Tredicesima: a quanto ammonta per lavoratori e pensionati

Con le festività alle porte, il regalo più ambito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati è la tredicesima. Anche quest’anno nel mese di dicembre in molti la riceveranno, ma se vogliamo sapere già in anticipo di che gruzzolo parliamo, ecco qualche suggerimento su come calcolarla.

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Con le festività alle porte, il regalo più ambito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati è la tredicesima. Anche quest’anno nel mese di dicembre in molti la riceveranno, ma se vogliamo sapere già in anticipo di che gruzzolo parliamo, ecco qualche suggerimento su come calcolarla.

La tredicesima per coloro che non lo sapessero è una mensilità retributiva natalizia che viene erogata nel mese di Dicembre come retribuzione aggiuntiva ai lavoratori dipendenti, ma la percepiscono anche i pensionati.

Come riportato dal sito lentepubblica.it il numero di coloro che la riceveranno quest’anno nel 2021 è un numero importante:

Sono 17,8 i lavoratori e quasi altrettanti i pensionati a cui spetta la gratifica natalizia, il cui ammontare complessivo si attesta quest’anno a circa 36,4 miliardi di Euro.”

Ma esattamente siamo certi di sapere tutto su come funziona e soprattutto, siamo in grado di calcolarla in anticipo?

I dubbi possono essere ragionevoli se non si conoscono nel dettaglio le regole su come calcolarla, proprio per questo ci sono innumerevoli studi professionali che si occupano di emettere le buste paga e inviare i tanto attesi cedolini, si tratta di professionisti del settore specializzati. 

Lo stesso sito “money.it” riconosce che:  

“Sono frequenti i dubbi su come viene determinato l’importo che, se è vero che segue quello dello stipendio, è sottoposto ad una tassazione diversa, tanto da portare al pagamento di una somma che quasi sempre risulta inferiore a quella della retribuzione ordinaria.”

Vediamo allora per toglierci ogni dubbio, come funziona il suo calcolo attraverso le specifiche descritte in questo articolo.

Tredicesima come funziona e quando arriva

In apertura abbiamo detto, ma lo ripetiamo, che la Tredicesima mensilità semplicemente chiamata Tredicesima è una mensilità retributiva aggiuntiva che spetta al lavoratore nel mese di Dicembre e che è stata introdotta dalla contrattazione collettiva nazionale. 

E’ di fatto presente nel CCNL ovvero il Contratto Collettivo Nazionale, ma non varia la sua presenza a seconda della tipologia di contratto di riferimento, se ad esempio metalmeccanico o del commercio per intenderci, c’è in entrambe.

Nella maggior parte dei casi, è più probabile che sia la Quattordicesima mensilità a non essere prevista e che questa dipenda invece dai contratti di riferimento.

Se la presenza è prevista in tutti, varia invece la modalità di calcolo della stessa, in quanto a seconda del contratto possono variare le voci retributive da considerare.

Ne consegue in ogni caso che, il lavoratore riceve la tredicesima dal proprio datore di lavoro a fronte della prestazione di lavoro erogata che copre le dodici mensilità annuali, a cui per diritto ne riceverà una aggiuntiva anche chiamata “gratifica natalizia”, arrivando a tredici.

E’ proprio perché elargita entro Natale, secondo gli accordi scritti nel CCNL, che il datore di lavoro deve erogarla in anticipo entro la data del 24 dicembre (o comunque entro la fine dell’anno) rispetto allo stipendio di dicembre che invece spetterà al lavoratore nei primi giorni del mese di Gennaio.

La tredicesima matura progressivamente durante il rapporto di lavoro ed equivale di massima ad una mensilità di retribuzione.

Ma allora perché quando il lavoratore la riceve, la percezione è quella di ricevere molto meno di una mensilità e di avere pagato una percentuale di tasse molto alta?

Entriamo nel dettaglio per rispondere a questa domanda su come si calcola l’importo della tredicesima.

Come si calcola l'importo della tredicesima

Come riportato da Idealista sul sito idealista.it:

“Per effettuare il calcolo della tredicesima mensilità bisogna tener presente che l’importo non corrisponderà allo stipendio mensile, in quanto vanno sottratti dal calcolo i contributi previdenziali e fiscali (e non si riconoscono le detrazioni per lavoro dipendente spettanti o quelle per i carichi di famiglia). La tredicesima erogata in busta paga è quindi più tassata delle mensilità ordinarie.”

Quale calcolo dovrebbe fare un lavoratore per capire a quanto ammonterà la sua tredicesima?

Per effettuare il calcolo si deve moltiplicare il valore corrispondente alla retribuzione lorda mensile per tutti i mesi che il lavoratore ha lavorato, 12 se ha completato l’anno, 7 ad esempio se ha iniziato a lavorare nel mese di Giugno, 3 se ha iniziato a lavorare a settembre, il totale dovrà poi essere diviso per 12.

Questo perché il lavoratore matura un rateo per ogni mese in cui ha svolto il rapporto di lavoro. 

Per cui il soggetto che ha lavorato per solo tre mesi percepirà l’equivalente dei tre ratei lavorati, così quello che ha lavorato per sette mesi, percepirà l’equivalente dei ratei di un periodo pari a sette mesi e non una mensilità intera e così via.

Nel calcolo della tredicesima si deve tenere conto anche dei periodi come: ferie, malattia, infortunio, congedo matrimoniale, maternità, riposo giornaliero per allattamento ed eventuale cassa integrazione.

Straordinari diurni o notturni non vengono conteggiati, come le indennità per le ferie non godute.

Stesso calcolo lo devono fare i pensionati, si tratta di portare a casa l’equivalente di 1/12 sull’importo totale.

Tredicesima per i lavoratori

Hanno diritto alla Tredicesima tutti i lavoratori full time e part time assunti sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, indipendentemente che prestino la loro attività lavorativa per il settore pubblico o per il settore privato. 

Sono inclusi nel riceverla anche i collaboratori domestici regolarmente assunti come colf o badanti. La tredicesima è una gratifica che anche in questo caso dovrà essere riconosciuta indipendentemente che il lavoratore compia un lavoro retribuito a ore, giornaliero, mensile, annuale o continuativo. 

Ma c’è qualcuno a cui non spetta? Purtroppo si. Non spetta a tirocinanti e stagisti, agli amministratori, ai lavoratori a progetto e ai parasubordinati, e naturalmente trattandosi di una quota che spetta solo ai lavoratori subordinati, non spetta a chi è possessore di Partita IVA e ai liberi professionisti.

Semplificando quanto riportato nel calcolo ne hanno diritto tutti coloro che hanno un regolare contratto, e la sua retribuzione corrisponde ai ratei mensili che il lavoratore ha diritto di ricevere in base a quanti mesi ha lavorato.

Chi ha lavorato meno di 12 mesi ha diritto a una tredicesima di 1/12 del totale effettivamente lavorato.

Facciamo un esempio, così da comprendere meglio come funziona il calcolo:

Se una persona ha lavorato dal 1° maggio dell’anno 2021 sino al 31 dicembre del 2021, e il suo stipendio lordo al mese è di 1400 euro, il calcolo che dovrà essere effettuato sarà così:

Retribuzione mensile lorda di 1400 euro moltiplicato per il numero di mesi lavorati, nel caso esempio 7 mesi, il tutto diviso 12, il numero totale delle mensilità, ovvero:

1400 € X 7/12 = 816,66 €

In questo caso la tredicesima di un lavoratore sarà equivalente a 816 euro.

Anche se il lavoratore è in ferie, in malattia, in infortunio, in congedo matrimoniale, in maternità, in riposo giornaliero per allattamento o in cassa integrazione, il lavoratore percepirà la rata intera della tredicesima.

Quello che invece non rientrerà nel calcolo della tredicesima saranno le indennità, le ferie non godute e gli straordinari. 

Il computo della tredicesima viene inoltre incluso nel calcolo del TFR, ma non per tutti, dipende dal CCNL a cui fa riferimento il contratto del dipendente.

Nel caso specifico del lavoratore assunto come colf e badante, il calcolo dovrà essere eseguito in questo modo, se il lavoratore viene pagato ad ore, il calcolo dovrà essere:

la paga oraria x 12 x 52 (il numero delle settimane in un anno) /12 mesi

Se la paga è prevista settimanalmente il calcolo della tredicesima dovrà essere:

la paga settimanale x 52 /12 mesi 

Nel caso di paga mensile, vale come per tutti i lavoratori, ovvero dovrà essere aggiunta una mensilità, a cui dovrà essere aggiunta anche l’indennità di vitto e alloggio se corrisposto.

Se il collaboratore domestico o di supporto alla famiglia, collabora con più datori di lavoro, la tredicesima dovrà essere corrisposta da ciascun datore di lavoro.

Tredicesima per i pensionati

La tredicesima è prevista anche per chi è pensionato e riceve la pensione, compresa quella di reversibilità. 

Viene accreditata nello stesso mese di dicembre insieme all’assegno mensile. Per i più fortunati, quest’anno dovrebbero averla già incassata gli ultimi giorni di Novembre. Per cui nell’ultimo mese dell’anno il pensionato percepisce una sorta di doppia pensione.

Interessa quest’anno un numero di oltre 16 milioni di pensionati.

Anche in questo caso il calcolo si deve eseguire sull’1/12 del totale se il pensionato ha percepito la pensione per i 12 mesi interi dell’anno.

Ma sei il pensionato come il lavoratore ha iniziato a percepire la pensione ad esempio come il nostro lavoratore nel mese di Maggio, la tredicesima sarà calcolata sulle effettive mensilità percepite.

Facciamo un esempio pratico:

Se il pensionato prende 800 euro di pensione al mese e li ha presi per 12 mesi percepirà:

800 € x 12/12= 800 €

Ma se il pensionato è entrato in pensione nel mese di Maggio il calcolo per il primo anno sarà:

800 € x 7/12= 466,66

Tredicesima tasse e trattenute

Vediamo ora la parte più sgradevole della tredicesima, le tasse e le trattenute.

L’importo della tredicesima è a tutti gli effetti uno stipendio e come tale viene tassata con un prelievo fiscale che viene compiuto direttamente in busta paga.

Verrà calcolato su questo importo l’Irpef ovvero l’imposta sul reddito delle persone fisiche, si tratta del cosiddetto conguaglio di fine anno. Il calcolo e la detrazione avverrà in base a degli scaglioni di reddito.

Come riportato dal sito laleggepertutti.it se il lavoratore ha guadagnato un determinato importo, la percentuale tassata farà riferimento ai seguenti scaglioni:

“fino a 15.000 euro 23%

da 15.001 fino a 28.000 euro 27%

da 28.001 fino a 55.000 euro 38%

A questi importi infine si dovrà aggiungere una quota per i contributi previdenziali che si aggira intorno al 9,19%.