Case green, le scadenze da rispettare per alzare la classe energetica: date e calendario

La direttiva sulle case green, approvata in Europarlamento, e le sue scadenze serrate stanno facendo molto discutere. Il calendario degli adempimenti.

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La direttiva sulle case green, approvata in Europarlamento, e le sue scadenze serrate stanno facendo molto discutere, creando spaccature all’interno delle forze politiche in campo ma non solo.

Tutti i singoli proprietari di immobili sono ora alle prese con le verifiche della classe energetica delle proprie abitazioni, in particolar modo chi sa di avere un'abitazione datata.

In Italia infatti sono ben 1,8 milioni gli immobili privati a uso residenziale classificati in categoria G, la più bassa e quindi la più energivora e inquinante di tutte.

Un parco immobiliare vecchio e da ristrutturare a breve termine, per non incorrere in multe e sanzioni nonché per scongiurare un autogol in fase di eventuale trattativa immobiliare.

Ecco tutte le scadenze da rispettare per allinearsi alla direttiva UE sulle case green.

Case green scadenze: ecco il calendario da rispettare

La data più vicina in calendario, per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione da eseguire per adeguarsi alla normativa è quella del 2030.

Solo sette anni per passare il proprio immobile, appartenente alla classe G oppure F nella scala delle prestazioni energetiche, alla classe E.

Stando alle disposizioni della direttiva, gli immobili classificati in classe energetica G dovranno essere al massimo il 15% in ogni Stato membro. Praticamente si tratta della classe più bassa esistente e quella che, ovviamente, risulta maggiormente energivora e inquinante.

Il censimento di tutti gli immobili comunitari è atteso per giugno 2023.

Anche chi ha un certificato di prestazione energetica in classe F dovrà ben presto adeguarsi alla normativa. Anche per questi immobili la scadenza da segnare in calendario, per passare in classe E, è quella del 2030.

Va da sé però che, dovendo “guadagnare” soltanto una classe energetica, gli interventi da realizzare e i costi da sostenere sono inferiori.

Cosa succede, una volta giunti al 2030 e conquistata la classe energetica E?

La nuova direttiva prevede che i proprietari di immobili in classe energetica E devono migliorare le prestazioni dell’abitazione entro il 2033, passando in categoria D.

A questo punto, qualche considerazione s’impone. Infatti, chi si trova in classe energetica E può comunque “stare tranquillo” fino al 2030 e pensare successivamente agli interventi da eseguire per raggiungere la classe D nei tre anni successivi.

Ma chi a oggi è proprietario di un immobile in classe energetica G oppure F, non ha forse l’interesse a passare direttamente in D e chiudere quindi la parentesi, una volta per tutte?

Certamente sì. Il punto però è che “scalare” la classifica di due o addirittura tre classi energetiche comporta una serie di costi non indifferenti da sostenere e proibitivi per la maggior parte delle persone.

Cosa prevede casa green per gli immobili di nuova costruzione

Le date che abbiamo appena riportato riguardano l’adeguamento imposto alle abitazioni già esistenti.

Per ciò che concerne invece le abitazioni di nuova costruzione, la direttiva prevede che tutte le case dovranno essere a zero emissioni già a partire dal 2028, nell’arco dunque di soli cinque anni.

L’obiettivo comunitario dunque è di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra nel settore immobiliare nonché il consumo di energia da parte degli edifici a uso residenziale.

Questo allineamento, considerando però anche l’adeguamento di edifici pubblici previsto già entro il 2026, ha lo scopo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Come si definisce la classe energetica di una casa

Il calcolo per stabilire quale sia la classe energetica di una casa si effettua in base ai suoi consumi al metro quadrato.

Ad esempio, una casa classificata in classe E è dotata di un impianto a gas metano, presenta un isolamento termico che certamente è migliore di un’abitazione in classe G oppure F ma non si può considerare ancora un immobile efficiente, dal punto di vista energetico.

Infatti, i suoi consumi sono di circa 91-120 kWh per mq, mentre per raggiungere la classe D devono essere inferiori a 90 kWh al metro quadrato.

Quella che segue è la classificazione per consumo al mq, secondo l’Ape, l’attestato di prestazione energetica:

  • A con 15 e 30 kWh per mq

  • B 31-50 kWh per mq

  • C 51-70 kWh per mq

  • D 71-90 kWh per mq.

Attualmente, una casa classificata in classe energetica D risale a circa una quindicina di anni fa e presenta muri più spessi rispetto alle costruzioni del passato e una buona coibentazione del tetto.

È un tecnico qualificato che ha il compito di verificare le prestazioni energetiche di un immobile e quindi rilasciare il relativo certificato.

Sono tre gli elementi su cui è importante soffermarsi: la caldaia, la qualità degli infissi e la presenza di impianti che siano in grado di produrre energia, a partire da fonti rinnovabili.

Appare evidente come i costi legati a questo genere di lavori siano considerevoli, motivo per cui si resta in attesa degli aggiornamenti che verranno, soprattutto per ciò che riguarda l’accesso ai finanziamenti e ai fondi comunitari.