Vaccino: come contestare la multa dell’Agenzia delle Entrate

Una sanzione da 100 euro direttamente dall'Agenzia delle Entrate a quanti abbiano deciso di non farsi il vaccino. Troppo poco o è una dittatura sanitaria?

Una sanzione da 100 euro direttamente dall’Agenzia delle Entrate a quanti abbiano deciso di non farsi il vaccino. Troppo poco o è una dittatura sanitaria? L’Italia si divide tra quanti sostengono e appoggiano la decisione del Governo, guidato da Mario Draghi, e tra quanti si professano convinti no vax! Nel frattempo il legislatore, di fatto, ha introdotto l’obbligo vaccinale, decidendo di punire quanti il vaccino non se lo siano fatti. La legge, però, prevede la possibilità di fare ricorso direttamente al giudice di pace per farsi cancellare la multa erogata dall’Agenzia delle Entrate.

Prima di procedere a spiegare come fare a contestare la multa perché non si è fatto il vaccino, è utile capire cosa prevede il nuovo decreto. La nuova norma prevede che, quanti abbiano compiuto 50 anni, si debbano sottoporre al vaccino contro il Covid 19. Nel caso in cui qualcuno decidesse di non farlo, scatta una sanzione amministrativa di 100 euro. Ogni singolo cittadino potrà essere multato una sola volta nel corso della propria vita.

Vaccino, chi lo deve fare obbligatoriamente!

Dal 1° febbraio 2022 arriverà una sanzione, direttamente dall’Agenzia delle Entrate, a quanti abbiano deciso di non farsi il vaccino. La multa colpirà chi:

  • non abbia ancora iniziato il cosiddetto ciclo primario;
  • non abbia completato il ciclo vaccinale primario;
  • non abbia provveduto ad effettuare la dose di richiamo al ciclo primario, entro i termini di validità del cosiddetto green pass.

Ad erogare le multe sarà il Ministero della Salute attraverso l’Agenzia delle Entrate. È necessario ricordare, inoltre, che a partire dal prossimo 15 febbraio 2022, quanti abbiano compiuto almeno 50 anni e che saranno trovati sul posto di lavoro senza essere in possesso del green pass rafforzato, riceveranno una sanzione, che sarà compresa tra i 600 ed i 1.500 euro. Nel caso in cui un lavoratore comunichi di non essere in possesso della certificazione necessaria, sarà considerato assente ingiustificato e non riceverà lo stipendio.

In che modo avverranno i controlli? Con ogni probabilità sarà l’Agenzia delle Entrate o lo stesso Ministero della Salute ad effettuare i controlli necessari, consultando gli elenchi dei vaccinati presenti negli archivi delle locali aziende sanitarie. Non saranno, quindi, effettuati dei controlli direttamente su strada, ma la multa arriverà direttamente a casa, prelevando i nominativi degli inadempienti nel registro di quanti abbiano fatto il vaccino.

Agenzia delle Entrate: chi colpirà la sanzione!

Il cittadino, che non abbia provveduto a farsi il vaccino, riceverà un avviso di avvio del provvedimento sanzionatorio. Avrà, quindi, la possibilità di rispondere entro 10 giorni e potrà dare le dovute giustificazioni per la sua mancata vaccinazione. Questa risposta dovrà essere inviata sia all’Asl competente che all’Agenzia delle Entrate Riscossione: sarà, inoltre, necessario fornire eventuali certificati che attestino l’esenzione dall’obbligo vaccinale. 

Entro e non oltre dieci giorni, l’Asl dovrà verificare le certificazioni prodotte, provvedendo, eventualmente, ad un contradditorio con il diretto interessato. Dovrà, poi, comunicare all’Agenzia delle Entrate Riscossioni la fondatezza delle stesse. Nel caso in cui l’Asl non dovesse rispondere o non dovesse confermare l’esenzione, l’ADER provvederà a notificare un avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo, entro i 180 giorni successivi. L’atto in questione costituisce a tutti gli effetti un documento ufficiale – che ha lo stesso valore di una sentenza – e che permette di avviare la riscossione esattoriale, senza che sia necessario inviare altri avvisi. Quindi scatterà, da parte del contribuente, l’obbligo a pagare, senza che sia necessario provvedere ad ulteriori accertamenti o giudizi. L’avviso di addebito arriverà tramite Pec o raccomandata.

Arriva la sanzione: come contestarla!

Il cittadino ha, comunque, la possibilità di opporsi alla sanzione che gli è stata notificata dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Per farlo dovrà necessariamente rivolgersi al giudice di pace entro e non oltre trenta giorni dal ricevimento dell’avviso di addebito. A difendere ADER sarà l’Avvocatura dello Stato.

Il diretto interessato dovrà riuscire a dimostrare, nel corso del giudizio, di essere esonerato dalla vaccinazione obbligatoria. per riuscire a farlo dovrà produrre una relazione che sia stata redatta da un medico, che possa anche fungere da consulente di parte. Molto probabilmente il giudice arriverà a nominare un CTU, ossia un consulente tecnico d’ufficio, i cui costi però saranno anticipati dal ricorrente e che si andranno a sommare all’importo del contributo unificato per l’avvio del giudizio pari a 43 euro. 

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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