprio prodotto.

Si può fare anche prima di chiedere i fondi, ma in ogni caso, c’è sempre un passaggio da fare ancora prima di cominciare: creare un business plan dove poter esporre in modo chiaro ed efficace la propria idea di business e analizzare gli eventuali problemi e punti di forza.

Senza questo passaggio non si può andare avanti. Per coloro che non sono parte di questo mondo può essere più complicato, quindi diventa necessario anche rivolgersi a un esperto del settore e investire dei soldi in questo.

Soprattutto è importante essere disposti a sentirsi dare delle risposte che non si vorrebbe sentire e cambiare di conseguenza. Una volta che si ha un business plan solido, solo allora si può iniziare e muoversi per chiedere dei fondi. 

Tre consigli per iniziare una start up

Abbiamo parlato di business plan, abbiamo parlato dell’idea e di come trovarla, e di quanto sia importante capire se effettivamente il mercato abbia necessità di ciò che tu vuoi proporre. Quali possono essere altri consigli utili?

  • Sii pronto al fallimento. Può suonare crudele, ma è così. A volte si ha un’idea perfetta, che però è troppo avanti rispetto ai tempi, oppure inadatta al luogo in cui ci si trova, o richiede troppi fondi per cominciare.
  • Fai ricerca di mercato. Analizza i tuoi possibili competitor, sia in Italia, sia all’estero. Perché la tua idea è migliore? Se è uguale, perché non è ancora stata importata in Italia? Cosa cambieresti dei loro modelli? Se non hai ancora chiaro quello che vuoi fare controllare ciò che ti circonda può essere un ottimo per trovare ispirazione e, contemporaneamente, capire se effettivamente ci sia bisogno della tua proposta.
  • Se possibile, non lavorare da solo. Le start-up si basa sulla passione, il lavoro, e il desiderio di cambiare le cose. Farlo da soli è difficile. Avere un co-funder, che possa aiutare non solo con i fondi, ma anche proprio con il lavoro può fare la differenza. Non solo per avere qualcuno con cui condividere sia le vittorie, sia le sconfitte, ma anche perché potrai avere così un punto di vista diverso dal tuo e qualcuno con cui confrontarti e migliorare la tua idea.

Infine, è importante ricordarsi che esistono diverse realtà in grado di aiutare in questo percorso. Per esempio, in Italia esiste Start-Up Geeks, che aiuta, dietro pagamento, chiunque voglia dar vita alla propria start-up seguendolo in tutti i passi necessari per questo percorso.

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