Inflazione, secondo la BCE salirà ancora nel 2023: cosa aspettarsi

L'obiettivo di mantenere gli aumenti sotto al 2% sembra sempre più lontano e la Banca Centrale Europea rivede al rialzo le stime per l'inflazione nel 2023.

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Sembra non ci siano buone notizie sul fronte dell'inflazione.

La Banca Centrale Europea ha rivisto al rialzo la stima per l'inflazione nel 2023 che sale al 6,3%, allontanandosi in modo deciso dal limite del 2% che è invece previsto dallo Statuto.

Un problema che già stava pesando in modo importante sulle spalle delle famiglie e delle imprese europee ma che avrà serie ripercussioni anche sui prezzi dei beni di consumo e non solo, sui mutui (sia a tasso fisso che variabile) e anche sul costo di carburante ed energia.

Bce: inflazione sale a 6,3% nel 2023. Stime riviste al rialzo

Un aumento dell'inflazione come quello a cui abbiamo assistito nel 2022, non si vedeva dagli anni ottanta, quando aveva toccato addirittura l'8,4%, la stessa quota a cui potrebbe arrivare prossimamente per poi assestarsi al 6,3% indicato dal board della Bce.

Complice la crisi energetica e il conflitto tra Russia e Ucraina che nel corso dell'ultimo anno ha destabilizzato i mercati in modo importante, causando oscillazioni di cui ancora stiamo osservando gli effetti.

Anche le stime relative alla crescita vengono riviste al ribasso per il 2023, ma da quanto emerge sembra che la recessione sarà breve e che già nel 2024 assisteremo a una nuova crescita.

Previsti anche nuovi aumenti dei prezzi, almeno per quanto riguarda i primi mesi dell'anno.

Inflazione: cosa accadrà ai mutui

Brutte notizie sia per quanto riguarda i mutui a tasso fisso che per quelli a tasso variabile.

Mantenere i tassi di interesse a livelli restrittivi ridurrà nel tempo l’inflazione smorzando la domanda e proteggerà anche dal rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative sui prezzi

Dichiarano dalla Bce, lasciando così intendere che vedremo la ripercussione della situazione economica anche sui tassi relativi ai mutui.

Le future decisioni sui tassi di riferimento del Consiglio direttivo continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio riunione per riunione

Avevamo già assistito ad aumenti nei tassi di interesse variabile che nella prima parte del 2022 avevano iniziato ad indirizzarsi verso un aumento, per poi assistere alla stangata vera e propria nel corso degli ultimi mesi dell'anno, dove abbiamo assistito ad una crescita della rata di una famiglia tipo, di circa 500-600 euro.

A giugno infatti avevamo assistito ad un aumento sui tassi sui mutui dell'1%, aumento che a dicembre si è triplicato, passando così al 3%.

E ora? A quanto pare, nel corso del prossimo semestre, l'aumento sui tassi arriverà a toccare il 6,4%, facendo così salire una possibile rata fino ad oltre 700 euro.

Nei prossimi mesi, con più precisione nel primo semestre del 2023, dovremmo assistere ad un ulteriore aumento di circa 100 euro, sempre tenendo come riferimento un mutuo tipo.

La Bce sottolinea inoltre che i governi europei dovranno attuare tutte le misure necessarie e in loro potere, per ridurre il debito dei vari stati, cercando inoltre di lavorare sugli aspetti produttivi dei paesi.

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