TFR: chi paga ai dipendenti se l’azienda va in fallimento? Attenzione alla procedura

Può capitare che le aziende e le società falliscano: ma cosa succede in questi casi ai dipendenti che sono in attesa del TFR? C’è una procedura da seguire.

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Capita purtroppo sempre più spesso che un’azienda o una società fallisce: questa situazione non soltanto si riversa sul personale e sui suoi dipendenti che si ritrovano improvvisamente senza più il lavoro, ma devono anche affrontare un altro problema di fondamentale importanza. Ovvero: chi paga il TFR ai dipendenti quando un’azienda va in fallimento?

Si tratta di un trattamento di fine rapporto il quale potrà essere percepito nei confronti di un lavoratore subordinato al momento della cessazione del suo rapporto lavorativo.

È chiaro, quindi, che questa misura rappresenta sicuramente un importante sostegno per quei lavoratori che si ritrovano senza lavoro, soprattutto se si tratta di un’azienda in fallimento.

Chi paga al dipendente il TFR? Il Fondo di Garanzia

Ciò che è certo è che nelle situazioni in cui una società o un’azienda fallisce, il trattamento di fine rapporto che spetta al lavoratore sarà pagato con le risorse economiche che sono contenute all’interno del cosiddetto Fondo di Garanzia. 

Si tratta di un fondo statale gestito da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, che si rivolge a tutti i lavoratori, dunque non soltanto ai lavoratori con un contratto subordinato nel settore pubblico ma anche ai lavoratori privati.

È il datore di lavoro o l’azienda, infatti, che finanzia il Fondo nel corso del tempo, attraverso il versamento di un contributo che corrisponde alla percentuale dell’0,20% rispetto alla retribuzione imponibile.

A prescindere da questo, il Fondo di Garanzia permette di assicurare l’erogazione dei pagamenti del TFR, dunque del Trattamento di fine rapporto, nei confronti di tutti i lavoratori che sono stati interessati dal fallimento dell’azienda presso cui lavoravano, anche nei casi in cui il loro datore di lavoro non abbia versato tale contributo.

Ma quando si può accedere al Fondo di Garanzia?

L’INPS ammette la possibilità di attingere alle risorse statali relative a questo fondo non soltanto nei casi di fallimento dell’azienda e dunque per erogare il trattamento di fine rapporto, ma anche quando si tratta di una liquidazione coatta amministrativa oppure di amministrazione straordinaria o ancora se si verifica la procedura di liquidazione del patrimonio.

Cosa succede al TFR quando l’azienda fallisce

A seguito dell’istituzione del Fondo di garanzia del TFR e dei crediti di lavoro, avvenuta con l’entrata in vigore della legge numero 297 del 1982, il lavoratore ha così ricevuto una serie di tutele maggiori per poter accedere agli importi che egli ha accumulato nel corso dell’intero arco del periodo lavorativo presso l’azienda coinvolta dal fallimento.

Inoltre, come accennato in precedenza, il lavoratore potrà non soltanto richiedere il trattamento di fine rapporto a lui spettante, ma anche le retribuzioni lavorative eventualmente non ancora saldate relative ai tre mesi precedenti.

Tuttavia, per poter accedere al pagamento del TFR concesso dal Fondo di Garanzia sarà necessario rispettare tre requisiti fondamentali che saranno verificati al momento della presentazione della domanda da parte del lavoratore nei casi in cui l’azienda fallisce. Si tratta delle seguenti condizioni:

  • cessazione del rapporto lavorativo di tipo subordinato

  • accertamento dell’esistenza del credito del trattamento di fine rapporto 

  • verifica dello stato di insolvenza dell’azienda e la relativa procedura di fallimento.

Come richiedere il TFR quando l’azienda fallisce

Quindi, se sei un lavoratore dipendente che ha appena terminato la sua attività di lavoro a causa del fallimento dell’azienda presso cui eseguivi la tua prestazione, niente paura: ciò che dovrai fare è seguire l’apposita procedura prevista dall’Istituto INPS, che ti permetterà di ottenere il TFR.

Al fine di poter ottenere il trattamento di fine rapporto da parte del Fondo di Garanzia, sarà necessario quindi che il lavoratore intenzionato a ricevere i pagamenti del TFR provveda a presentare la domanda. I canali di compilazione e trasmissione della richiesta sono i seguenti:

  • portale telematico INPS

  • CAF e patronati

  • servizio di contact center dell’INPS.

Oltre a presentare la domanda, come avviene anche per le richieste di altre misure e benefici, il lavoratore che sta richiedendo il TFR dovrà anche allegare una serie di documenti essenziali. Tra questi, la copia autentica dello stato passivo esecutivo, ma anche la copia della domanda di ammissione al passivo, la dichiarazione sostituiva del certificato del tribunale e altri documenti.

In ogni caso, considerata la difficoltà di reperimento di tale documentazione, sicuramente il consiglio è quello di affidarsi ad un avvocato che permetterà al lavoratore di ricevere interamente i pagamenti del TFR a lui spettante, grazie al rispetto completo di tutta la procedura richiesta.