In Cina è delirio anti-Covid: a Shanghai tolleranza zero!

Torna a far paura il Covid in Cina. Proprio in questo mese, i contagi sono risaliti e continuano a salire, tanto che il governo ha deciso di riportare la situazione al punto del 2020, ovvero al lockdown. La città di Shanghai di fatto rimane, quindi, chiusa e cresce il malcontento e l’insofferenza dei cittadini.

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Torna a far paura il Covid in Cina. Proprio in questo mese, i contagi sono risaliti e continuano a salire, tanto che il governo ha deciso di riportare la situazione al punto del 2020, ovvero al lockdown. La città di Shangai di fatto rimane, quindi, chiusa e cresce il malcontento e l’insofferenza dei cittadini.

Non è chiaro per quanto tempo la città dovrebbe rimanere chiusa, perché il lockdown non sembra avere una scadenza. La città è stata chiusa fino a data da destinarsi. Nel frattempo, crescono i casi: solamente nella giornata di ieri sono stati segnalati circa 9 mila positivi, mentre oggi i positivi erano arrivati già a 13 mila.

In questi giorni, quindi, sono stati effettuati a tappeto tamponi per 25 milioni di abitanti. Certo è che su 25 milioni di abitanti, 13 mila positivi sono risultati asintomatici e solo 268 positivi presentano dei sintomi. Ma allora perché il governo cinese ha deciso di chiudere le porte della città?

Intanto cresce il malcontento tra la popolazione, costretta a stare chiusa a casa. 

Shanghai chiusa e sotto lockdown: una città di 25 milioni di abitanti chiusa per 268 sintomatici

In Italia, con i numeri di Shanghai, un lockdown sarebbe impensabile. Ma come mai tutto questo allarmismo? Fino a pochi mesi fa la Cina non registrava nemmeno più un caso di coronavirus. Il primo caso Covid dopo due mesi dall’uscita dell’emergenza sanitaria è stato registrato proprio due mesi fa.

Il fatto che oggi il dato dei positivi sia aumentato in maniera così esponenziale nel giro di pochi giorni fa preoccupare i medici e il governo, tanto da ricorrere al lockdown. Proprio in queste ore, in particolare, stiamo assistendo ad immagini alle quali non assistevamo più dal 2020: città barricata, tamponi a tappeto e medici in camici bianchi e mascherine.

Infatti, non appena è stato dichiarato il lockdown, a Shanghai sono accorsi immediatamente 38 mila medici e personale sanitario e non solo. Anche militari. Questi, arrivati da 15 regioni del paese, sono in città per combattere la “guerra contro il virus”.

Si tratta, da quello che scrive anche https://www.repubblica.it, si tratta dell’operazione medica più grande dalla fine del 2020:

La più grande operazione medica a livello nazionale dalla chiusura di Wuhan all'inizio del 2020, come scrivono i media statali. All’epoca nella città dello Hubei ne furono mandati 42mila.

A seguito della chiusura della città, decine di migliaia di residenti sono state mandate in strutture di quarantena, nei padiglioni dell’ex zona Expo. Qui i cittadini hanno cominciato a lamentarsi della disorganizzazione, della mancanza di acqua per lavarsi e della mancanza di assistenza.

Un’altra anomalia segnalata dai residenti riguarda la separazione dei minori dai genitori positivi, ma asintomatici, che sono stati messi insieme ai sintomatici. Sempre secondo Repubblica, 

Un residente ha raccontato ad un giornale locale che la struttura dove si trova è stata ricavata da un container ed è stato costretto a dormire sul pavimento assieme ad altre dieci persone. Da giorni in città circolano voci su casi e decessi non segnalati nelle strutture di assistenza agli anziani.

Ovviamente in questo caos aumenta anche il malcontento e il malessere mentale dei cittadini della metropoli. Tra il panico, l’insofferenza crescente, aumentano le chiamati ai centri di assistenza. Anche nei social emergono delle testimonianze insolite di persone che non riescono nemmeno ad uscire per andare al supermercato e di non riuscire nemmeno ad ordinare cibo online.

Per uscire, i residenti devono aspettare gli ordini dalle autorità, non c’è altro da fare. Inoltre, sembra che in certi casi soggetti che presentavano delle patologie, non positive, non siano state ammesse in ospedale. Ma per quale motivo? Non erano solo 268 i soggetti positivi e con sintomi?

Una testimone racconta di un’infermiera morta d’asma proprio perché le fu negato l’accesso in ospedale. Una situazione inaccettabile! Anche Bassetti ha espresso la sua opinione in merito ai sistemi anti covid utilizzati in Cina, con questo tweet:

La Cina contro il Covid: una lotta spietata!

La strategia adottata dal governo cinese non lascia spazio al covid di riprodursi, dicono. L’obiettivo è quello di eliminare i focolai non appena si verificano. Peccato che questa soluzione l’abbiamo già provata e non ha funzionato.

Soprattutto con la nuova variante Omicron, più contagiosa, e con le sue sotto varianti appena nate in circolazione, un sistema basato sulla circoscrizione dei focolai non ha alcun senso, è fallimentare. Ma il vicepremier, Sun Chunlan, ha voluto far sapere che la strategia di confinamento dei casi covid non può essere messa in discussione.

Forse a far paura sono proprio le nuove varianti e sotto varianti omicron. Infatti, la variante omicron diffusasi adesso a Shanghai è la Omicron BA.2, ancora più contagiosa. Come scrive anche la rivista Caixin, infatti,

Molti operatori sanitari stanno affrontando un nemico completamente nuovo con vecchie armi che hanno perso la loro efficacia

Ma non solo. A pochi chilometri da Shanghai, a Suzhou, è stata segnalata un’altra sotto variante di Omicron, la variante BA1.1. Questo è il momento per la Cina di cominciare a vivere con il virus – dice il vicepremier – ma i decessi sono ancora molto alti.

Solo nelle ultime settimane, ad Hong Kong i casi di decessi per covid hanno superato quota 8 mila. A perdere la vita sono stati soprattutto gli anziani non vaccinati. Però, mentre i leader cinesi continuano ad adottare le stesse modalità utilizzate durante la prima ondata di coronavirus, le critiche degli scienziati non sono mancate ad arrivare.

A parlare la dottoressa del centro di prevenzione delle malattie di Pudong, Zhu Weiping. Questa lamenta la mancanza di organizzazione:

"Ci stanno facendo impazzire. Nessuno ascolta i professionisti. Ora questa malattia è diventata un virus politico, con tante risorse spese. È la prevenzione dell'influenza. Quale paese vedi prevenire un'influenza come questa?"

In effetti, come già accennato poco sopra, in Italia attualmente abbiamo numeri ben più alto di casi covid, ma rilevano solamente i casi con sintomi e le terapie intensive. Secondo gli esperti italiani, infatti, la curva dei contagi è stata in lieve aumento in queste ultime settimane, senza delle conseguenze importanti.

Al momento la curva è in diminuzione, così come le terapie intensive. Tutto sembra essere sotto controllo. Non è ancora chiaro se saremo costretti ad effettuare la quarta dose di vaccino, ma con l’avvento della stagione invernale, i casi potrebbero aumentare e, con un calo dell’immunità potremmo trovarci impreparati.

Tuttavia, si dovrà anche considerare il numero delle persone che attualmente continuano a contagiarsi, senza particolari conseguenze e sintomi, e questo porterà sicuramente ad un aumento dell’immunità. 

Ad ogni modo, in Cina, l’87% della popolazione risulta vaccinata, così come 1/3 della popolazione ha già ricevuto la dose booster e il richiamo. In particolare, ad aver ricevuto almeno due dosi di vaccino sono gli over 80, mentre solo il 20% ha fatto il richiamo. In totale, ci sono ancora 52 milioni di persone over 60 a non aver completato il ciclo vaccinale. Questi, sono i dati diffusi dalla Commissione nazionale sulla salute.