Autonomia differenziata, quando entra in vigore? Le tappe verso l'approvazione definitiva

Autonomia Differenziata approvata in Consiglio dei ministri. Ecco le tappe verso l'approvazione definitiva.

Autonomia Differenziata, ecco le tappe verso l'approvazione della Legge

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 2 febbraio il Disegno di Legge sull'Autonomia Differenziata. Un disegno di Legge molto caro alla Lega che ne ha fatto una battaglia di bandiera e che è diventato di fatto un disegno di legge che caratterizza il Governo Meloni.

Di fatto si tratta di un sistema in base al quale una volta che si avrà una approvazione definitiva le Regioni potranno negoziare con lo stato competenze aggiuntive e ambiti di intervento ulteriori rispetto a quanto avviene oggi.

Ma il punto che ora ci si chiede è quello legato ai tempi. Quando ci sarà l'approvazione definitiva? Quali saranno le tempistiche? Vediamo di fare chiarezza anche su questo aspetto.

Autonomia differenziata, quali sono le tappe necessarie per arrivare all'approvazione definitiva

Nei progetti del Governo e del ministro per le Autonomie Roberto Calderoli, il disegno di legge sull'autonomia differenziata dovrebbe arrivare alla sua approvazione definitiva entro un anno.

Il 2023 sarebbe quindi l'anno in cui dovrebbero avvenire tutti i passaggi parlamentari e tra Stato e Regioni necessari e nel 2024 la riforma dovrebbe essere operativa. Vediamo quali sono i passaggi che sono necessari.

Va subito spiegato che l'approvazione da parte del consiglio dei ministri del Disegno di Legge non è che il primissimo passaggio di un lungo percorso che porta all'approvazione definitiva e alla piena attuazione della nuova normativa.

Una volta approvato a Palazzo Chigi da parte del Governo, il testo andrà adesso alla Conferenza unificata che è una Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Autonomia differenziata, qual è il compito della Conferenza unificata

Una volta che il testo arriva alla Conferenza unificata, questa ha il compito di esprimersi sulla legge di attuazione. Come illustra Il Sole 24 Ore il parere dovrebbe arrivare entro il tempo massimo di 3 settimane dalla consegna. Se la Conferenza decidesse di intervenire sul testo allora il Consiglio dei ministri dovrebbe ricevere il testo con le modifiche, approvarlo di nuovo in consiglio dei ministri e inviarlo una seconda volta alla Conferenza unificata.

Se invece il testo non trova obiezioni o modifiche da parte della Conferenza unificata, tornerebbe in Consiglio dei ministri per avere l'approvazione definitiva.

Autonomia differenziata, il ruolo del Parlamento e il tema fondamentale dei Livelli Essenziali della Prestazione

Una volta che arriva questo nuovo via libera da parte del Governo in Consiglio dei ministri, il testo potrà passare all'esame del Parlamento. Qui la legge seguirà il consueto iter di approvazione delle Leggi. Perché non si tratta di un disegno di legge costituzionale, che avrebbe tempi di approvazione più lunghi, con la doppia lettura e la possibilità del referendum.

In questa fase, come illustra di nuovo Il Sole 24 Ore, prende il via la Cabina di Regia composta da esperti nelle varie materie che avrà il compito di stabilire i Livelli Essenziali di Prestazione, i cosiddetti LEP.

Questo procedimento presumibilmente dovrebbe concludersi entro la fine del 2023. Quando si parla di autonomia e di possibilità di chiedere forme più o meno ampie di autonomia legislativa da parte di una regione si entra anche in un discorso legato ai Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) visto che vanno garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale.

Una volta effettuato questo passaggio allora poi si potrà passare alla fase dell'attribuzione delle funzioni alle Regioni. La Cabina di regia, quindi, si prenderà parecchi mesi per soppesare le materie a cui applicare i Livelli essenziali di prestazione e per definire i costi e i fabbisogni standard.

Autonomia differenziata, come si conclude il lungo percorso verso l'approvazione definitiva

Esaurito il lavoro della Cabina di Regia, illustra ancora Il Sole 24 Ore, toccherà nuovamente al Consiglio dei ministri emanare un Dpcm per ogni Lep individuato. Il DPCM che dovrà prima trovare l’intesa della Conferenza unificata, e poi arrivare alle Camere. Camera e Senato dovranno esprimere il loro parere.

Qui le Regioni potranno inviare la proposta di intesa al Consiglio dei ministri. Passaggio al quale seguirà la valutazione dei ministeri competenti.

Potrà così cominciare il negoziato Governo-Regioni, al termine del quale il Cdm approverà l’intesa preliminare. Intesa su cui diranno la loro la Conferenza unificata, prima, e le Camere, poi. Una volta che c'è il via libera di Camera e Senato sarà il Governo, infine, a siglare l’intesa definitiva, che verrà approvata dalla singola Regione, per poi tornare in Consiglio dei ministri. Qui avrà finalmente luogo l’approvazione definitiva con disegno di legge.

Autonomia differenziata, come è la situazione oggi in Italia

Come illustra Il Corriere della Sera, al momento la situazione in Italia sulle autonomie è la seguente. Ci sono 5 regioni che sono a statuto speciale e hanno storiche forme di autonomia come Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. Ci sono 3 regioni che hanno firmato patti con il Governo sull'autonomia e sono Lombardia, Veneto e Emilia Romagna.

Ci sono regioni che hanno avviato negoziati con il Governo e sono Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Campania. Ci sono regioni che hanno mosso passi informali e sono Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria. Nessuna procedura avviata da Abruzzo e Molise.