Taglio alle pensioni sopra i 2.100 euro: ecco di quanto sarà la rivalutazione

Per rendere la manovra sostenibile il governo Meloni ha stabilito dei tagli per le pensioni superiori ai 2100 euro. Ecco cosa cambia.

Il governo Meloni ha introdotto in legge di bilancio una serie di misure che, seppur contenute rispetto alle premesse, portano l’ammontare complessivo della manovra a 35 miliardi di euro. Tra tagli al cuneo fiscale per i lavoratori, ampliamento della flat tax per autonomi e partite Iva, aumento delle pensioni minime, fino ai 21 miliardi per il caro energia nel 2023. Tutte queste misure, per essere sostenibili richiedono chiaramente delle coperture che non possono arrivare solo da ulteriore debito pubblico. Emergono dunque diverse misure con cui il governo punta a fare cassa.

Tra queste a spiccare sono sicuramente le misure sulla tassazione degli extraprofitti e il taglio alle pensioni sopra i 2.100 euro. Ecco cosa cambia.

Taglio alle pensioni sopra i 2100 euro, cosa cambia

All’interno del DPB, documento programmatico di bilancio, inviato dal governo a Bruxelles, sono contenute tutte le coperture che il governo ha deciso di utilizzare per sostenere la manovra di bilancio da 35 miliardi. Come spiegato dalla stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa successiva all’approvazione della manovra in Consiglio dei Ministri, una delle misure stabilite dal governo è quella del taglio alle pensioni sopra i 2100 euro lordi al mesi.

Il taglio non sarà relativo all’importo base, ma alla rivalutazione in rapporto all’inflazione. In pratica le pensioni che superano più di 4 volte la minima (dunque i 2100 euro lordi al mese), non saranno rivalutate al 100%, ma soltanto in parte.

L’inflazione per il 2023 è stata fissata dal Ministero dell’Economia al 7,3%. Dunque solo le pensioni fino a 2100 euro saranno rivalutate integralmente del 7,3% per adeguarsi all’inflazione. Le pensioni di importi superiori saranno invece suddivise in cinque scalini che indicano la percentuale della parte che sarà adeguata. Gli scalini dovrebbero essere: 80%, 55%, 50%, 40% e 35%.

Ad esempio, chi rientrerà nello scalino del 35% vedrà la propria pensione rivalutata soltanto del 2,6%, al posto del 7,3% dell’inflazione.

Tasse sugli extraprofitti, nuove norme per aumentare il gettito

Novità arrivano anche sul fronte degli extraprofitti, l’altro tema principale su cui il governo punta ad incassare cifre superiori rispetto allo scorso anno. La tassa che colpisce gli extraprofitti delle aziende energetiche sarà rivista seguendo le indicazioni dell’Unione Europea in merito. Sarà infatti modificato il sistema di calcolo della base imponibile, che terrà conto degli utili e non più del fatturato. Questo dovrebbe evitare nuovi contenziosi con le aziende ed aumentare il gettito derivante da questa misura.

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