Case green, censimento UE in arrivo a giugno. Chi è a rischio

La scadenza fissata dall’UE è quella di giugno 2023, per ultimare il censimento di tutti gli immobili da trasformare in case green. Ecco chi rischia.

La scadenza fissata dall’UE è quella di giugno 2023, che servirà per ultimare il censimento di tutti gli immobili dei 27 Paesi dell’Unione Europea, in vista dell’obbligo che a breve entrerà in vigore per l’efficientamento energetico degli edifici.

La nuova direttiva comunitaria infatti prevede che tutti gli edifici presenti nei vari Paesi membri dovranno rientrare nella categoria E entro il 1° gennaio 2030 e in classe energetica D entro e non oltre il 1° gennaio 2033.

A partire dal prossimo mese di giugno dunque, saranno a disposizione i dati relativi a tutti gli edifici da ristrutturare, in maniera obbligata per adeguarsi alla normativa comunitaria.

Chi è maggiormente a rischio?

Case green: a giugno arriva il censimento UE

Sarà l’Osservatorio europeo sul parco immobiliare a pubblicare il censimento, al momento però aggiornato solo con i numeri del 2018.

Insomma, un gap importante di 5 anni, che ora più che mai è indispensabile colmare, in vista della nuova direttiva, e quindi Bruxelles accelera per raggiungere l’obiettivo.

È proprio la commissione Ue guidata da Ursula Von der Leyen che dà il colpo di acceleratore, considerando che il 13 marzo verrà presentata la direttiva al Parlamento Europeo, per il voto.

Nell’attesa dunque dei dati ufficiali che vedremo solo a giugno, si hanno già dei parziali che non sono rassicuranti, soprattutto per i proprietari di casa che dovranno ristrutturare i propri immobili.

In Europa, basti pensare che ben ⅔ degli immobili presenti sono stati costruiti prima del 1980 e pertanto vanno efficientati, dal punto di vista energetico. In Italia, nella fattispecie, si contano circa 12 milioni di edifici datati che necessitano sicuramente di interventi, da questo punto di vista.

Alcuni proprietari di immobili sono più a rischio di altri. Ecco quali.

Case green, censimento UE: chi è più a rischio

Come già abbiamo avuto modo di accennare in apertura di articolo, entro il 2033 (non tanto lontano, se si pensa che mancano solo 10 anni) tutti gli edifici presenti sul territorio europeo dovranno rientrare obbligatoriamente in classe energetica D.

Fino al 2030, sarà possibile solo al massimo la E. Questo significa che classi energetiche come la F e la G, molto diffuse nel nostro Paese, non potranno più esistere e quindi i proprietari di tali immobili, dovranno necessariamente ristrutturare e apportare modifiche importanti, per poter migliorare la prestazione energetica di tale edificio o villetta.

La domanda sorge spontanea: e quanto costa effettuare questi lavori? E soprattutto, sono a carico esclusivo del padrone di casa?

Perché a parte il mancato adeguamento alla direttiva, che porterebbe l’immobile a essere “fuori legge”, le conseguenze non sono da sottovalutare. Basti pensare che già oggi il mercato immobiliare è in subbuglio e chi è intenzionato ad acquistare casa, esclude a priori gli appartamenti o villette classificate in basse performance energetiche.

Un serio problema, a livello di compravendita ma non solo, visto che anche i contratti di affitto non resterebbero esclusi.

Quali soluzioni?

Case green, chi paga? Bonus e sanzioni possibili

Tutti coloro che hanno potuto approfittare dei bonus governativi per l’edilizia, sanno che i costi di questo genere di interventi sono elevati e, chi ha avuto la possibilità di completare i lavori, oggi sicuramente si ritiene fortunato.

Parliamo però di interventi dell’ordine di cappotti termici per gli edifici, impianti solari e fotovoltaici, sostituzione di infissi e di caldaie.

Insomma, una serie di adeguamenti che diventano obbligatori ma che costano parecchio.

Stando alle stime dell’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, è urgente adeguare lo stato di circa 1,8 milioni di edifici in Italia, per un costo totale stimato a oggi intorno ai 400 miliardi di euro.

Senza contare, perché fino a questo punto il riferimento è stato a proprietà di privati cittadini, che la nuova direttiva europea impone anche l’efficientamento, secondo gli stessi criteri, di cinema, teatri, musei e, a occhio e croce, altri 210 miliardi di euro per raggiungere lo scopo.

Altro capitolo a parte riguarderà in Italia, gli edifici storici, che sono numerosi e per i quali non sarebbe previsto alcun tipo di adeguamento energetico come qui presentato, anche per preservare il patrimonio artistico e quindi l’estetica dei palazzi stessi.

Insomma, obiettivi non semplici da raggiungere, soprattutto per i costi elevati che comportano ma non solo.

Per chi non si adeguerà sono previste verosimilmente anche delle multe e sanzioni. E se è vero che non è vietata la compravendita di immobili non a norma, al momento, è altrettanto certo che il trend dell’attuale mercato immobiliare si muove già verso l’esclusione di questi immobili dalle preferenze dei potenziali acquirenti.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
764FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate