Api in via di estinzione: a rischio la nostra sopravvivenza!

L'ape è fondamentale nell'attività di impollinazione: attraverso questo procedimento, le colture aumentano la propria resa del 35%!

Oggi, 20 maggio, è la Giornata Mondiale delle api, gli insetti impollinatori per eccellenza, ma che negli ultimi anni non sono stati messi proprio in una posizione di eccellenza, anzi.

Le api rischiano l’estinzione. La Giornata mondiale delle api serve a ricordarci quanto importanti siano questi piccoli insetti per la natura, l’ambiente e per la nostra stessa sopravvivenza e che sono necessarie delle misure per tutelarle.

Il lavoro delle api è fondamentale nel processo di impollinazione dei fiori e senza molti frutti e ortaggi potrebbero scomparire del tutto. Ma gli effetti li stiamo già vedendo già adesso.

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, la carenza di insetti impollinatori potrebbe causare la riduzione di prodotti ortofrutticoli, che di conseguenza divetterebbero più rari e costosi. 

Inoltre, spiega Winfree,” Le colonie di api sono più deboli di una volta e le api selvatiche stanno diminuendo, probabilmente di molto”. Un problema che evidentemente si riflette anche sull’agricoltura, che nel frattempo diventa molto più intensiva:

l’agricoltura sta diventando più intensa e ci sono meno api; quindi, ad un certo punto l’impollinazione diventerà limitata.

Anche se le api sono sane, è rischioso fare così tanto affidamento su una singola specie di api. È prevedibile che i parassiti prendano di mira l’unica specie che abbiamo in questi campi coltivati monoculturali.

Per questo motivo sarebbe necessario intervenire per limitare l’uso di pesticidi, dannosi per le api e per qualunque altro insetto impollinatore come anche le farfalle. La situazione, al momento, è molto grave e stiamo assistendo ad una tendenza negativa, che potrebbe portare ad una vera e propria crisi alimentare.

Ma perché e api sono così importanti? A spiegarlo è Ignazio Floris, responsabile del gruppo di lavoro relativo alle api della Società Entomologica Italiana.

Secondo Floris, “Le api – nell’accezione entomologica del termine gli Apoidei – includono oltre 24.000 specie di insetti a livello mondiale, un migliaio per Italia, delle quali la più nota è certamente l’ape domestica (Apis mellifera), specie sociale dominante, ma non bisogna dimenticare che esistono tante altre specie di api, come i bombi, le osmie, le antofore, le xilocope, ecc., tutte accomunate dallo stesso ruolo fondamentale negli ecosistemi naturali e agrari attraverso i processi di impollinazione, che garantiscono la riproduzione di gran parte delle specie vegetali, incidendo significativamente sulle quantità e la qualità di molte produzioni agricole.”

Mentre le api selvatiche sembrano diventare sempre più rare, adesso ad essere prese di mira sono anche gli apicoltori ed i loro allevamenti di api. Proprio recentemente abbiamo assistito ad incendi di allevamenti, oltre che l’uso di pesticidi specifici per l’eliminazione degli insetti impollinatori. I danni sono insanabili. 

Come funziona l’impollinazione?  

L’importanza delle api è legata anche al fatto che la loro attività non si riduce nella produzione di miele. L’ape passa la sua intera giornata di fiore in fiore, proprio perché si occupa della loro impollinazione, un processo fondamentale di fecondazione che conduce alla produzione del frutto.

Da sola, l’ape può impollinare all’incirca 5.000 fiori, riuscendo a trasportare 10.000 granuli di polline. Un lavoro incredibile e fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza.  

Tutti noi abbiamo studiato a scuola come avviene il processo di impollinazione e di fecondazione del fiore, ma sarebbe meglio rinfrescare la memoria. In particolare, secondo https://www.ohga.it/

perché una pianta produca un seme, consentendo la nascita di nuovi frutti e germogli, deve essere fecondata, proprio come tutti gli altri animali. La fecondazione delle piante avviene tramite la fusione di un granulo di polline maschile nella cellula uovo femminile.

Il granulo raggiunge l’uovo (quasi sempre di piante diverse) trasportato, appunto, dagli agenti impollinatori come l’ape.

Come sceglie i fiori da impollinare? Sostanzialmente, l’ape viene attratta dal colore dei fiori e dal loro aspetto. Dopo aver scelto il fiore, l’ape entra al suo interno per raccogliere il nettare e allo stesso tempo deposita il polline, attaccato sulla sua peluria.

Un processo molto affascinante, certo, ma che se sparisse ci condurrebbe all’estinzione. Secondo Floris, l’impollinazione aumenta del 35% la resa di 87 colture.

Come mai le api sono a rischio estinzione? 

A rispondere a questa domanda è sempre l’esperto:

Il declino delle api è un fenomeno che suscita allarme a livello mondiale e che si manifesta in maniera rilevante, talvolta eclatante, da oltre un decennio, a partire dalla descrizione della sindrome dello spopolamento delle colonie (CCD – Colony Collapse Disorder) negli Stati Uniti. 

In Europa, le perdite di colonie di api sono state monitorate e attribuite a varie cause, di cui l’acaro parassita varroa (Varroa destructor) è ritenuto il principale responsabile. 

In Italia, gli sforzi maggiori volti a chiarire le cause delle perdite di colonie sono stati profusi nell’ambito di vasti programmi di monitoraggio come ApeNet e BeeNet, e le numerose ricerche con risultati significativi per quanto riguarda il parassitismo della varroa e le sue interazioni con alcuni virus patogeni (es. il virus delle ali deformi), ma anche relativamente all’impatto di nuovi insetticidi di largo impiego in campo agricolo.

Cosa si sta facendo per la tutela degli insetti impollinatori?

La Giornata mondiale delle api precede un’altra importante giornata mondiale, quella della biodiversità. In occasione di questa giornata, vogliamo ricordare le misure che l’Europa ha introdotto per la protezione degli insetti impollinatori.

Il programma “Farm to Fork”, inserita nella Strategia per la Biodiversità 2030 nel 2020 dall’Unione Europea, contiene tutti gli obiettivi per riuscire a raggiungere entro il 2030 la salvaguardia della biodiversità, oltre che arrivare a garantire la sicurezza alimentare e l’integrità degli ecosistemi.

Tra gli obiettivi, è stata stabilita la riduzione del consumo del suolo, ossia lo sfruttamento intensivo ed estensivo del suolo, causa principale del degrado dell’habitat. Il programma richiede ai coltivatori di incrementare la superficie coltivata utilizzando metodi sostenibili e rispettosi della biodiversità e dell’ambiente.

Inoltre, si richiede la riduzione del 50% dell’utilizzo di pesticidi, favorendo anche l’accrescimento delle cosiddette “erbacce” che, diversamente da quello che si pensi, favoriscono la biodiversità.

L’istituto Ispra ha realizzato un rapporto, chiamato “Piante e insetti impollinatori: un’alleanza per la biodiversità”, che è visualizzabile dal sito dello stesso istituto. Qui, come scrive anche https://www.dire.it/,

sono analizzati importanti aspetti del delicato rapporto pianta/insetto, entrando nel dettaglio dell’ambiente mediterraneo e trattando argomenti come l’appropriata gestione degli ecosistemi (compresi quelli urbani) per salvaguardare gli impollinatori e il ruolo dei prodotti dell’alveare, in primis il miele, in tutte le sue particolari e numerose tipologie

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