Start up: come iniziarne una e i bonus governativi

Hai intenzione di avviare una start up oppure hai una buona idea che potrebbe dar vita a qualcosa di grande? Riuscire a dar forma a l’intuizione non è facile.

Sempre più spesso si sente parlare di start up e start up innovative e di persone che utilizzano questo modello per dar vita alle loro idee e creare una propria impresa.

Ma cosa differenzia una start up, una start up innovativa, e un’impresa comune? In che modo si può accedere ad alcuni dei bonus governativi disponibili per chi si butta in questo modello di business?

La confusione attorno a questo termine infatti esiste, anche perché a volte può venire usato a sproposito, oppure può essere complesso capire cosa si intenda per “innovativa”, visto che è un aggettivo utilizzato nell’ordinamento italiano, ma che in altri campi può anche venire utilizzato in altri modi.

Non tutte le imprese, infatti, possono essere una start up, e tra le start up non tutte possono essere considerate innovative, anche se con il tempo il concetto dietro a questa definizione si è ampliato.

Se inizialmente, infatti, nella prima accezione questo termine si riferiva alle nuove imprese nate nel mondo digitale o riguardante le nuove tecnologie dell’informazione e di internet, con il tempo ha iniziato a riguardare anche molte altre realtà, diventando sempre più comune e ampio.

Qual è la definizione di start up e start up innovativa?

I bonus e i finanziamenti dati dal governo sono legati alla definizione “start up innovativa”, ma cosa significa e quali sono le differenze tra una normale start up?

Facciamo un passo indietro: come mai le start up sono diverse dalle imprese? Le risposte possono essere molte, ma di base una start up è una nuova realtà imprenditoriale, ma non tutte le nuove imprese sono start up, e sicuramente non start up innovative.

In generale si differenzia da un’impresa perché ha un business model differente, non ha soci e dipendenti, ma fondatori ed, eventualmente, dei partners, e, soprattutto, la start up si poggia su un capitale di rischio ottenuto in diversi modi, come il crowdfunding, e non su un capitale sociale.

In pratica un’impresa nasce con l’intenzione di generare un profitto, non necessariamente attraverso modalità diverse dal solito. Un ristorante è un buon esempio in questo caso. Una start up invece si basa su un’intuizione e l’intenzione di creare qualcosa di diverso dal solito, anche solo leggermente, come può essere Uber.

Ovviamente però per poter rientrare nella definizione di start up innovativa bisogna rientrare in determinati parametri, così da poter usufruire dei bonus disponibili, oltre a dover essere un modello di business scalabile e replicabile.

Per la precisione per poter rientrare nella definizione di “start up innovativa” e poter accedere ai bonus disponibili bisogna soddisfare i seguenti requisiti.

  • Deve essere un’impresa giovane, con meno di 5 anni di vita.
  • Il fatturato annuo deve essere inferiore ai 5 milioni di euro.
  • La sede principale della start up deve essere in Italia oppure in uno dei Paesi aderenti allo spazio economico europeo. In questo secondo caso, inoltre, deve anche avere una sede produttiva o una filiale in Italia.
  • È un’azienda nuova, ovvero non è nata attraverso la scissione o la fusione di società e non deve essere nata neanche dopo il cedimento di un ramo di un’altra azienda.
  • Deve avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente la commercializzazione, lo sviluppo, e la produzione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

Inoltre è anche necessario avere almeno uno dei seguenti tre requisiti, da aggiungere a quelli precedenti che sono tutti obbligatori.

  • La start up impiega personale altamente specializzato, ovvero deve essere costituita da almeno 1/3 del personale con un dottorato oppure 2/3 con la laurea.
  • Oppure la start up può essere titolare o depositaria della licenza di almeno un brevetto o un software registrato.
  • Infine, l’ultimo requisiti possibile, è che una quota pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione sia ascrivibile ad attività di ricerca e sviluppo.

È quindi chiaro che non tutte le nuove aziende possono essere start up e non tutti i modelli di business scalabili e ripetibili possono rientrare nella definizione di start up innovativa. Ma se si ha un’idea che può andare bene e rispetta queste categorie, allora ci possono essere diversi vantaggi disponibili.

Perché avviare una start up

Avviare una start up può avere diversi vantaggi, permettendo di accedere a diverse agevolazioni anche dal punto di vista legale.

Se l’idea di gettarsi in un’avventura del genere può essere tanto emozionante, quanto spaventosa, l’Italia offre qualche agevolazione utile che potrebbe essere proprio ciò di cui si aveva bisogno di sapere per iniziare a lavorare sulla propria idea.

Dare vita a una start up non è semplice come abbiamo detto, e proprio per questo esistono diverse agevolazioni da parte del Ministero dello Sviluppo Economico a cominciare dal fatto che si hanno zero costi di costituzione con firma digitale.

Non è tutto, ovviamente. Oltre alle misure introdotte per far fronte alla crisi sanitaria e che quindi non rimarranno ancora per molto, ce ne sono altre, tra cui anche la possibilità di accedere a #Italyfrontiers, una vetrina italiana dedicata alle Start up innovative e le PMI innovative.

Alcuni degli altri vantaggi sono, per esempio.

  • Esonero dal pagamento del diritto camerale e di bollo.
  • Il fatto di non dover essere tenuti a effettuare il test di operatività.
  • Si gode di una procedura semplificata in caso di insuccesso dell’attività (fast fail) e si ha una proroga per la copertura delle spese, oltre a una facilitazione quando si parla di ripianamento delle perdite.
  • Disciplina del lavoro flessibile.
  • Possibilità di remunerare i collaboratori attraverso gli strumenti di partecipazione al capitale.
  • Si gode di incentivi fiscali quando si tratta di investimenti nel capitale di start up innovative.
  • Esonero dall’obbligo di apposizione del visto di conformità per compensazione dei crediti IVA.

Quali sono i bonus disponibili nel 2022

Il bonus italiano per eccellenza nel campo delle start up è Smart&Start. Si tratta di un incentivo ideato per sostenere la nascita di tutte le start up innovative sul suolo italiano e finanzia progetti tra i 100.000 euro e gli 1,5 milioni di euro di spese.

Nato con l’intenzione di stimolare l’imprenditoria digitale italiana, non funziona attraverso l’utilizzo di graduatorie, ma ogni proposta viene visualizzata e valutata nel giro di 60 giorni. Scaduto questo termine si riceverà una risposta.

Le domande si possono presentare solo online dalla piattaforma di Invitalia e, per farlo, è necessario essere in possesso di una pec e del codice SPID, a dover avere un business plan in grado di mostrare la propria idea nel miglior modo possibile.

Questo è il progetto per eccellenza, ma si possono anche trovare altre alternative, come per esempio controllando tra i vari bandi riguardanti i contributi a fondo perduto.

I primi passi nel mondo delle start up: l’idea

Come abbiamo accennato in precedenza, il cuore della start up e ciò che la rende differente dalle altre imprese, è l’idea centrale, che deve essere innovativa, scalabile, e replicabile.

È con queste ultime due parole, infatti, che si definisce spesso una start up.

Se della definizione della parola “innovativa” abbiamo già parlato prima,  rimane comunque come qualcosa di più ampio.

Per esempio, si può intendere come un modo nuovo di visualizzare una situazione già esistente, come nel caso di Uber che ha modificato il mondo dei passaggi e dei taxi, oppure dando vita a qualcosa di totalmente diverso rispetto al solito, le altre due parole hanno una definizione chiara e precisa.

Con scalabile infatti si intende, chiaramente, un modello di business che cresca in fretta e che possa far aumentare i suoi ricavi, dimensione, e volume di affari in modo esponenziale e in breve termine, senza che questo richieda una quantità di risorse impiegate proporzionale alla crescita.

Replicabile è un termine più intuitivo, ma non per questo più semplice da comprendere. Infatti si intende un modello di business che possa venire esportato in qualsiasi luogo semplicemente, velocemente, e soprattutto senza che questo richieda delle grandi modifiche.

Come si fa quindi a trovare un’idea adatta? Il primo passo è guardarsi attorno e provare a capire dove siano i problemi che si vorrebbe risolvere. Le idee per le start up tendono a venire attraverso l’esperienza di tutti i giorni. Questa situazione qui però non deve essere in conflitto con ciò che ti piace fare.

Dar vita a una start up, e anche a un’azienda in generale, significa investire tempo, soldi, e passione in un progetto. È fondamentale quindi che si tratti di qualcosa per cui hai una grande passione. Inoltre è anche giusto sottolineare come spesso se si conosce ciò di cui si parla, è anche più facile trovare dei problemi che chi fa parte di quel determinato settore si trova ad affrontare.

Quando si trova un’idea però è anche necessario assicurarsi che sia fattibile. Infatti è giusto notare che, anche se si possono incontrare problemi ovunque, non sembra è necessario risolverli.

Spesso infatti può accadere di incontrare dei problemi per cui da parti di coloro che dovrebbero essere i tuoi potenziali clienti, non c’è la volontà di spendere dei soldi per risolverli. In questo caso può essere il caso di modificare la propria intuizione e tentare di nuovo.

Corsi e aiuti per dar vita a una start up

Online si possono trovare moltissimi portali ideati per aiutare a creare una start up, valutare la propria idea imprenditoriale, e poter seguire un percorso valido.

La realtà più famosa in questo caso è sicuramente StartUp Geeks che offre una community di persone interessate a questa realtà, oltre a corsi e percorsi su misura, a pagamento.

Un altro progetto ideato per aiutare a creare una start up, questa volta per mano dell’AnPal, è YesIStartUp, rivolto però solo ad alcune categorie, ovvero donne inattive (ovvero che non lavorano) o disoccupati di lunga data (quindi da almeno 12 mesi). 

Questo percorso è gratuito e della durata di 60 ore per la teoria e 20 dedicate invece a un modulo di accompagnamento e assistenza tecnico-specialistica e personalizzato.

Oltre a questi si possono trovare online diversi portali di e-learning dedicati all’insegnamento di ciò che serve per dar vita alla tua start up.

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