Ultimissime sulla riforma pensioni: cos'ha deciso il Governo

La riforma delle pensioni, tanto agognata e desiderata dai cittadini italiani, non vedrà affatto la luce nel 2022. Ma lo si era capito già da un po'. Non c'erano le basi ed alcuna proposta concreta. Draghi ha parlato di una riforma pensionistica strutturale per il 2023. E quindi nel 2022, scaduta Quota 100, cosa accadrà? Resta solo la Legge Fornero all'orizzonte o ci sono altre soluzioni? Ne parliamo nel seguente articolo.

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In questo mese di dicembre, festività a parte, dovrebbe riaprirsi l'importante confronto tra il Governo Draghi e i Sindacati affinché possa si possa finalmente riuscire a portare a casa la tanto agognata riforma delle pensioni, almeno a partire dal 2023, ed evitare che gli italiani abbiano nuovamente a che fare con l'ignobile legge Fornero.  

Pare, secondo voci di corridoio, che il premier Draghi abbia intenzione di arrivare ad un accordo con Sindacati e parti sociali, entro aprile in modo da poterlo inserire nel Def.

Ma se la nuova riforma delle pensioni partirà dal 2023, cosa ne sarà di chi andrà in pensione nel 2022? Scendiamo più nei dettagli nel prosieguo dell'articolo.

Riforma pensioni: cosa accadrà nel 2022?

Come avevamo potuto intuire già, il 2022 sarà un anno di transizione sulle pensioni, perché non ci sarà alcuna riforma strutturale, ma solo interventi temporanei da parte del Governo, quindi non interventi strutturali e definitivi.

Questi provvedimenti serviranno da ponte per arrivare poi al 2023, si spera, ad una riforma strutturale ben lontana dalla Legge Fornero, che ha rovinato già tanti pensionati italiani. 

Per esempio nel 2022 dovrebbe essere messa in pratica Quota 102 che permetterà ai cittadini di andare in pensione a 64 anni di età più il versamento di 38 anni di contributi. 

In secondo luogo, come scivolo per uscire prima dal mondo del lavoro, sarà riconfermata Opzione Donna e, sempre come scivolo anticipatorio, sarà ampliata la platea di coloro che potranno beneficiare (lavori gravosi ed usuranti) dell'Ape Sociale, fino al momento in cui non si saranno raggiunti gli anni per ottenere la pensione ordinaria. 

Inoltre nel 2022 il Governo ha intenzione di istituire un fondo di 550 milioni spalmato in tre anni, che possa permettere un'uscita dal mondo del lavoro a 62 anni, per i dipendenti di aziende piccole e in crisi

Riforma Pensioni: il 2022 sarà un anno di prepensionamenti flessibili

Sì, il 2022 sarà un anno in cui si potrà approfittare di vari tipi di prepensionamenti, che però dovranno fare i conti con il sistema contributivo e che comporteranno comunque una penalizzazione nell'importo dell'assegno pensionistico, per chi ne usufruirà.

E cosa ne sarà dello spauracchio del ritorno della Legge Fornero? Resterà come riferimento solo per chi ha intenzione di uscire dal lavoro a 67 anni, con la classica pensione di vecchiaia o usufruire della pensione anticipata, sempre prevista dalla Fornero, con 42 anni e 10 mesi di contributi previsti per gli uomini e 41 anni e 10 mesi previsti per le donne. 

Chi sceglierà la legge Fornero non subirà alcuna penalizzazione, ovvero utilizzerà un sistema misto, retributivo fino al 31/12/1995 e contributivo dal 1/1/1996. 

Chi invece deciderà di utilizzare qualsiasi altro scivolo di pensionamento anticipato, sarà penalizzato da un calcolo interamente contributivo. 

Riforma pensioni: i più penalizzati saranno i nati nel 1960

Riguardo alle pensioni, i più penalizzati saranno i nati nel 1960, ai quali non servirà la quota 102, come non servirà a tutti coloro i quali resteranno fuori da Quota 100 anche solo per un giorno

Nessuno al Governo ha pensato a misure ponte per aiutare questi cittadini? Sia per coloro che avrebbero bisogna almeno di una piccolissima proroga di Quota 100, perché non ci rientrano per popchissimo, sia per i nati nel 1960 ai quali Quota 102 non servirebbe e vedrebbero ancora una volta spostarsi in avanti il traguardo della loro pensione. 

Riforma pensioni: il Governo provvederà ad una piccola proroga di Quota 100?

Ci sono tantissimi cittadini italiani che per un solo giorno non hanno i requisiti in regola per riuscire ad andare in pensione con Quota 100. E' mai possibile che il Governo non abbia pensato a queste persone? E' mai possibile che nessuno abbia pensato ad una mini proroga per coloro che non andranno in pensione per un pelo? Chi pagherà per questa ignobile penalizzazione?

Com'è mai possibile che per un solo giorno, alcuni cittadini dovranno lavorare altri anni per andare in pensione? La pensione è un diritto e rimandarla di anni, può avere ripercussioni terribili sulla vita di alcune persone. Perché il Governo non ci ha pensato? Domande destinate a restare senza risposta.

Riforma pensioni 2023, un nuovo confronto tra Sindacati e Governo

Si spera che il Governo e i Sindacati trovino un accordo di mediazione che non sia svantaggiosa per tutti.

Anche se i sindacati non sembrano essere molto soddisfatti al riguardo, la prossima settimana dovrebbe tenersi un nuovo confronto con il governo.

Secondo il Presidente dell'Inps, Tridico, l'accordo che si raggiungerà si muoverà all’interno di un modello contributivo. Il Presidente dell’Inps ha ribadito che sicuramente verrano trovate soluzioni alternative per permettere un'uscita anticipata rispetto ai 67 anni della riforma Fornero, ma sarà necessario superare la rigidità del sistema delle Quote

Tridico aveva anche penso sul tavolo una sua proposta, chiamata Ape contributivo, che non ha però trovato nè il favore dei sindacati né del governo. 

Angelo Sposato della Cgil Calabria ha affermato che non si può assolutamente permettere ad anziani di 67 anni di fare ancora lavori gravosi come salire su una gru, su un ponteggio e rischiare così la loro vita. Ci vuole una soluzione e bisogna trovarla in fretta!

La riforma pensionistica è più che urgente e non bastano più le misure tampone. 

Tutte le sigle sindacali hanno organizzato, a questo proposito, una grande manifestazione contro il Governo l’11 dicembre proprio a Catanzaro.

La riforma fiscale porterà benefici anche ai pensionati, in che modo?

Perchè con la riforma fiscale l'area non tassabile è stata ampliata a 8.500 euro e così chi ha un reddito annuo fino a questo limite, avrà una riduzione d'imposta pari 1.955 euro, esattamente pari all’Irpef lorda”. 

Anche se questa riforma andrà in vigore da gennaio 2022, gli effetti si vedranno nelle buste paga da marzo in poi, per dare il tempo ai gestionali di allinearsi alla novità.  

Si spera che una futura riforma pensionistica vada sulla strada opposta al rigore finanziario dimostrato finora, raggiunto a discapito di pensionamenti in età sempre più avanzata e a discapito anche dei giovani.  

Riforma pensioni: perché non seguire l'esempio di Svezia e Norvegia?

In Europa del Nord, in particolare in Svezia e Norvegia, che hanno un sistema pensionistico contributivo, hanno fissato l'età pensionabile a 65 e 64 anni. Hanno anche predisposto prepensionamenti anticipati, o addirittura ritardi nell'uscita, se volontari, ma senza porre vincoli o penalità particolari. Potrebbe essere una prospettiva anche per il nostro paese. 

Invece al momento in Italia chi sceglie di arrivare fino a 67 anni per uscire dal mondo del lavoro, viene "premiato" con un sistema misto contributivo e retributivo che rende l'assegno pensionistico decisamente più alto. Chi invece vuole anticipare il pensionamento, paga pegno, come si suol dire, ovvero paga una penalità dovuta al fatto che il calcolo viene fatto esclusivamente con il sistema contributivo.

Riforma Pensioni: la fine di quota 100 sarà un danno più per gli statali che per i privati

Di Quota 100 hanno usufruito soprattutto i lavoratori statali, la maggior parte dei quali ha lasciato il lavoro a 62. Lo dice un rapporto inaspettato rilasciato dall'Inps. 

In tre anni sono stati 341.128 i lavoratori che hanno beneficiato di Quota 100. Di questi 107.237 erano del settore pubblico. 

Praticamente un lavoratore su tre ha usato quota cento per uscire prima dal mondo del lavoro della pubblica amministrazione. 

Interrompendo quota 100 si è voluta frenare questa fuga dei lavoratori dalla Pubblica Amministrazione. Mentre nel 2022 i lavoratori privati comunque continueranno a poter beneficiare di alcuni scivoli anticipatori come contratti di espansione, dall’isopensione e dai contratti di solidarietà.

Con l'isopensione, per esempio, i lavoratori privati potranno utilizzare uno scivolo di 5 anni e andare in pensione a 62 anni di età. Invece per i lavoratori statali non ci sarà questa possibilità e, con tutta probabilità, potranno uscire dal mondo del lavoro solo con la legge Fornero.