Accoglienza e rimpatri migranti: come funziona in Italia e cosa sta per cambiare

Tutto ciò che c'è da sapere sul sistema di accoglienza e rimpatri dei migranti.

Migranti a bordo di una nave

Come funziona realmente il sistema di accoglienza e rimpatri in Italia? Le leggi che hanno disciplinato questa materia sono numerose e partono dal 1998 con la Turco-Napolitano. Con gli anni sono state apportate molte modifiche che hanno alternato momenti di maggiore accoglienza a momenti di maggiore necessità di sicurezza.

Accoglienza e rimpatri migranti: il Decreto Legge Cutro tra le politiche più restrittive

Partiamo dal presente. La legge in vigore è il cosiddetto Decreto Cutro promulgato nel mese di marzo del 2023. La necessità di questa nuova normativa nacque subito dopo la tragedia al largo di Cutro, in Calabria, dove persero la vita 94 migranti a causa di un violento naufragio.

Il Decreto Cutro ha l'ambizione di colpire sempre di più gli scafisti, responsabili di tratta di esseri umani, introducendo per loro il reato di strage punibile con reclusione che va dai 20 ai 30 anni.

Tra le novità del Decreto attualmente in vigore bisogna sottolineare anche che esso è maggiormente concentrato sul rimpatrio piuttosto che sull'accoglienza. Con il DL Cutro il governo ha pensato di migliorare le procedure di espulsione in accordo con i Paesi d'origine dei migranti, che devono però necessariamente essere Nazioni sicure.

In quest'ottica, allora, bisogna soffermarsi su come funzione il sistema di rimpatrio. Dopo l'ingresso nella nostra Nazione i migranti sono tenuti a fare richiesta di asilo per far scattare la procedura di prima accoglienza.

Qualora tale richiesta dovesse venire meno o essere rifiutata, i migranti saranno condotti presso un Centro per il rimpatrio (Cpr). I Cpr sono dei centri in cui i migranti si trovano in Stato di detenzione in attesa della loro espulsione dall'Italia. Gli stranieri da rimpatriare, stando al Decreto legge n.89/2011 convertito dalla Legge n.129/2011, possono essere detenuti per un massimo di 18 mesi all'interno di tali strutture.

In Italia esistono nove Cpr, ma il governo Meloni ha intenzione di istituirne sempre di più con l'obiettivo di averne almeno uno per ogni Regione italiana. Questa volontà, però, non ha trovato parere positivo da parte di alcune Regioni, tra cui la Toscana.

E se il migrante fa richiesta di asilo e viene accolta? Il sistema di accoglienza in Italia

Archiviato il capitolo relativo all'espulsione, concentriamoci adesso su quello relativo all'accoglienza. Qualora la richiesta d'asilo del migrante dovesse essere accolta, la persona interessata sarà condotta presso un Centro di prima assistenza (Cpa), gestito a livello governativo. In questa fase del sistema di accoglienza il migrante sarà identificato e ci saranno i primi controlli sanitari.

Dopo l'approvazione della richiesta di asilo, il migrante entrerà nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che dal 2020 (Decreto Lamorgese) ha sostituito il Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi), che nel 2018 (Decreto Sicurezza) aveva a sua volta sostituito il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar).

Attualmente la situazione è più complicata di quanto si possa pensare in quanto, come riporta anche Openpolis, con il Decreto Cutro il governo ha escluso i richiedenti asilo dal circuito Sai, come avvenne già nel 2018 durante il primo governo Conte, eliminando del tutto le diciture di prima e seconda accoglienza.

Ciò che preoccupa di più è che, fatta eccezione per i migranti entrati in Italia attraverso i corridoi umanitari, con l'eliminazione del Sai, il governo potrebbe essere orientato ad analizzare sempre meno richieste di asilo concentrandosi esclusivamente sull'accelerazione delle procedure di espulsione.

Dunque, se per le procedure relative al rimpatrio la situazione è abbastanza chiara, è molto più confusionale la situazione relativa al sistema di accoglienza che potrebbe essere ridotta all'osso in vista delle nuove leggi sempre più restrittive.