La Cina invia armi alla Serbia: la Russia esulta!

Desta una certa preoccupazione che la Cina abbia fornito nuove ed avanzatissime armi di difesa alla Serbia, da sempre amica e alleata della Russia.

In Europa la tensione è palpabile da quando la Cina ha inviato armi alla Serbia, da sempre Paese ammiccante e vicino alla Russia.

Si parla di una tresca a tre, peccato si tratti di assetti di guerra e non di una storia romantica.

“L’arrivo di nuove armi nello Stato balcanico è confermato: prepariamoci a una situazione di escalation militare. La Russia aveva già spedito dei caccia bombardieri Mig-29.”

leggiamo su affaritaliani.it

Oltre al fatto che la Serbia non si sia mai pronunciata a favore delle sanzioni alla Russia, dall’inizio del conflitto contro l’Ucraina, Belgrado si è schierata a fianco di Mosca.

Hanno fatto il giro del web le immagini dei nazionalisti serbi che si sono lanciati in piazza a manifestare ed esultare, a suon di petardi, a favore della politica del Cremlino.

In effetti, la crisi ucraina ha posto la Serbia in una posizione delicata. 

Quando nel 2014 ci fu l’annessione della Crimea alla Russia, Belgrado riuscì in modo elegante e diplomatico a evitare di schierarsi coi i Paesi che volevano sanzionare Mosca.

Oggi, gioco forza, la pressione è maggiore, anche se la Serbia rivendica il suo diritto ad esporsi.

Tradizionalmente il Paese balcanico nutre forti legami storici con la Russia, similitudini religiose e politiche, il tutto coadiuvato da un’indubbia dipendenza economica, soprattutto in termini di forniture di gas e petrolio.

Oltre a questo, la crisi in Ucraina è arrivata in un pessimo momento politico per Belgrado: con la Serbia in piena campagna elettorale, da un lato tutti speravano in un’imminente risoluzione pacifica. 

Dall’altro, si faceva strada la consapevolezza secondo cui ogni sbilanciamento avrebbe influito sulle scelte governative dei cittadini, sul prezzo del gas, sugli scenari geopolitici generali.

“Elezioni indimenticabili per il presidente Aleksandar Vučić, che oltre a dover mantenere stretta la poltrona si è trovato abbandonato dai leader che tradizionalmente lo appoggiavano, tra cui la cancelliera Merkel e lo zar Putin.”

leggiamo su ilcaffegeopolitico.net

Insomma, la Cina fa fatica a smarcarsi dal suo Eterno Amico Putin, anche perchè una qualche convenienza nella crisi ucraina in fondo Pechino la sta trovando.

In questo articolo cercheremo di capire quali sono le dinamiche che intercorrono tra i tre alleati e quali sono gli scenari possibili in Europa, alla luce di questo sontuoso approvvigionamento al Paese balcanico.

La Cina ha inviato armi alla Serbia: i motivi che spingono Pechino ad armare Belgrado

Confermato l’invio di sofisticati sistemi di difesa aerea nella tratta pechino Belgrado.

Si tratta di missili terra-aria HQ-22, trasportati da 6 aerei cinesi, atterrati lo scorso sabato dopo aver solcato i cieli di Turchia e Bulgaria, due Paesi NATO.

Secondo la disinvolta diplomazia di Pechino questa sarebbe un’ordinario contratto da adempiere, secondo l’Europa si starebbe preparando uno stanziamento di forze belliche di difesa senza precedenti, peraltro a cavallo di una probabile recrudescenza dell’invasione di Mosca a sud est dell’Ucraina.

Il mondo quindi sta osservando attentamente le mosse e la posizione diplomatica di Belgrado.

Ufficialmente la Serbia era candidata ad entrare nell’Unione Europea, ma i rapporti stretti tra il presidente serbo Aleksandar Vučić, Xi Jimping e Vladimir Putin fanno scaturire qualcosa di ben più sinistro di un lecito dubbio a Bruxelles.

Nonostante ciò, molti danno per buona la versione di Pechino:

“Gli armamenti sono stati consegnati dalla Cina in virtù di un contratto con la Serbia perfezionato 3 anni fa. Siamo quindi di fronte a una mossa commerciale di routine, che non desterebbe scalpore se non ci fosse in atto l’invasione dell’Ucraina.”

leggiamo su borsainside.com

La Cina ha inviato armi alla Serbia: ecco i motivi per cui lo ha fatto

In un momento storico in cui tutti i Paesi del mondo si ha dato fondo al portafoglio di Stato per l’acquisto di ulteriori strumenti di difesa, qualcuno si chiede perchè dovrebbe stupire una precauzione simile presso Belgrado.

E d’altro canto non scordiamoci che i Balcani sono stati scossi da guerre indipendentiste ben più radicali e cruente del conflitto in atto in Ucraina, che pure è lacerante.

La scelta di rinnovare il proprio arsenale di difesa non sarebbe stato messo in discussione se non ci fossero Cina e Russia sul fondo della scena.

Bisogna inoltre tener conto del fatto che i Paesi europei, di consuetudine, non vengono approvvigionati di armi da Pechino e che la Serbia è un caso a sè stante: al di là di questo fatto, il contratto tra le due nazioni esiste, era stato annunciato e c’è un motivo alla base.

Un motivo che non riguarda tanto la Russia ma il prodigioso avanzamento tecnologico delle armi cinesi.

La Cina è riuscita a integrare l’intelligenza artificiale e sicuramente, al dato attuale, è il più progredito e motivato produttore di armi al mondo.

Basti pensare che il governo di Pechino negli ultimi anni ha stanziato il 740% di finanziamenti in più rispetto a prima, per gonfiare il comparto bellico.

Non stupisce dunque che chiunque volesse arricchire il proprio arsenale, in un momento di concreta instabilità su scala mondiale, decida di stabilire un rapporto commerciale con i nuovi egemoni di questo settore.

Peraltro, il modello di missili ordinato dalla Serbia, gli HQ-22, sono veramente riconosciute come armi prettamente impiegate per la difesa dei cieli, progettati per abbattere droni, aerei, e missili balistici.

La Cina ha inviato armi alla Serbia: c’è ostilità sul fronte USA

La compravendita di armi da difesa aerea tra Pechino e Belgrado è stata letta come un braccio di ferro nei confronti dell’Alleanza Atlantica e della UE, mentre la diplomazia cinese continua a bollare la consegna come atto di ordinaria amministrazione.

Anche se così effettivamente fosse, l’Occidente guarda con preoccupazione e sospetto a questa alleanza a tre.

Il governo Statunitense si era impegnato, nelle scorse settimane, a convincere il Paese balcanico a desistere da ogni sodalizio finanziario e anche dalla compravendita di missili, minacciando che questo genere di traffici, pur leciti, avrebbero distrutto le relazioni amichevoli con l’UE.

Si tratta di un monito che la Serbia ha ignorato con gran baldanza, anche a discapito di un possibile, quanto paventato, ingresso nell’Unione Europea.

In tutto questo, la Cina si augura che i media non vadano a gonfiare l’accaduto di presupposti inesistenti.

“Il portavoce Zhao ha negato qualunque collegamento tra la consegna di armi e la crisi Ucraina, ricordando come gli USA abbiano foraggiato sia l’Europa che Taiwan, senza porsi il problema di destabilizzare nessuno.” 

leggiamo su it.insideover.com

E questo rifermento a Taiwan, affatto casuale, svela il tasto dolente: l’invio di armi dalla Cina alla Serbia diventa un problema anche alla luce delle ultime notizie dall’isola contesa.

Ricordiamo la brama cinese di riappropriarsi dell’ex territorio della Repubblica Popolare che oggi noi conosciamo semplicemente come Taiwan: le analogie tra la crisi Ucraina e la mira espansionistica di Pechino che vuole riannettere il suo territorio è palese.

Così come è palese l’ingerenza americana su quel territorio: oggi una delegazione di sette senatori statunitensi andranno a rafforzare i rapporti degli USA con Taiwan.

Entrambe le superpotenze sono indispettite l’una contro l’altra.

Gli USA minacciano un pacchetto di sanzioni di secondo ordine per la Cina, che a loro dire, per Putin, avrebbe fatto fin troppo, e nello stesso tempo ricattano sottilmente la Serbia per non acquistare i missili di Pechino e infine vanno a stipulare accordi su un terreno delicato come l’isola della discordia.

La Cina ha inviato armi alla Serbia: ecco perchè dovremmo preoccuparci!

Cessato il conflitto che ha devastato la Jugoslavia appena 30 anni fa, la Serbia si è ritrovata con un potenziale bellico inesistente.

Con l’affacciarsi della crisi ucraina Belgrado ha ricominciato a manifestare interesse per le armi.

Probabilmente l’invasione delle truppe russe che hanno marciato su Kiev ha fatto comprendere al governo serbo che un certo tipo di dottrina militare non era defunta, che si poteva riportare in auge. 

Il presidente Aleksandar Vucic, all’alba del nuovo mandato, ha reso noto che nella sua opinione uno Stato al passo con i tempi necessitasse di armamenti all’ultimo grido.

Modernità per modernità, tenendo anche in considerazione che il costo per la difesa in percentuale del prodotto interno lordo di Belgrado supera quello della somma complessiva di tutti gli altri stati balcanici, viene da credere che un’affezione serba al conflitto esista.

Se la Serbia fosse veramente protratta nel tentativo di ammodernare le scorte, questo non cambierebbe nulla nell’ordine internazionale delle cose. 

E’ il teatro dove si svolgono gesti e riferimenti apparentemente innocenti che getta nell’ansia per la propria pericolosità intrinseca.

Dati i tumulti in Bosnia, la guerra in Ucraina e la costante minaccia sulle testate serbe che inneggiano a una guerra eternamente prossima con il Kosovo e l’Albania, non c’è molto da star tranquilli.

L’impressione generale è che ogni stato, nel nuovo ordine geopolitico, stia tentando di accaparrarsi la propria fetta di torta dalla crisi ucraina.

Dato il nazionalismo serbo, la paura che serpeggia negli stati circostanti e la restaurazione di una nuova Grande Serbia che, sul modello russo, farebbe di tutto per invadere, creare annessioni ed espandersi, costituendo un altro covo di serpi in seno all’Unione Europea.

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