Ddl Turismo, stretta sugli affitti brevi: registro nazionale e minimo 2 notti di soggiorno

Arriva la stretta sugli affitti brevi: il ddl Turismo prevede un registro nazionale, un minimo di 2 notti per soggiorno e multe alle locazioni abusive

Arriva la stretta del Governo sugli affitti brevi e sugli Airbnb: il Ministero presieduto da Daniela Santanché ha abbozzato il nuovo ddl Turismo, con una serie di regole per organizzare e regolamentare un settore attualmente caotico.

Ecco quali sono le novità e cosa cambia con il ddl Turismo, ancora in bozza: dal registro nazionale al codice identificativo, fino al numero minimo di notti per i soggiorni nelle maggiori località turistiche.

Ddl Turismo, stretta sugli affitti brevi e Airbnb: cosa cambia

Il Ministero del Turismo presieduto da Daniela Santanchè ha presentato una bozza del disegno di legge sul Turismo per regolamentare gli affitti brevi e gli Airbnb, attualmente definiti un vero e proprio “Far West”.

Che cosa cambia e cosa prevedono le nuove regole? Ecco i punti fondamentali della bozza del ddl Turismo:

  • in primis, si intende istituire un registro nazionale, o meglio un Codice identificativo nazionale (Cin) al posto di quello regionale per identificare ciascun appartamento con maggior precisione;

  • la fissazione di un numero minimo di due notti per i soggiorni nelle città metropolitane, nei Comuni con alta densità turistica e nei centri storici con maggiore afflusso di turisti in ingresso;

  • introdurre multe più severe per le locazioni abusive o per i proprietari che non rispettano le regole.

Non sono mancate le critiche alla bozza del ddl Turismo, che non tutti hanno apprezzato a pieno titolo. Ma scendiamo nel dettaglio e cerchiamo di capire, punto per punto, cosa prevede la riforma.

Ddl Turismo, quali sono le novità sugli affitti brevi

La stretta fondamentale prevista dal ddl Turismo riguarda proprio gli affitti brevi, soprattutto se prenotati su piattaforme online quali Booking o Airbnb.

Nel dettaglio, è stato inserito – nell’articolo 4 della bozza del disegno di legge – un minimum stay, ovvero un numero minimo di notti per i soggiorni nelle città metropolitane, nei centri storici, e nelle località con maggiore afflusso di turisti. In tutti questi luoghi occorrerà prenotare una vacanza o un weekend di almeno due notti.

Ci sono, però, delle eccezioni a questa regola: ne sono esclusi, per esempio, i Comuni con meno di 5mila abitanti (i cosiddetti borghi), e anche le famiglie formate da un genitore con almeno tre figli.

Questi nuclei familiari potranno soggiornare anche una sola notte, visto che costituiscono appena il 5% degli affittuari.

Cos’è e come funziona il Codice identificativo nazionale

Viene poi introdotto – dall’articolo 3 – il Codice identificativo nazionale al posto di quello regionale per ciascun appartamento in locazione, ma di che cosa si tratta?

Come ha spiegato Daniela Santanché, attualmente è previsto un registro regionale, ma

Vogliamo uniformarlo perché abbia caratteristiche per tutti uguali, in modo che senza quel codice non si possa andare sulla piattaforma” di Airbnb. 

Dunque ad ogni appartamento in locazione sulle piattaforme andrà assegnato un codice identificativo che dovrà essere richiesto dal gestore o proprietario dell’appartamento stesso.

Qualora non il codice non venga esposto chiaramente nell’annuncio, si potrebbe andare incontro a una sanzione fino a 3.000 euro per i siti e fino a 5.000 euro per chi affitta l’appartamento.

Affitti brevi, chi è il property manager e cosa fa

Nell’articolo 2 del ddl Turismo vengono ribaditi alcuni concetti importanti, come quello di “locazione per finalità turistiche“, dove si fa riferimento a quei soggetti “che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici”.

In questo senso esistono tre figure fondamentali:

  • i proprietari dell’appartamento – detti host;

  • i property manager, a patto che siano dotati di agenzia immobiliare;

  • i portali telematici, tra i quali i più famosi Booking e Airbnb.

Ed è infatti l’articolo 5 che prevede il riconoscimento della figura del property manager, limitatamente agli affitti in forma imprenditoriale.

A tal fine è richiesta l’apertura di un Codice Ateco specifico per la categoria a conferma del property manager come sostituto d’imposta, che andrà a raccogliere e versare per conto dei proprietari la cedolare secca.

Le critiche al ddl Turismo

Come abbiamo visto, attualmente il disegno di legge è soltanto una bozza e prima della sua approvazione dovrà effettuare il consueto passaggio in Parlamento.

Prima ancora della discussione, però, sono giunte le prime critiche al provvedimento che prevede issa una stretta sugli affitti brevi.

Il Sole 24 Ore, in particolare, ha intervistato il presidente dell’Associazione italiana gestori affitti brevi, Marco Celani. Quest’ultimo ha mosso alcune critiche al disegno di legge e in particolare alla fissazione di un numero minimo di notti per i soggiorni delle località turistiche:

L’impatto economico di questa misura è sicuramente depressivo, ipotizzando che solo una parte verrà recuperata dal mondo alberghiero e una parte si trasformerà in allungamento di pernotti altrove o in nero.

Basti pensare che – come ha specificato Celani – gli affitti per una sola notte pesano appena il 5% sugli affitti totali.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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